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| siciliano ha scritto: tu puoi accorgerti che nessuno sta in piedi pur sapendo che nemmeno tu non nstai in piedi. I valori ce li abbiamo ma non amergono. Timore, paura di perdere, benessere illusorio, incapacità di andare contro, ci freneno, ci immobilizzano. Speriamo solo che qualcuno, non noi, agisca anche per conto nostro. E li saremo pronti a sostenerlo coi nostri incitamenti e con mille email. Non vedo in nessuno la voglia di mettersi in gioco, a meno che non si abbia più di una garanzia di avere il culo parato. e allora tutto quello che vorremmo, quello che sogniamo, quello che non possiamo avere trova comprensibile sfogo nello sballo, nel non vedere, nellìaiuto di una bottiglia. | |
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sono contenta che dopo un pò di ilarità si è preso il discorso sul serio.
io ritengo i giovani l'anello debole della società. debole non perchè li considero in negativo come spesso si fa quando si parla di essi , ma perchè sono quelli che più pagano l'incompetenza del mondo adulto di fare il proprio dovere e non solo di educatori ma di dispensatori di amore, di fiducia.
Alcool , droga , così come altre manifestazioni psicologiche che oggi si manifestano sempre più in anticipo come età di insorgfenza quali depressione, anoressia ( per dirne alcuni e non tediarvi ulteriormente) sono tutte aspetti pragmatici del disagio cioè le manifestazioni visibili di esso. e questo disagio nei giovani nasce dal fatto che l'adulto con loro ha fallito già nella prima infanzia.
Il mio non è un discorso di critica verso gli adulti ma sono fortemente convinta che oggi risulta più difficile agli adulti il loro compito nei confronti delle nuove generazioni. Non è una mancanza di volontà ma penso sia necessario che essi vengano guidati nei loro compiti educo-formativi.
Ma per fare questo prima è necessario che l'adulto si renda conto delle sue difficoltà e che sia disposto a chiedere umilmente aiuto.
scusate il mio intervento, non volevo fare la maestrina è solo che questi argomenti mi prendono nell'anima