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OMS a GELA 
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Messaggio Re: OMS a GELA
Inizialmente si voleva costruire nei pressi del fiume Dirillo ma decisero di costruirla li perchè il posto di lavoro è meglio averlo vicino casa. Bestiale paradosso.

Lo stabilimento resterà in attività fino a quando gli conviene non per solidarietà verso chi ci lavora.
I dipendenti ENI rischiano solo di doversi trasferire in caso di chiusura non rischiano per niente il posto di lavoro.
Quelli dell'indotto sono ridotti a quattro gatti già in precario stato occupazionale.
Tutta st' immensa catastrofe che ci vedete voi io la vedo notevolmente ridotta.
Il fatto è che gli interessi nordici in questa italiastra vengono sempre prima della salute dei Siciliani.


Questo tanto per saperne di più:
La chiusura della raffineria di Rho (MI) fu decisa nel 1993, sia in funzione di un piano di razionalizzazione delle attività industriali dell'Eni nella raffinazione sia al fine di contribuire, d'intesa con la Regione, al decongestionamento di un'area sottoposta nel tempo a una progressiva forte urbanizzazione.Il recupero dell'area è iniziato subito dopo la chiusura della raffineria (con le attività di svuotamento, rimozione sgombero degli impianti e delle attrezzature, messa in sicurezza del terreno) e sarà portato a compimento senza tempi morti e senza soluzione di continuità.
L'Eni è già impegnata nel completamento del processo di bonifica del sito, il primo lotto entro la fine dell'anno e il secondo entro il 30 giugno 2003, con tempi e modalità indicati negli accordi di programma stipulati tra Regione, Provincia, Comuni e Fondazione nel marzo 1994 e nel settembre 2000.
Considerata la complessità, i tempi ristretti, l'ampiezza dell'area e la sua destinazione finale, l'intervento costituisce un importante esempio a livello europeo di riqualificazione ambientale di una ex-area industriale.
Gli interventi di bonifica sono gestiti in modo integrato in accordo con tutti gli enti locali preposti al controllo e alla certificazione della bonifica.
San Donato Milanese, 15 ottobre 2001

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sabato 18 luglio 2009, ore 14:56
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Messaggio Re: OMS a GELA
gianiro ha scritto:
all eni non gli conviene più o chiude o vende.
I dipendenti rischiano solo il trasferimento o il passaggio al nuovo proprietario e i dipendenti dell'indotto, quelli bravi, al nord il posto lo trovano sicuro. Mi chiedo i commercianti, ecc... Come faranno?

A me conviene che chiude, tanto non ho nulla da spartire e a gela vengo solo per le vacanze.
Farò tutto il possibile per fare in modo che possa diventare una città turistica.
Speriamo.


Senza l'eni possiamo emigrare da Gela!

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sabato 18 luglio 2009, ore 15:27
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Messaggio Re: OMS a GELA
La cosa che più mi da fastidio è la commiserazione sopratutto da parte di chi dichiara "tanto non ho nulla da spartire e a gela vengo solo per le vacanze".
Non stare a chiederti come faranno i commercianti e tutto il resto, sapremo come cavarcela anche senza il tuo aiuto ne l' aiuto di altri baciati dalla fortuna come te. Stai pure tranquillo che nessuno morirà di fame.

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sabato 18 luglio 2009, ore 15:28
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Messaggio Re: OMS a GELA
in effetti quella frase, gianiro francamente, fa propio schifo.

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sabato 18 luglio 2009, ore 15:30
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Messaggio Re: OMS a GELA
Noi siamo strani? Mettere le carte in tavola è strano?
Per me è strano mostrarsi coscienti, allarmati, indignati, scandalizzati, preoccupati della tragica situazione in cui ci troviamo e poi dire "Senza l'eni possiamo emigrare da Gela!"
Prima decidete cosa volete fare da grandi e poi ne parliamo.
Nel frattempo chi vuole impegnarsi a fare fa.

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sabato 18 luglio 2009, ore 15:58
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Messaggio Re: OMS a GELA
gianiro ha scritto:
ho detto questo?
All inizio certamente dovranno emigrare, ma poi torneranno a lavorare nelle strutture turistiche.

:lol: :lol: :lol:

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sabato 18 luglio 2009, ore 17:00
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Messaggio Re: OMS a GELA
gianiro ha scritto:
siciliano ha scritto:
allora si munisca di impianti per il trattamento del petcoke e lo smaltimento delle sostanze solforate. Il problema di questa raffineria non è solo il petcoke. tutte le emissioni dono fuori controllo, gli scarichi a mare sono fuori controllo, la produzione di acqua potabile non rispetta le norme, gli impianti sono ancora pieni di amianto che viene rimosso senza gli opportuni accorgimenti. Un azine da non si può permettere di fare ciò che vuole e ricattare una intera città con l'occupazione. Devono. Un azienda che dissangua Gela ed ha portato più soldi al nord che a noi adessodeve pagare. L'ora dei conti deve pur arrivare. Non può andarsene così, se deve chiudere deve pagare salatissimo



Questo lo dici tu e l'immaginario collettivo.
L'azienda porta il suo enorme carico di inqunamento m nessun sforamento è stato accertato dalle autorità.
Salvo casi particolari di incidenti.
L'amianto viene smaltito secondo le norme in materia e non potrebbe essere altrimenti perchè le ditte che lo fanno sono specializzate e lavorano con Eni in tutti i suoi presidi nazionali.
Si è bruciato petcoke perchè rima era combustibile, poi è stato reso scarto quindi rifiuto e poi riammesso a condizone della tecnologia snox.
Se i gelesi non avessero marciato per salvare il petcoke, oggi la raffineria sarebbe chiusa da tempo.
Stai tranquillo che chiuderà finalmente così i gelesi si potranno rimboccare le maniche e ricominciare utilizzando i soldi che verrano sociramente dati da Eni per le bonifiche.
Paolo tu sei un tipo intelligente e sveglio, secondo te trattando prima il petcoke poi la raffineria non inquina più?
Inquinerà sempre non ne può fare a meno. Ma non solo questa TUTTE.
Bisogna avere l'onestà intelettuale di dire le cose come stanno.
La raffineria va chiusa.
io e l'immaginari collettivo abbiamo a dipsosizione 10 anni di raccolta dati fatte da enti terzi. L'altro ieri si sono aggiunti i dati dell'indagine sebiomag. la procura in questi 10 anni ha speso oltre 100000 euro fra consulenze fatte da professori che io prima di allora avevo letto solo nei libri universitari e macchinari. Sull'amianto ci sono anche le dichiarazioni spontanee di centinaia di operai. Sul petcoke abbi almeno la pazienza di informarti sullo stato dei processi e sulla inutilizzabilità, con le tecnologie presenti ad oggi, come combustibile.
Ma non chiedere ai tuoi amici della raffineria. E' come se io chiedessi a provenzano se ha mai ucciso qualcuno

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sabato 18 luglio 2009, ore 21:13
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Messaggio Re: OMS a GELA
gianiro ha scritto:
Sinceramente dall'intervista sopra leggo cose diverse dete dali articoli riportati sui giornali.
Io non c'ero qualcuno può riassumere in maniera asettica cosa hanno detta in quella conferenza?

pensa che il dott. MUDU dell'OMS, ha chiesto i dati di ARIA NUOVA perchè , secondo lui, gli unici raccolti in maniera dettagliata e per tempi abbastanza lunghi e rappresentativi.
te lo farò conoscere :)

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sabato 18 luglio 2009, ore 21:22
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Messaggio Re: OMS a GELA
per la cronaca comunque i giornali presenti erano 2 e 2 emittenti telvisive.
dopo i saluti la giornalista della sicilia è andata via, ha intervistato senza guardare i dati.
quello della sicilia è arrivato verso la seconda metà della conferenza, ha ffatto le sue interviste come da protocollo e ha riportato quello che ha capito
le tv non hanno aspettato il contraddittorio con la cittadinanza in cui sono emerse poi, anche per ammissione di alcuni dottori presenti, i limiti operativi della ricerca che comunque ha portato dati importanti. Il dott bianchi ci è copncentrato sull'arsenico, è vero, ma gli altri sono andati oltre e addirittura l'ultimo ha fatto uno studio socio-economico sul territorio davvero interessante.

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sabato 18 luglio 2009, ore 21:27
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Messaggio Re: OMS a GELA
il dott bianchi ha riferito sui suoi studi, era solo uno degli interventi e si riferivano solo ad analisi di camèioni di sangue e solo su alcuni parametri.
non sempre i metalli pesanti li ritrovi nel sangue. l'analisi del capello per esempio sarebbe stata più accreditabile.
comunque gli altri medici hanno riportato il resto.

Lo stesso bianchi, pur concentrando l'attenzione sul solo arsenico non mi pare abbia detto che tutto è normale. ero lì presente, non mi è sembrato cosi normale quello che ha detto.

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sabato 18 luglio 2009, ore 22:08
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Messaggio Re: OMS a GELA
gianiro ha scritto:
Io c'ero a quei blocchi e ho fatto il più grosso errore della mia vita.



Facciamo il giro dei sette posti di blocco che isolano Gela insieme a Nicola Catalano, un ragazzo che lavora nel cuore della centrale termoelettrica, proprio nel luogo "incriminato" dove viene utilizzato come combustibile nelle caldaie il famigerato "Pet coke". Paura di quel veleno? Risponde Nicola: "Da quella sostanza non escono esalazioni, il pet coke viene bruciato e subito dopo i fumi della combustione vengono"abbattuti ed eliminati". Nicola ha ereditato il posto al Petrolchimico da suo padre Angelo che lì dentro ci ha passato trentacinque anni, e si infuria quando qualcuno gli dice che sta preferendo il lavoro alla sua salute, spiega che non è vero, racconta poi: "I primi ambientalisti di tutta questa vicenda siamo noi che lavoriamo in prima linea, siamo noi che rischiamo più di tutti, siamo noi che sappiamo quali sono le reali condizioni nell'ambiente di lavoro, tutto il testo è pura speculazione".

Dal posto di blocco sulla strada per Agrigento all'ingresso "A" del Petrolchimico, la porta principale della grande fabbrica di Gela. Qui c'è un presidio di operai, sono più di cento, scalpitano, protestano, urlano contro le precettazioni prefettizie che hanno costretto alcuni di loro a entrare nella fabbrica per fermare "dolcemente" tutti gli impianti. Parla Antonio La Folaga: "Hanno chiuso lo stabilimento non perché inquina ma per un cavillo giuridico, io so soltanto che dieci anni fa il mare di Gela era nero come l'inchiostro ma oggi tutti facciamo il bagno nella spiaggia davanti alla nostra fabbrica". E ricorda tutti i soldi spesi dall'Eni per "pulire in questi ultimi anni Gela, poco più di 400 miliardi per far tornare il mare come è stato sempre il mare.

Sulle barricate intorno alla città si racconta dei molluschi che sono ricomparsi sulla battigia, delle acque che sono tornate pescose, dell'aria che non trasporta più schifezze. Si aspetta da un momento all'altro un decreto governativo che cancelli la sentenza giudiziaria che ha chiuso il Petrolchimico, e intanto l'operaio Paolo Burtone che si guadagna da vivere manovrando negli impianti dell'"Isola 8" dice: "Tengo alla mia salute più di un qualunque ambientalista che spesso non sa di cosa sta parlando: nella nostra fabbrica tutto è in ordine con le norme antinquinamento, qui nessuno è così pazzo da rischiare e siamo noi i primi a vigilare". Morire di cancro o morire di fame a Gela, piccolo Texas siciliano ai confini del mondo.
Repubblica (6 marzo 2002)


Cosa non si fa per il lavoro! Che l'Eni inquina meno di 30 anni fa quello è sicuro, ma se prima inquinava 100 adesso inquina 50!!!
Io ripeto sempre lo stesso ragionamento, meglio lavorare nel mostro che uccide tanta gente almeno lo si sfrutta per qualcosa!! Essere disoccupati e morire lo stesso di tumore è peggio!!
Pensate a tutte le famiglie gelesi che non hanno niente che spartire con il mostro e si trovano un figlio o un parente maloto di leucemia o altro!!!
Nelle famiglie in cui c'è qualcuno che ci lavora ammalarsi è il prezzo da pagare per lavorare e far star bene economicamente la propria famiglia!

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domenica 19 luglio 2009, ore 12:58
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Messaggio Re: OMS a GELA
gianiro ha scritto:
Se prima inquinava 100 oggi iquina 5, questo è il rapporto.
Il prezzo da pagare non è in cambio di un posto di lavoro ma in cambio del progresso.
Le industrie ci sono perchè fanno prodotti che noi usiamo e che non ne possiamo fare a meno.
Anche se c'è sempre qualcuno ce dice che fanno in modo che siano per noi indispensabili così loro le possono produrre...ma non gli credete.
Certo, abbiamo avuto la sfiga di avere l'industria con la sua buona dose di inquinamento che si trasforma anche in malati in più.
La scelta 50 anni fa l'ha fatta la politica e non l'Eni, poichè l'Eni era la politica.
Oggi è privata e lo stato è solo azionista. Di certo l'Eni di oggi non ha nulla a che vedere con quella di ieri. In alcuni casi è migliore, in altri peggiore. Dal punto di vista ambientale e nell'attenzione per la salute dei dipendenti è sicuramente migliore.

Se voi parlate con gli ambientalisti lunico punto di attenzione è la raffineria.
Io non ho mai sentito parlare edel'inquinamento causato dalle serre che è oggetto di discussione degli ambientalisti in tutto il mondo tranne che a Gela e mi pare che gela è forse la città in Sicilia dove l'utilizzo di questa tipologia di coltura è fra le più diffuse.
Qualcuno ha mai fatto controlli alle serre per capire che cosa buttano su quelle piante?
Qualcuno si accerta che i prodotti in vendita vengano venduti dopo il periodo necessario affinchè il prodotti diventino commestibili?

Intervista al dott. Fabrizio Bianchi
– Dott. Bianchi dia un titolo di uno –due righe massimo ai risultati del vostro studio epidemiologico.
Dati complessi in larga misura tranquillizzanti con un elemento di preoccupazione”
– Quale elemento?
“L’arsenico”.
– Da dove spunta fuori l’arsenico?
“Questo non lo sappiamo, esula dalla nostra ricerca. Bisognerà studiare a fondo il problema perché noi abbiamo misurato nel sangue, nel plasma e nelle urine molti metalli, molte sostanze organiche clorurate. Diciamo che su queste sostanze organiche e gran parte dei metalli, abbiamo trovato cose di interesse dal punto di vista scientifico, ma non assolutamente di rilievo dal punto di vista della salute o dell’esposizione”.
– Rientra tutto nella norma?
“I dati sono compatibili con quelli di confronto a livello nazionale e internazionale. Per alcuni di questi composti, è chiaro che indagando 250 persone, un soggetto che ha un valore un pochino più alto lo troviamo”.
– La residenza del soggetto in prossimità dell’industria è ininfluente ai fini della presenza maggiore o minore di composti inquinanti nel sangue?
“No. Non c’è un problema di vicinanza all’industria, ma un problema di legame con una contaminazione che è generale. Una cosa così diffusa di solito dipende da abitudini ambientali e alimentari. A questo punto del lavoro ci manca ancora un pezzetto per capire bene che tipo di metallo o sostanza organica o inorganica si tratti”.
– Cosa significa questo?
“Se l’arsenico trovato è organico, non ha grossi problemi di tossicità, se è inorganico è cancerogeno. Sapere se è organico o inorganico diventa fondamentale”.
– Ed ora?
“Ci vuole una fase di approfondimento. Vedremo, come e chi si prende questo onere e come farla dal punto di vista del disegno. Si potrebbe are su un sottocampione.
C’è una situazione di allarme?
“In senso generale, no. Però sull’arsenico bisogna stare attenti”


Vallo a dire a lle famiglie che perdono un bambino di pochi anni per leucemia che è il prezzo da pagare per il progresso!!!

Ce la prendiamo con l'arsenico, ma la puzza che si sente spesso la sera nel aria di Gela a cosa è dovuta?

Che comunque oramai è tutto inquinato nella città dei morti viventi è certo!!! Quindi per chi rimane l'obiettivo è sperare di non ammalarsi mai e lavorare!!

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domenica 19 luglio 2009, ore 13:55
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Messaggio Re: OMS a GELA
gianiro ha scritto:
io mi dimetto solo se mi assumono al club meditenarrè di macchitella.
Ma per ora emmu a cogghiri munnizza.

Siccome sono sicuro che tu a cogghiri munnizza non ci andrai mai, in quanto la tua è tutta na scena, na finzioni, sono altrettanto sicuro che fino a quando ci saranno eccellenti pensatori come te e ignuccio di munnizza a Gela purtroppo ne troverete sempre in abbondanza.
Da quello che scrivete sembrate dei rassegnati ma tutto sommato soddisfatti. Come se a voi non potrebbe mai sfioravi l'inquinamento presente a Gela.
Questo lo capisco da chi non ci vive a Gela ma non da chi ci vive.
Avete lo stesso atteggiamento nei confronti della tragica realtà gelese dei cornuti e contenti. Beati voi.

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domenica 19 luglio 2009, ore 17:49
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Messaggio Re: OMS a GELA
la chiusura dello stabilimento non comporterà immediatamente una riduzione dei casi di tumore.
anzi...per certi tipi di sostanze i danni si vedono anche dopo 30 anni.
è strano: 2 città con petrolchimico, 2 città con tassi eccezionali di nati deformati e morti per tumore, e hanno il coraggio di dire che la causa non è riconducibile al petrolchimico?
diciamo pure che attualmente le conoscenze scientifiche non sono sufficienti per dimostrare che la colpa sia del petrolchimico, ma non sono neanche sufficienti per escluderla dalle responsabilità. la statistica invece sembra avere convinzioni nettamente opposte.
la chiusura della raffineria non comporta necessariamente una bonifica del sito...non sarebbe la prima volta che sedi industriali vengano chiuse ed abbandonate senza bonifica, anche nel più efficiente nord capita spesso. a rho è stato fatto soprattutto perché i terreni valgono parecchio, a gela purtroppo non si può dire lo stesso.
ormai le aziende petrolchimiche mettono le raffinerie direttamente nei paesi produttori (anche gela è stata scelta per questo motivo), e li si assume mano d'opera locale...quindi scordatevi significativi trasferimenti...massimo una 50 ad essere generosi, ma non di certo sufficienti ad integrare una quota significativa della mano d'opera gelese.
la chiusura improvvisa del petrolchimico provocherebbe solo un impennata nella disoccupazione...prima di porla in essere bisogna avere assicurazioni sull'opera di bonifica (fatta necessariamente con mano d'opera locale) e poi avviare una progressiva chiusura dell'impianto mano a mano che vengono creati posti di lavoro alternativi in grado di assorbire il personale eni lontano dalla pensione.
le chiusure improvvise creano solo problemi e rallentamenti secondo me.

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« Politica e mafia sono due poteri che vivono sul controllo dello stesso territorio: o si fanno la guerra o si mettono d'accordo. »(Lirio Abbate, Peter Gomez)
« La mafia è un fenomeno umano e come tutti i fenomeni umani ha un principio, una sua evoluzione e avrà quindi anche una fine.»(Giovanni Falcone)
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domenica 19 luglio 2009, ore 19:26
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Messaggio Re: OMS a GELA
aury88 ha scritto:
la chiusura dello stabilimento non comporterà immediatamente una riduzione dei casi di tumore.
anzi...per certi tipi di sostanze i danni si vedono anche dopo 30 anni.
è strano: 2 città con petrolchimico, 2 città con tassi eccezionali di nati deformati e morti per tumore, e hanno il coraggio di dire che la causa non è riconducibile al petrolchimico?
diciamo pure che attualmente le conoscenze scientifiche non sono sufficienti per dimostrare che la colpa sia del petrolchimico, ma non sono neanche sufficienti per escluderla dalle responsabilità. la statistica invece sembra avere convinzioni nettamente opposte.
la chiusura della raffineria non comporta necessariamente una bonifica del sito...non sarebbe la prima volta che sedi industriali vengano chiuse ed abbandonate senza bonifica, anche nel più efficiente nord capita spesso. a rho è stato fatto soprattutto perché i terreni valgono parecchio, a gela purtroppo non si può dire lo stesso.
ormai le aziende petrolchimiche mettono le raffinerie direttamente nei paesi produttori (anche gela è stata scelta per questo motivo), e li si assume mano d'opera locale...quindi scordatevi significativi trasferimenti...massimo una 50 ad essere generosi, ma non di certo sufficienti ad integrare una quota significativa della mano d'opera gelese.
la chiusura improvvisa del petrolchimico provocherebbe solo un impennata nella disoccupazione...prima di porla in essere bisogna avere assicurazioni sull'opera di bonifica (fatta necessariamente con mano d'opera locale) e poi avviare una progressiva chiusura dell'impianto mano a mano che vengono creati posti di lavoro alternativi in grado di assorbire il personale eni lontano dalla pensione.
le chiusure improvvise creano solo problemi e rallentamenti secondo me.


la minaccia di chiusura è solo una scusa per allungare i tempi di messa a norma degli impianti e delle emissioni.

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'E’ arrivato il nostro momento, il momento dei siciliani onesti, che vogliono lottare per un cambiamento vero, contro chi ha ridotto e continua a ridurre la nostra terra in un deserto, abbiamo l’obbligo morale di ribellarci'."giuseppe gatì


domenica 19 luglio 2009, ore 23:19
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