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nuove regole per l'insegnamento
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Razio
City Soldier
Data iscrizione: venerdì 19 ottobre 2007, ore 16:12 Messaggi: 17206
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 Re: nuove regole per l'insegnamento lo stesso banalissimo discorso si puo' fare a te...se era alfano o gasparri: difesa ad aoltranza! non lo toccare sto tasto dei paraocchi...si vede lontano un miglio!
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| domenica 13 settembre 2009, ore 17:16 |
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Razio
City Soldier
Data iscrizione: venerdì 19 ottobre 2007, ore 16:12 Messaggi: 17206
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Re: nuove regole per l'insegnamento no. ma guarda che quello che ha elogiato alfano non sono stato io
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| domenica 13 settembre 2009, ore 17:24 |
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Razio
City Soldier
Data iscrizione: venerdì 19 ottobre 2007, ore 16:12 Messaggi: 17206
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Re: nuove regole per l'insegnamento perche' alfano è uno, e la sua carriera parla chiaro, e d'alema è un'altro...ma per coi che mundiati sempri a dalema i comunisti ect ect è dura a capirlo
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| domenica 13 settembre 2009, ore 17:36 |
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Razio
City Soldier
Data iscrizione: venerdì 19 ottobre 2007, ore 16:12 Messaggi: 17206
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Re: nuove regole per l'insegnamento La strategia combinata fra la difesa di Gianpaolo Tarantini e l’entourage del premier Silvio Berlusconi un primo obbiettivo lo ha raggiunto già. Perché certo non può essere un caso se l’avvocato D’Ascola che difende il principale indagato negli scandali su escort, droga e sanità è anche un collaboratore dello studio Ghedini. Così, dimenticate le diciotto serate organizzate dall’imprenditore barese per il premier, dimenticate le escort pagate da Gianpi per fare sesso con Berlusconi, tocca all’ex ministro degli Esteri Massimo D’Alema difendersi dai veleni. «Sbagliano quanti dicono oggi di non conoscermi o di non ricordarsi di me – aveva sibilato Tarantini durante la sua passerella di venerdì davanti ai giornalisti in procura - Farebbero bene a ricordarsi chi sono». Un messaggio dal vago sapore mafioso che adesso, dopo una prima frettolosa smentita («Mai conosciuto. Dimostri il contrario, spieghi come, dove e quando»), costringe D’Alema a fare dietro front e a ricordare. Perché prima dell’ormai famosa cena elettorale assieme al sindaco di Bari Emiliano al ristorante La Pignata, le strade dell’ex premier e di Tarantini si erano già incrociate nel luglio 2008 a Ponza.
È lì infatti che, stando ad alcuni racconti, l’allora ministro degli Esteri e l’imprenditore si ritrovarono seduti allo stesso tavolo, assieme a molte altre persone dopo un incontro fortuito. D’Alema arrivato sull’isola in compagnia di alcuni familiari a bordo della propria barca, Tarantini ospite con la moglie sull’imbarcazione di un amico comune. I saluti, i convenevoli istituzionali per l’arrivo del ministro degli Esteri e poi la cena in un ristorante dell’isola: una lunga tavolata a cui si sarebbe aggiunto anche il sindaco di Ponza.
Una casualità taciuta da D’Alema e ricordata soltanto adesso. Tanto basta, però, perché nel frullatore dei veleni dopo il governatore della Puglia Nichi Vendola finisca adesso l’ex ministro. Che solo venerdì aveva liquidato le insinuazioni del ministro della Difesa Ignazio La Russa sugli scandali baresi con una battuta al vetriolo: «Diciamo che alcuni miei amici in Puglia – aveva risposto – hanno commesso l’errore di essere troppo amici di un caro amico del presidente del Consiglio». Ossia dell’utilizzatore finale (per usare le parole dell’avvocato e parlamentare Ghedini) per cui Tarantini reclutava escort ed organizzava allegre compagnie da portare a cena nelle serate di Palazzo Grazioli. Serate pianificate nelle numerosissime telefonate intercorse fra lui e il premier (ed intercettate dagli uomini della Guardia di Finanza), chiacchierate nel corso delle quali l’imprenditore barese elogiava le qualità di questa o quella ragazza esortando il premier a disertare gli impegni pubblici per intrattenersi in loro compagnia.
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| domenica 13 settembre 2009, ore 19:15 |
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