nella lunga storia di gela ...tra le iinumerevoli pervenute c'è anche il fatto che siamo stati i primi in italia ad essere liberati dagli alleati..visto che è domani in rete ho trovato questo album di foto che può fare piacere alla popolazione gelese che può ricordare attraverso queste immagini...da premettere sono molte:
prima vi dico come sono andati i fatti:da wikipedia
L'operazione Husky fu la prima invasione alleata del suolo italiano che durante la seconda guerra mondiale permise, con l'utilizzo di sette divisioni di fanteria (tre britanniche, tre statunitensi e una canadese) l'inizio della campagna d'Italia. L'operazione Husky costituì una delle più grandi azioni navali mai realizzate fino ad allora. Le grandi unità impegnate appartenevano alla 7ª Armata USA al comando del generale George S. Patton, e l'8ª Armata britannica al comando del generale Bernard Law Montgomery, riunite nel 15º Gruppo di Armate, sotto la responsabilità del generale inglese Harold Alexander.
Si tratta della campagna all'interno della quale si verificò lo sbarco in Sicilia (a Licata, tra Gela e Scoglitti e tra Pachino e Siracusa) delle forze alleate, tra il 9 e il 10 luglio 1943, cui presero parte circa 160 000 uomini.
Le forze navali alleate
Nave inglese colpita da un bombardiere tedesco durante lo sbarco a Gela l'11 luglio
Le forze da sbarco, precedute da uno sfortunato lancio di paracadutisti (oltre al fatto che nessuna delle unità scese nel luogo stabilito e che molti parà vennero catturati, 23 dei 144 Dakota, lungo la rotta di ritorno, sorvolarono le navi alleate,e scambiati per bombardieri dell'Asse vennero abbattuti) erano protette e scortate da una formidabile flotta combinata.
Il comando della Regia Marina, nonostante le solenni promesse, si guardò bene dal frapporre la propria flotta da battaglia, che pure era intatta, tra le coste siciliane e le forze navali alleate. La decisione fu in qualche modo giustificata dal fatto che, in assenza di adeguata copertura aerea, le corazzate e gli incrociatori italiani sarebbero salpati per una missione suicida. Tuttavia neppure i sommergibili in agguato a sud della Sicilia ottennero risultati.
La flotta alleata contava quattro corazzate (HMS Nelson, HMS Rodney,HMS Warspite e HMS Valiant, quest'ultima appena rientrata in servizio dopo l'attacco di Alessandria), più altre due di riserva ad Algeri ("Forza Z" con le corazzate HMS Howe e HMS King George V), le portaerei HMS Formidable e HMS Indomitable, gli incrociatori HMS Orion, HMS Newfoundland, HMS Mauritius e HMS Uganda, gli incrociatori contraerei HMS Aurora, HMS Penelope, HMS Euryalus, HMS Cleopatra, HMS Sirius e HMS Dido , e 27 cacciatorpediniere. Le forze di appoggio diretto contavano 2 monitori, l'incrociatore Dehly, 8 cacciatorpediniere, 4 cannoniere, 5 mezzi da sbarco trasformati in batterie galleggianti, e 6 mezzi da sbarco con lanciarazzi. La US Navy per parte sua schierava cinque incrociatori (USS Boise, USS Savannah, USS Philadelphia, USS Brooklyn e USS Birmingham), oltre a 25 cacciatorpediniere e a un monitore britannico. Da notare anche la presenza tra queste forze di unità appartenenti a paesi occupati, come Olanda e Grecia.Con l'appoggio di queste forze le prime truppe toccarono terra nelle prime ore del 10 luglio.
Le forze terrestri
Le forze dell'8ª Armata (il XXX Corpo d'armata formato dalla 1ª Divisione canadese, la 51ª Divisione e la 231ª Brigata Malta, e il XIII Corpo d'armata costituito dalla 5ª e dalla 50ª Divisione) sbarcarono nei tratti di costa compresi tra la penisola di Pachino e la piazzaforte di Siracusa-Augusta, sul versante ionico, ad eccezione della 1ª Divisione canadese che sbarcò più a sud. Due brigate, la 1ª Brigata Paracadutisti e la 1ª Brigata Aviotrasportata (su alianti), distaccate dalla 1ª Divisione Aviotrasportata britannica furono aviosbarcate dietro le linee italiane per conquistare dei punti chiave.
La 7ª Armata di Patton sbarcò quattro divisioni (la 1ª, la 2ª corazzata, la 3ª e la 45ª) nel tratto di costa compreso fra Gela e Licata. L'82ª Divisione Aviotrasportata fù invece aviosbarcata tra Gela e Scoglitti. Di fronte a queste forze c'erano delle divisioni denominate costiere, in particolare la 206ª nell'estremo sud-est dell'isola, la 207ª tra Agrigento e Licata e la 18ª Brigata costiera sulla costa di Gela. Furono queste unità, oltre alle batterie costiere, a sopportare l'urto dello sbarco americano. Il fuoco di controbatteria delle navi da guerra e l'appoggio aereo favorirono la rapida attestazione delle forze di invasione, anche se nei punti maggiormente muniti di artiglieria costiera la lotta fu piuttosto aspra. Nei numerosi tratti di costa privi di difesa le truppe alleate poterono avanzare dai punti di sbarco senza difficoltà. Nell'entroterra erano presenti la divisione Livorno e la divisione Hermann Göring, oltre alla male armata Napoli. In riserva momentanea la 15ª Divisione corazzata tedesca, divisa in gruppi tattici, non aveva più di 65 carri. A ovest erano schierate le divisioni italiane Aosta e Assietta. Al comando delle forze dell'Asse, da Berlino fu inviato Hans-Valentin Hube.
La Sicilia si arrende
Il generale Patton a Palermo riceve il 28 luglio 1943 il gen. Montgomery all'aeroporto
Dopo una serie di bombardamenti dalle navi e di attacchi aerei la settima armata americana alle 2,45 iniziò lo sbarco nella notte a Licata di 20 mila uomini. Gli altri sbarchi avvennero a Gela, dove tremila paracadutisti furono lanciati nell'entroterra, e a Scoglitti, nel ragusano. In 24 ore 160 mila uomini furono sbarcati. Tra il 10 e l’11 luglio la divisione tedesca “Hermann Goering” e quella italiana “Livorno” contrattaccarono gli americani nella piana di Gela, dove fu combattuta una terribile battaglia; sul fiume Simeto fu combattuta un’altra durissima battaglia che impegnò gli inglesi dell’Ottava Armata, bloccando la loro avanzata verso Catania. Il 16 luglio gli americani arrivarono ad Agrigento. Nonostante l'eroismo di gran parte delle forze dell'Asse, la Sicilia fu liberata in soli 38 giorni quando, il 17 agosto, le truppe Alleate entrarono a Messina, dopo aver conquistato Palermo il 22 luglio e Catania il 5 agosto. I tedeschi con un ponte di barche riuscirono a trasferire in Calabria la gran parte delle loro truppe.
A capo dell'amministrazione militare alleata della Sicilia occupata, di competenza dell'AMGOT che venne battezzata in questa occasione, fu indicato Charles Poletti.
ORA VI RCCONTO QUALCHE COSA IO:
Si narra che dalla colinetta dove adesso sorge il municipio un soldato (o comunque un uomo con una mitragliatrice) fece pressione agli alleati ostacolando la loro avanzata sulla costa.Poi gli alleati capirono che chi sparava era un uomo solo e gli fecero un imboscata da dietro approfittando del fatto che non avesse i fianchi e le spallle coperte.Fu pugnalato.Non so bene chi fosse ma piu in la farò una ricerca anche per sapere se è leggenda o meno.
Inoltre una cosa che sentii qundo ero a gela è che l'esercito italiano si lancio in un eroico attacco sulla piana(da premettere che i nostri soldati non avevano lo stesso equpaggiamento bellico alleato)che finii in tragedia in quanto gli americani usarono direttamente le cannonate delle navi per fermare l'avanzata oltre che all'aviazione.dimostrazione di ciò di questa straziante storia i brandelli e le medagliette che ogni tanto si trovano(trovano dei coltivatori) nella piana.
avrei moltissime storie ma è meglio mettere queste foto frutto di una straordinaria testimonianza..dimenticavo lo statoi americano ha dei filamti girati a gela durante lo sbarco magari si riconoscde qualche parente...
inoltre in america c'è una base
augello nel suo l ibro "uccidi gli italiani:gela 1943 la battaglia dimenticata "scrive:
Le sagome nere delle navi sono più numerose delle barche intorno alla tonnara. Le navi sbarcano cannoni, carri armati, autoblinde, soldati come dal cappello di un prestigiatore. Le batterie costiere sono sommerse dai tiri dei grossi calibri. Sembra un film: il mare che brilla sotto la luna, le rapide vampate dei cannoni che lo illuminano come sotto una scarica di flash, le scie rossicce dei proiettili traccianti, i mezzi da sbarco che vomitano uomini e materiali, i soldati che saltano in acqua, le bombe che rivoltano il litorale, sradicano i vigneti, squarciano le case, sgretolano i bunker, riempiono le trincee di terriccio, sassi, fichi d'india, pezzi d'agavi e cadaveri. Con la luce cadono gli ultimi dubbi: lo sbarco è riuscito. Il bagnasciuga di Mussolini, che doveva essere la tomba degli invasori, sarà la cartina di tornasole della sconfitta.
La difesa italiana è discontinua: vile in alcuni comandi, generosa, in parte, a livello di truppa, povera di mezzi e mobilità. I ragazzi della divisione «Livorno» si battono bene e si caricano sulle spalle, insieme alla "Goering", il peso della resistenza. La lotta si svolge nello stridente concerto delle cicale, a 40 gradi all'ombra, con la tortura della sete. La sproporzione delle forze in campo è evidente: gli Alleati hanno la tecnologia, i tedeschi i Panzer, gli italiani le braccia. La raccogliticcia divisione "Assietta" si sfalda ma sulle spiagge e nella piana di Gela la "Livorno" fa miracoli contro la devastante potenza di fuoco nemica. I parà inglesi sono determinati ("Uccidi gli italiani", è la loro parola d'ordine) e gli americani si ispirano al generale Patton, celebre per il suo "si fottano, nessun prigioniero". Ma i fanti della "Livorno" resistono fino all'ultimo, perdendo 2.200 uomini nell'inferno di Gela e scrivendo una pagina coraggiosa e sfortunata.....
eccovi le foto
http://picasaweb.google.com/palermoricordi/Gela10Luglio1943#