Nella tua presa x il culo, non hai capito la battuta di maxblu ....cambia dieta! [/quote]

io adoro questo FORUM

Quale battuta?
Io ho capito quella di Enzo nei confronti di maxblu...e mi sembra che anche gianiro l'abbia capita...che confusione!!!
Comunque non prendertela Jack...si sa, nella botte piccola...

ma non la sapete la legge della L capovolta???

non è vera!!!.....io ne sono la dimostrazione!!!!.... ......

nel senso che sei vasciuliddu macari di davanti??????????

ou cuntrariu cumpa' giacumi'.......sugnu longu......unna veniu veni... .....

a pero' in un topic del genere fare questi doppi sensi... .......kpax sgridali tu!!!.....e itivi a cunfissari....

ma cu è giacumì.....Jack???

io cosi' traduco.......Jack=giacomo....è inglese....

non per essere polemico con chi porta i messaggi della madonna, ma siamo sicuri che non ha mai invitato i cattolici a scollarsi il sedere dalle sedie e a fare qualcosa contro i popoli massacrati come quello palestinese?
Aspetto ancora che un Papa si affacci dalla finestra e inviti i "cugini" ebrei a farla finita con un olocausto che dura da decenni.

Penso che ci abbiano provato... ma questi sono popoli di dura cervice... sordi persino alle parole di Dio, tra l'altro non hanno accettato nemmeno il suo Figlio...
Si sono fissati con questa terra... quando poprio Gesù e anche la madonna ci ripetono instancabilmente di non attaccarci alle cose materiali,di non porre il nostro cuore a ciò che è terreno perchè tutto passerà.La cosa veramente importante è invece amare il prossimo e condividere con lui quello che si è ricevuto gratuitamente da Dio.
Si vivrebbe così in pace... ma va faccillu capiri...

scusami, ma la situazione è un pò complicata. I palestinesi come possono condividere la loro casa con chi gliel'ha tolta e gli ha tolto pire diritti e risorse?
Quando la convivenza si cerca coi carri armati è giustificabile che chi non ha più niente e deve ragionare con i cingolati dell'oppressore preferisca farla finita facendosi saltare in aria per difendere in un estremo gesto il suo popolo e la sua terra.
Come si può amare chi porta sangue in casa tua?
Mi sorprendo del silenzio di chi osserva

alla vigilia della pasqua del 2000, Giovanni Paolo II si recò in palestina...per dare un segnale forte di pace e riconciliazione tra i 2 popoli che si contendono una terra...che è di entrambi!:

Il Papa: "Una patria
per i palestinesi"

BETLEMME - Il terzo giorno del suo pellegrinare Giovanni Paolo II arriva nella futura "Palestina". Basta con i tormenti al popolo palestinese, è il suo grido di denuncia. "Il popolo palestinese ha il diritto naturale ad avere una patria", è il suo incoraggiamento.

Sono appena otto chilometri da Gerusalemme a Betlemme. Sulla via di Hebron, che dalla Città Santa porta al paese dove nacque Gesù, camionette militari, auto di polizia, soldati con i fucili spianati e artificieri si affollano alle sei di mattina intorno al posto di controllo 300. C'è un "oggetto sospetto" in mezzo alla strada. Un botto enorme si spande per l'aria mattutina: gli artificieri lo hanno fatto esplodere. Nessuno si scompone. Gli operai palestinesi, che in jeans, giaccone, coppola o kefiah vanno ogni alba dai "Territori" a Gerusalemme per lavoro, continuano incuranti il loro cammino. Contromano arrivano i pellegrini, che si affrettano verso la messa papale. Molti i giovani. Una suora in saio francescano avanza con un ramo di palma.

Non fosse per il posto di blocco, non si avverte stacco, soluzione di continuità fra Israele e "Palestina". Le stesse case di pietra chiara, gli stessi vicoli, gli stessi prati di ulivi scampati all'espansione edilizia. Di qua e di là dal confine l'inglese è la lingua universale. Snack, stores, pizza, jewellery sono le parole che punteggiano le insegne delle botteghe.

D'altronde, a prima vista, un viaggiatore come potrebbe indovinare se la tomba di Rachele o le sorgenti di Davide sono in una terra o nell'altra? In modo misterioso questi due popoli sembrano condannati (o destinati) a vivere insieme. Papa Wojtyla arriva in elicottero. Accolto da Arafat, che si asciuga continuamente gli occhi per l'emozione. Questo giorno, il vecchio combattente in kefiah bianco- nera lo sognava da tantissimi anni. Giovanni Paolo II gli dà anche la gioia di baciare la terra palestinese, che un bimbo e una bimba gli offrono in una ciotola di rame intessuta di croci. Baciare la terra è come riconoscere la sovranità della patria palestinese. (Commento inappuntabile del portavoce papale Navarro: "Sarebbe stranissimo se il Papa non baciasse il suolo del luogo dov'è nato Gesù").

Nel palazzo presidenziale di Betlemme Arafat esibisce dinanzi a Giovanni Paolo II la coreografia della statualità. Picchetti d'onore, bandiere, inni nazionali, persino una piccola sfilata di un reparto in armi e una lunghissima teoria di notabili politici e religiosi (musulmani), che fanno coda per stringere la mano al pontefice. "Gerusalemme capitale eterna palestinese", è la piccola punzecchiatura che Arafat infligge agli israeliani, approfittando del discorso indirizzato al Papa. Ma in generale la moderazione è la nota predominante del suo intervento. Arafat invoca i "costruttori di pace", esalta Gesù profeta dell'amore, cita il Vangelo, così come poi seguirà attentamente la messa papale nella piazza centrale di Betlemme. Dal Papa si attende molto. "Questa Terrasanta da tanto tempo sofferente - dichiara - ha bisogno delle vostre preghiere e dei vostri sforzi". La replica del Papa è calorosa: "Pace per il popolo palestinese! Pace per tutti popoli della regione!". E poi Wojtyla prorompe: "Nessuno può ignorare quanto il popolo palestinese ha dovuto soffrire negli ultimi decenni. Il vostro tormento è dinanzi agli occhi del mondo. Ed è andato avanti troppo a lungo". Non ci sarà pace, spiega, senza salde garanzie per tutti i popoli della regione, sulla base del diritto internazionale e delle risoluzioni dell'Onu. (Quelle che stabiliscono le frontiere del 1967 e il diritto degli arabi alla loro parte di Gerusalemme).
C'è un gioco di contrappunto raffinato nei saluti ufficiali di Wojtyla in Israele e in "Palestina". Caro è il presidente Weizman, caro è il presidente Arafat. Arrivando in Israele, il Papa si dice emozionato, a Betlemme palestinese si proclama felice. Gli israeliani sono salutati come fratelli, i palestinesi sono chiamati amici.

Nella piazza della città, dove Wojtyla celebra messa, il clima è vivace e festoso. Una cometa bianco-gialla campeggia sopra l'altare. Dappertutto ritratti di Arafat col Papa e festoni di palme e palloncini. Salve di fischi affettuosi salutano l'arrivo del pontefice. A metà rito irrompe inaspettatamente l'Islam.

Giovanni Paolo II ha appena terminato la sua omelia, quando dall'alto del minareto scende sulla piazza il grido prolungato del muezzin, che chiama alla preghiera proclamando che Allah è grande e Maometto il suo Profeta. La messa si arresta, tacciono i cori, i visi di preti e cardinali si fanno straniti. Il Papa ascolta in silenzio rannicchiato sul suo seggio. Per un pugno di minuti tutto è fermo. Ma si viene a sapere che il muezzin ha ritardato apposta ed ha accorciato la sua invocazione per non interrompere il Papa: un gesto delicato di dialogo interreligioso. La giornata non è finita. C'è la visita al campo profughi e l'incontro ufficiale di addio con Arafat. Il Papa esorta al dialogo "paziente e coraggioso". Il leader palestinese sprizza contentezza. Fa leggere un decreto che concede al pontefice la medaglia Betlemme Duemila per "i cinquant'anni di appoggio al popolo palestinese" e con il garbo dell'ospite orientale mette delicatamente al collo di Wojtyla il collare verde dell'onoreficenza. "Dopo c'è la resurrezione", afferma Wojtyla con un sorriso. "E noi siamo alla vigilia della resurrezione", replica il leader dell'Olp, baciandogli due volte le mani.

(23 marzo 2000)


puoi dire ancora che nessun papa ha mai fatto nulla?

che emozione leggere queste righe...