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"Mafiaville" 
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Messaggio "Mafiaville"
Cosi ci dipingono..................
è un articolo di dicembre 2008...ma nn è che sia cambiato molto....

Viaggio nella vecchia “Mafiaville” dove persino l’acqua d’inverno è un lusso
NICCOLÒ ZANCAN
INVIATO A GELA (Caltanissetta)
Ci sono nove petroliere all’orizzonte, tre bambini giocano a pallavolo sulla spiaggia deserta, nell’aria odore di gas e uova marce. Insegne sul Lungomare Federico II di Svevia: Super Pizza Suprema, Gelateria Vanità, Hotel Sole. Palme rigogliose, la carcassa di una vecchia balera abbandonata che si chiamava La Conchiglia. Il molo spezzato in due: «Pericolo di caduta». Quasi all’ingresso del porto turistico, un cartello vendesi: 140 metri quadrati per 200 mila euro trattabili. Nella città più invivibile d’Italia.

E’ difficile arrivare a Gela senza pregiudizi. E non solo perché fino a pochissimi anni fa il quinto centro della Sicilia - 85 mila abitanti (1800 stranieri) - era soprannominato «Mafiaville». Sabato notte, all’uscita della discoteca «Tanguera», il branco ha pestato a sangue un ragazzo di 26 anni per uno sguardo sbagliato. Erano in trenta, picchiavano e guardavano, ma nessuno si è ancora fatto avanti con i carabinieri. Intanto, lunedì mattina, la società spagnola Caltaqua, che gestisce la rete idrica della città, ha chiuso gli uffici di piazza San Giacomo per legittima difesa. Dopo che gli impiegati erano stati aggrediti per l’ennesima volta da cittadini inferociti.

Manca l’acqua. Anche d’inverno. Mancano i soldi per rifare le strade. Molte hanno quattro colori di asfalto diverso, rattoppi su rattoppi, stratificazioni come ere geologiche. Nel quartiere Santa Lucia ci sono interi palazzi mai finiti. Muri di cemento nel nulla, sterpaglie, rifiuti. Sono stati censiti in tutto 25 mila vani abusivi, stima per difetto, ma probabile record italiano. Eppure non è quello che si vede a prima vista la vera tragedia di questa terra.

Gela, pattumiera d’Italia. Secondo gli ultimi dati del Sole24ore, la città che contribuisce in modo determinante a rendere Caltanissetta la provincia con la peggior qualità della vita in assoluto. «Sono dati spietati, carichi di cinismo. Nessuno direbbe che Baghdad bombardata è la città più brutta del mondo. Ebbene, anche noi siamo in guerra, stiamo lottando per il nostro riscatto. Gela è una città in rivolta: non toglieteci il diritto di sognare». Così parla il sindaco Rosario Crocetta, 57 anni, recentemente passato dal Pdci al Pd («Perché Veltroni è il politico più contemporaneo che abbiamo»), uno che non si nasconde. Famoso il suo comizio con i nomi dei mafiosi locali scanditi al microfono. In ufficio, vetri blindati, immagini della Madonna e di Madre Teresa. La poesia di un artista svizzero sul muro: «E’ lo stesso vento che strappa le tende e gonfia le vele...».

Omosessuale dichiarato, in carica dal 2003, alle ultime elezioni ha ottenuto il 65 per cento delle preferenze: «Il che mi sembra un segno evidente di quanto la nostra gente abbia voglia di cambiare. I dati sono vecchi, credetemi: Gela è all’avanguardia su tutto il fronte». Eccoli, allora, i dati della rivolta: «Qui ci sono 100 imprenditori che hanno denunciato il racket, mentre in tutta la provincia di Palermo sono 40. E poi, a parte la storia tragica del ragazzo aggredito in discoteca, peraltro identica a un episodio accaduto a Milano, a Natale non abbiamo avuto fatti di sangue. Mentre gli incendi dolosi quest’anno sono scesi da 230 a 150».

Peccato che uno degli ultimi abbia annerito il portone di casa del procuratore aggiunto Serafina Cannatà. Romana d’origine, da otto anni ha scelto di lavorare dove famiglie mafiose e stiddari - il vecchio clan dei pastori - si ammazzano per il controllo del territorio, degli appalti, per ogni singolo affare da spremere o sgarro da vendicare. Ma il pm Cannatà deve la sua fama soprattutto alla chiusura temporanea del Peltrolchimico, 3 mila posti di lavoro targati Eni. Ci riuscì per pochi giorni a marzo del 2002. Quando ormai era chiaro che «il mostro», con i suoi miasmi chimici, stava mietendo vittime su vittime. Nella falda, sotto lo stabilimento, c’erano 44 mila tonnellate di gasolio colate dai serbatoi.

Il guaio è che anche i veleni, come la mafia, non si vedono subito, anche se bruciano le narici già a tre chilometri dalla città. Sono i veleni che hanno devastato il mare, impregnato la terra e regalato a Gela un altro primato: quello dei tumori. La gente si ammala all’improvviso. I bambini nascono malformati con un’incidenza superiore alla media nazionale del 250 per cento: su 13 mila nati fra il 1992 e il 2002 quasi settecento avevano malformazioni cardiovascolari, agli arti, all’apparato digerente e ai genitali. Un incubo.

L’inquinamento del petrolchimico è stato risolto con un decreto legge firmato Berlusconi. E’ bastato cambiare la classificazione delle sostanze inquinanti. Ripresa la produzione, salvati i posti di lavoro. Ma da allora nulla è stato fatto per la salute.

Oggi all’ospedale di Gela c’è solo un day hospital oncologico con sei letti. «Nessun reparto, nessun centro epidemiologico per studiare il fenomeno - dice un dottore che preferisce restare anonimo - sappiamo che qui c’è un inquinamento mostruoso, ma nessuno tiene il conto dei malati. In tutta la Sicilia c’è soltanto un registro dei tumori a Ragusa». Più ottimista, come gli impone il ruolo, il direttore generale dell’Asl di Gela, Ettore Costa: «A gennaio faremo partire l’appalto per la radioterapia. Mentre entro il 2009 conto di ottenere i finanziamenti per un vero reparto di oncologia».

La verdura al mercato di Gela è bellissima. Un fascio di 35 carciofi costa 8 euro. Ma anche la natura è in rivolta. Ha assorbito policiclici aromatici, metalli pesanti, mercurio, solventi. L’unico studio sui tumori fatto finora, quello ordinato dalla Procura, ha ipotizzato un nesso causale significativo fra il consumo dei prodotti locali e l’incidenza della malattia. Le verdure come il pesce.

Perché restare a Gela? «L’unico motivo è la speranza - dice don Luigi Petralia, parroco nel quartiere più difficile della città - noi non ci arrendiamo». E mentre parla, le telecamere riprendono ogni movimento in strada, come da un fortino assediato.

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lunedì 10 agosto 2009, ore 16:00
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Messaggio Re: "Mafiaville"
già il topic c'era nel forum ne abbiamo gia' parlato...come detto nel post vecchio e su facebook un articolo pieno di pregiudizi e che sprizza disprezzo da tutti i pori, da chi venuto per 3 giorni non conosce nulla.

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lunedì 10 agosto 2009, ore 16:03
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Messaggio Re: "Mafiaville"
sapevo la tua risposta....
nn sapevo che era già stato pubblicato....scusa
però puoi constatare cn me che torti nn ne ha dopo tutto no?

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lunedì 10 agosto 2009, ore 16:04
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Messaggio Re: "Mafiaville"
scusa de che?

gia risposto qui: la-stampa-la-tragedia-di-una-pattumiera-chiamata-gela-vt5229.html?hilit=una%20pattumiera%20chiamata%20gela

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lunedì 10 agosto 2009, ore 16:08
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Messaggio Re: "Mafiaville"
ok....chiudere ;)

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lunedì 10 agosto 2009, ore 16:10
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Messaggio Re: "Mafiaville"
anami ha scritto:
ok....chiudere ;)

e chiudi :P

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lunedì 10 agosto 2009, ore 16:19
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Messaggio Re: "Mafiaville"
io nn posso :P

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lunedì 10 agosto 2009, ore 16:32
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Messaggio Re: "Mafiaville"
anami ha scritto:
io nn posso :P


seee a cu a sta cuntannu? mod :P :P :P

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lunedì 10 agosto 2009, ore 16:34
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Messaggio Re: "Mafiaville"
:shock: no :shock:
nn sono io

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lunedì 10 agosto 2009, ore 16:37
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