Io l'avevo capito subito che si parlava della porcata del 1993.
Ogni tanto per purificarsi, i politici mandano avanti i tecnici a fare il lavoro sporco.
Poi dopo, gli stessi politici che abdicano ai governi tecnici, ritornano a candidarsi e la gente torna a votarli.
Alle prossime elezioni, probabilmente, avremmo gli stessi parlamentari che ci hanno portato al governo tecnico.

questo governo tecnico è il peggiore possibile. l'unico scopo è quello di garantire il controllo di altri sull'italia. La legge sul pareggio di bilancio per me basta a convincermi di questo.
l'unica cosa che sembra interessare sono i conti. Il benessere degli italiani, il lavoro, la vivibilità, sono solo dettagli.
E quanto di più antidemocratico si possa immaginare. Ma non perchè non è stato eletto. ma perchè non rappresenta in nessun modo il popolo Italiano!
La fine della Grecia non mi spaventa. la grecia sta per liberarsi dal cappio Europeo. peccato che abbia pagato un prezzo alto in termini di suicidi. Speriamo di non arrivare a qeulo punto.
Ma l'uscita dall'euro sarà l'unica soluzione possibile per ripristinare la sovranità degli Italiani in Italia.

Monty ha paralizzato gli Italiani. Non esiste, nemmeno sulla carta, una possibilità di intervento sull'azione di governo.

Il problema del governo Monti non è che esso non rappresenta gli italiani.
In teoria sono stati messi lì da parlamentari che rappresentano gli italiani.
La nostra è un democrazia rappresentativa e non diretta.

Invece la verità è proprio che i politici che fanno scelte di ogni tipo, fra cui anche quella di nominare di tecnici, non rappresentano per nulla gli italiani.
Sanno che si stava rompendo il giocattolo da cui loro traggono enormi benefici e hanno messi un tenico per riaggiustarlo per poterlo risfruttare a proprio uso e consumo.
Se nonc i liberiamo di tutti questi farabutti che ormai alcuni sono convinti di essere anche brava gente talmente hanno la visione deformata della realtà, non cambierà niente.
Se io penso che nel 2013 potremmo ritrovarci al Bindi ministro, Gasparri presidente di qualche camera, Dini presidente della Repubblica, la Finocchiaro viceministro, e poi ancora in ordine sparso: Rutelli, Bersani, Fini, Cicchitto, Letta, Letta, ecc...ecc... mi si accappona la pelle.
Magari con l'intento di portare il "cambiamento".

io ormai sono stanco di credere che la democrazia rappresentativa è una aberrazione della Democrazia. La democrazia ddeve essere partecipativa.
la partecipazione diretta è, pur nella sua umana imperfezione, quello che io auspico.
Cosa che, stranamente, si realizzò in parte nella prima metà dell'era fascista!

Monty è solo uno che deve accompagnare l'Italia fino al fallimento col compito di salvare le banche!

Innanzi tutto evitano di metterci la faccia nel compiere manovre difficili che vanno al di là della demagogia di ci loro si nutrono.
Un governo tecnico è un ottimo capro espiatorio da apoggiare quando le cose vanno bene e rinnegare quando le cose vanno male magri con il roboante discorso del "l'avevamo detto".

mi viene in mente una frase letta in giro per la rete...

quando i politici inizieranno a suicidarsi, allora, e solo allora, potremmo dire di
essere usciti dalla crisi

bella

Ma quali Fratelli d'Italia?


Ogni volta che sento l'inno di Mameli son preso da convulsioni. “Fratelli d'Italia”. Fratello di chi? Di Giuliano Ferrara, tanto per fare un nome a caso, che l'altra sera nella sua spudorata Radio Londra tuonava contro i faziosi e “la faziosità che ottunde l'intelligenza”, di Angelo Panebianco, di Ernesto Galli della Loggia, di Napolitano, di Napoletano, dei napoletani 'disoccupati organizzati' (li ho seguiti per vent'anni, erano sempre gli stessi, ben vestiti, manifestavano per un paio d'ore in piazza Municipio strillando “fateci faticà”

- ma dai - poi giravano l'angolo e salivano su una Bmw, oggi ci saranno i loro figli - la prossima volta voglio rinascere 'disoccupato organizzato', a Napoli), dei Fabrizio Cicchitto, degli Eugenio Scalfari, dei Ferdinando Adornato, dei Massimo D'Alema, dei Walter Veltroni o di quel 'grillino che è in me', così splendidamente descritto da Marco Travaglio, che li ricomprende tutti? Se ne avessi il destro li sbudellerei, con tranquilla coscienza, sicuro di non commettere un fraticidio.

“Stringiamoci a coorte, siam pronti alla morte!”. Ma va là. Questo può valere per qualche gruppuscolo di preitaliani (l'Inno di Mameli è del 1847), non per gli italiani propriamente detti, salvo singole, rare e per questo ancor più ammirevoli eccezioni (Salvo d'Acquisto, Fecia di Cossato, Durand de la Penne) che non fan certo 'coorte'.

I 'Fratelli d'Italia' han fatto due guerre e tutte e due le volte le hanno cominciate da una parte e finite dall'altra, quella dei vincitori. Nella seconda con quell'alleato non bisognava allearsi, ma è troppo comodo, troppo facile, quando, in una lotta per la vita e per la morte, si profila la sconfitta pugnalarlo alle spalle facendo anche della giornata della vergogna, l'8 settembre, una festa nazionale. Ma forse è giusto così perchè quella festa rispecchia il carattere dei 'Fratelli d'Italia', più che del popolo, delle sue classi dirigenti così ben descritte da Curzio Malaparte in una pagina magistrale de 'La rivolta dei santi maledetti' quando a Caporetto i fanti-contadini, stufi di farsi massacrare in omaggio alla teoria omicida dell' 'attacco frontale' del generale Cadorna, ruppero le righe: “Fuggivano gli imboscati, i comandi, le clientele, fuggivano gli adoratori dell'eroismo altrui, i fabbricanti di belle parole, i decorati della zona temperata, i cantinieri, i giornalisti, fuggivano i napoleoni degli Stati Maggiori, gli organizzatori delle difese arretrate, i monopolizzatori dell'eroismo degli angoli morti e delle retrovie, decisi a tutto fuorchè al sacrificio, fuggivano gli ammiratori del fante, i dispensatori di oleografie e di cartoline illustrate, gli snob della guerra, gli 'imbottitori di crani', gli avvocati e i letterati dei comandi, i preti del Quartier Generale e gli ufficiali d'ordinanza, fuggivano i 'roditori' della guerra, i fornitori di carne andata a male e di paglia putrefatta, i buoni borghesi quarantotteschi che non volevano dare asilo al fante perchè portava in casa pidocchi e cenci da lavare e parlavano del Re come del “primo soldato d'Italia”, fuggivano tutti in una miserabile confusione, in un intrico di paura, di carri, di meschinerie, di fagotti, di egoismi, e di suppelletteli, fuggivano tutti imprecando ai vigliacchi e ai traditori che non volevano più combattere farsi ammazzare per loro” (un tempo esistevano ancora dei giornalisti).

Spiace per Goffredo Mameli, che sognava l'Italia unita e, coerente con le sue idee e con ciò che scrisse, morì giovanissimo, a soli ventidue anni, in battaglia, ma questo ritratto impietoso vale per i 'Fratelli d'Italia' di ieri e soprattutto per quelli di oggi.

Massimo Fini

Il Fatto Quotidiano, 12 maggio 2012

Quando muore una persona ci vuole sempre il massimo rispetto. Ma è normale suicidarsi, lasciando moglie e figli per la perdita del lavoro?

a volte si cade in uno stato depressivo che fa fare gesti sconsiderati. Anche senza moglie e figli bisogna credere nelle nostre capacità.

Spesso queste persone covano il malessere dentro.
Una persona che ha fatto un gesto di questo io l'ho conosciuta, l'ho vista nascere e l'ho vista qualche giorno prima di quel terribile giorno.
Non avevo mai sospettato niente, nessuno poteva immaginare una cosa simile.
Giustificare non si può, ma giudicare nemmeno, perchè se quella persona ha fatto quel gesto è perchè sicuramente aveva un dolore dentro che noi non possiamo comprendere. Non credo neanche al discorso che è un gesto da vigliacchi perchè si fugge dai problemi. Io non credo che uno si toglie la vita per sfuggire dai problemi.
Forse si è schiacciati dai problemi come quelli che malati soffrono talmente tanto il dolore che chiedono l'eutanasia.
Nessuno si deve permettere di giudicare, cercare di capire si, giudicare NO.