La crisi mondiale è senza precedenti....come perdita di Pil e di occupati nel mondo gli economisti piu esperti la paragonano addirittura a quella del 1929 se non peggiore...c'è da dire che magari si parte oggi da un livello di benessere decisamente piu alto rispetto al 1928 e che ci sono(pochi e mal usati...ma ci sono) strumenti di protezione economica-sociale.

C'è poco da stare allegri....andranno persi decine di milioni di posti di lavoro nel mondo e la situazione è ovviamente peggiore per chi il lavoro non l'aveva all'inizio della crisi...o l'aveva ma era precario.

Tornando al contesto nazionale...direi che un contesto nazionale non esiste.Al nord ci sono tassi di disocupazione in Linea con i paesi piu avanzati del mondo al sud non lontani a quelli del terzo mondo.Quello che accuma L'italia invece è la differenza sostenziale fra lavoro offerto e lavoro cercato.
Il numero di laureati è ancora relativamente basso ma nonostante cio ci sono molti,molti meno posti per laureati rispetto alla domanda.Non scordiamoci che L'Italia era un paese agricolo fino alla seconda guerra mondiale,poi uno industriale e solo da qualche decennio cerca di virare verso un paese incentrato sul terziario
Ci si trova cosi di fronte e situazioni paradossali....dove una laurea (ma anche studi post laurea) non diventa piu un vantaggio nella ricerca del lavoro ma anzi una zavorra perchè toglie anni buoni per far esperienza e " carriera"
Per non parlare poi della modalità con cui si trova lavoro......RACCOMANDAZIONE....se i pochi posti disponibili vanno a chi è predestinato allora la situazione si fa veramente drammatica

condivido pienamente, una delle soluzioni è provare a crearselo un posto di lavoro in questo modo lavora chi se lo crea ed in caso i dipendenti!!

io da quando c'è crisi lavoro il triplo...
e nessuno mi da lavoro, me lo cerco io