Ho rivisto un servizio in cui una giovane giornalista chiede a Paolo Borsellino "dottore, ma lei ha paura?" E lui fissandola negli occhi: " si, ho paura. L’importante è avere tutti più coraggio"

La riflessione che mi suggerisce è che questo coraggio è quello che dobbiamo augurarci tutti, ognuno di noi. Perché il nostro dire sia sempre più coerente col nostro fare e perché il coraggio penetri con forza in ognuno di noi. Perché questa non è opera di navigatori solitari ma bisogna che si prenda coscienza che il cambiamento e la speranza hanno sempre più bisogno non dell’ IO ma del NOI.

In Italia abbiamo la paura inconscia, cioè quella paura che ci fa dire "Non so niente, non ho visto niente" e non chiamiamola omertà. Se ci riferiamo ad uno dei paesi europei, dove le leggi funzionano e bene, non c'è paura di denunciare. Dal piccolo crimine all'assassinio, la gente fa nomi e riferimenti e va a testimoniare senza problemi, perchè dalla parte dello Stato c'è la garanzia di tutela. In Italia invece se denunci o testimoni , e già la polizia che riferisce all'interessato chi è stato a denunciarlo, e sto èarlando di crimini particolari, non mi riferisco alla denuncia per rumori molesti o altro.
Quindi se non si prende coscienza del fatto che lo Stato deve proteggere a tutti i costi il cittadino onesto, non ci sarà mai la denuncia facile. Ci sarà sempre paura. Ma grazie a Dio stiamo viaggiando verso questa meta.