Ma come mi stanno sul.......................
da libero:
Sud Tirolo: "Via dall'Italia"
L'irredententismo ha trovato un nuovo vigore, la contrapposizione tra le due etnie è sempre più radicata. L'ultimo attacco arriva dalla Provincia: i terroristi che negli anni Sessanta misero le bombe contro gli italiani erano combattenti
di Redazione
Ora la provincia di Bolzano ha 3 miliardi di euro l'anno, 430mila abitanti di cui due terzi di lingua tedesca, un terzo di lingua italiana, poi ladini e misti, un tasso di disoccupazione del 2,5% (la media in Italia nel 2008 era del 6,8%). Sono i numeri snocciolati con orgoglio di un piccolo paradiso che tanto paradiso non è, visto il serpeggiare dell'astio nei confronti di una nazione a cui il Sud Tirolo appartiene ma che rifiuta sempre più con ogni mezzo. La ragione li porta a riconoscere che l'Italia dà loro molte più libertà di quelle che gli riconoscerebbe l'Austria, ma il cuore è chiaramente da un'altra parte.
Il governatore Luis Dürnwalder, uno che pure ha chiesto l'annessione all'Austria più volte e che è considerato l'uomo della mediazione non dorme sonni tranquilli. E non si tratta di scritte sui muri - «via dall'Italia» -, espressioni colloquiali («voi italiani»), nomi italiani che scompaiono per lasciare il posto a quelli in tedesco. «Sono preoccupato. È in corso un gioco al massacro» ha detto al Corriere della Sera, «La contrapposizione tra le due etnie è sempre più radicale. Noi moderati della Svp (Partito popolare sudtirolese, ndr) abbiamo sul collo il fiato della destra, e voi dovete aiutarci. L'Italia dia un segno non ostile, rimuovendo i simboli fascisti da Bolzano». Si riferisce al monumento dell'Alpino di Merano.
Come lui la pensa il presidente del Consiglio provinciale Della Sbarba: «Avanti così, a sobillare, e salta la pace interetnica». Nei giorni scorsi, dice, «l'Svp ha modificato il proprio statuto per non permettere più la candidatura di persone di lingua italiana. Per paura del declino, rompe la convivenza democratica, e rischia di cancellare tutto quel che è stato costruito con fatica». L'ultimo episodio è avvenuto ieri, col voto del parlamento della Provincia, che ha riconosciuto il titolo di «combattenti per la libertà» agli uomini che negli anni Sessanta misero le bombe contro gli italiani. Un successo per Eva Klotz, la pasionaria dell'autodeterminazione tirolese, che un mese fa aveva dovuto incassare il no alla sua proposta di far adottare alla provincia l'inno tirolese, (eventualmente tradotto in italiano). «L'inno provinciale deve essere qualche cosa che unisce e non che divide» aveva detto Dürnwalder, «D'altro canto in nessuna regione italiana esiste un analogo inno e non si vede perché debba essere deciso per legge in questo senso in Alto Adige».
«Il nostro partito ha perso la bussola», ha ammesso un'altra voce autorevole, Leopold Steurer, storico della Svp. Oggi accusa: dopo un paio di sconfitte elettorali a vantaggio dell'estrema destra il partito si è messo a cavalcare le pulsioni, «Senza tenere conto degli effetti della scelta su una gioventù imbevuta di irredentismo e nazionalismo». Oswald Ellecosta, un dirigente sempre della Svp: il 25 aprile non è la nostra festa, «Noi sudtirolesi siamo stati liberati nel 1943 dalla Wehrmacht». Il sindaco di Bolzano fa quel che può con una maggioranza esigua di centrosinistra, così come il centrodestra italiano che ha presentato denuncia per vilipendio alla nazione.
[img]Sud Tirolo: "Via dall'Italia"
L'irredententismo ha trovato un nuovo vigore, la contrapposizione tra le due etnie è sempre più radicata. L'ultimo attacco arriva dalla Provincia: i terroristi che negli anni Sessanta misero le bombe contro gli italiani erano combattenti
di Redazione
Ora la provincia di Bolzano ha 3 miliardi di euro l'anno, 430mila abitanti di cui due terzi di lingua tedesca, un terzo di lingua italiana, poi ladini e misti, un tasso di disoccupazione del 2,5% (la media in Italia nel 2008 era del 6,8%). Sono i numeri snocciolati con orgoglio di un piccolo paradiso che tanto paradiso non è, visto il serpeggiare dell'astio nei confronti di una nazione a cui il Sud Tirolo appartiene ma che rifiuta sempre più con ogni mezzo. La ragione li porta a riconoscere che l'Italia dà loro molte più libertà di quelle che gli riconoscerebbe l'Austria, ma il cuore è chiaramente da un'altra parte.
Il governatore Luis Dürnwalder, uno che pure ha chiesto l'annessione all'Austria più volte e che è considerato l'uomo della mediazione non dorme sonni tranquilli. E non si tratta di scritte sui muri - «via dall'Italia» -, espressioni colloquiali («voi italiani»), nomi italiani che scompaiono per lasciare il posto a quelli in tedesco. «Sono preoccupato. È in corso un gioco al massacro» ha detto al Corriere della Sera, «La contrapposizione tra le due etnie è sempre più radicale. Noi moderati della Svp (Partito popolare sudtirolese, ndr) abbiamo sul collo il fiato della destra, e voi dovete aiutarci. L'Italia dia un segno non ostile, rimuovendo i simboli fascisti da Bolzano». Si riferisce al monumento dell'Alpino di Merano.
Come lui la pensa il presidente del Consiglio provinciale Della Sbarba: «Avanti così, a sobillare, e salta la pace interetnica». Nei giorni scorsi, dice, «l'Svp ha modificato il proprio statuto per non permettere più la candidatura di persone di lingua italiana. Per paura del declino, rompe la convivenza democratica, e rischia di cancellare tutto quel che è stato costruito con fatica». L'ultimo episodio è avvenuto ieri, col voto del parlamento della Provincia, che ha riconosciuto il titolo di «combattenti per la libertà» agli uomini che negli anni Sessanta misero le bombe contro gli italiani. Un successo per Eva Klotz, la pasionaria dell'autodeterminazione tirolese, che un mese fa aveva dovuto incassare il no alla sua proposta di far adottare alla provincia l'inno tirolese, (eventualmente tradotto in italiano). «L'inno provinciale deve essere qualche cosa che unisce e non che divide» aveva detto Dürnwalder, «D'altro canto in nessuna regione italiana esiste un analogo inno e non si vede perché debba essere deciso per legge in questo senso in Alto Adige».
«Il nostro partito ha perso la bussola», ha ammesso un'altra voce autorevole, Leopold Steurer, storico della Svp. Oggi accusa: dopo un paio di sconfitte elettorali a vantaggio dell'estrema destra il partito si è messo a cavalcare le pulsioni, «Senza tenere conto degli effetti della scelta su una gioventù imbevuta di irredentismo e nazionalismo». Oswald Ellecosta, un dirigente sempre della Svp: il 25 aprile non è la nostra festa, «Noi sudtirolesi siamo stati liberati nel 1943 dalla Wehrmacht». Il sindaco di Bolzano fa quel che può con una maggioranza esigua di centrosinistra, così come il centrodestra italiano che ha presentato denuncia per vilipendio alla nazione. [/img]
tra tutti sono i peggiori ma come mi stanno sulle-....................