MALEDETTI SAVOIA
"L'Unità d'Italia, un'annessione forzata"
Leggendo " Maledetti Savoia" di Lorenzo Del Boca, vien difficile non chiedersi se andò proprio così come l'autore descrive nel suo libro le pagine del nostro Risorgimento.
A scuola ci hanno insegnato ad amare Vittorio Emanuele II e gli altri padri della patria per cui , leggere adesso che il re era un gagliardo sciupafemmine, baldanzoso e smargiasso, un re che sperperava il denaro dello stato e così via, si resta basiti.
Il quadro è dei peggiori e non si può che pensare che l'unità d'Italia , nonostante siano passati 149 anni, non c'è e forse non esisterà mai.
E comunque, se c'è , è fondata su una montagna di menzogne che non fanno onore a chi ha scritto le precedenti storie d'Italia.
Tutto uno slogan allora, non c'è stata liberazione col Risorgimento ma conquista. E sembra addirittura che alcune vittorie siano state comprate con soldo inglese. Possibile che Garibaldi abbia avuto solo culo con la sua spedizione dei Mille?
I malanni del Sud si sarebbero aggravati con il nuovo padrone piemontese (il condizionale in questo momento mi è d'obbligo perché l'argomento necessita di ricerche e approfondimenti) , la gente meridionale sarebbe stata maltrattata ed in modo volgare, le regioni del Sud non sarebbero state unite nell'unica Italia ma annesse e le conseguenze furono un massacro: 155.620 guerriglieri (briganti per i Savoia) caduti e 120.327 fucilati o morti in carcere.
Un vero massacro in 10 anni! L'altra cosa che colpisce e che ci fa pensare che l'Italia di oggi non è poi così diversa nei costumi è la seguente : " Per infangare l'immagine di Francesco II, cacciato dal suo Regno delle due Sicilie, i servizi segreti piemontesi misero in giro una serie di fotomontaggi della regina Maria Sofia, in atteggiamenti pornografici"; non c'era la televisione ma il conquistatore si arrangiava.
Sapevo di Bava Beccaris, sapevo bene dell'episodio di Bronte e avevo letto parecchio su Gerolamo Bixio che per l'as sassinio dei cinque di quel paese siciliano (tra cui il babba innocente del paese) non mi è stato mai simpatico, conoscevo bene le gesta dell'eroina rivoluzionaria (unica donna nella spedizione dei Mille) Rosalie Montmasson, moglie o quasi del futuro ministro forcaiolo Francesco Crispi, anni fa avevo cercato nell'elenco dei Mille ( pubblicato sulla Gazzetta nel 1864 e riportato in una pubblicazione del 1993) tutti i nomi dei calabresi che avevano partecipato (pochi, pare siano stati 13 , ma a confronto dei piemontesi, tanti) alla spedizione e , l'avevo fatto con entusiasmo di ricerca campanilistica , non certo per conoscere verità, ora tutto l'impianto mi dà un altro quadro e forse è meglio così perché mi consolo pensando che i malanni dell'Italia di oggi sono figli di quella di ieri.
Certo è che di fronte alle gesta della gloriosa Roma Imperiale, diversi generali codardi del Risorgimento non esistono proprio a confronto e neanche è possibile un accostamento soprattutto c on i Che Guevara improvvisati che venivano smontati subito d! ai contadini calabresi.
Altra accomunante : allora come ora , la corruzione caratterizzava figure di primo piano del Regno , a cominciare dal re "Galantuomo" che scopava parecchio non con sua moglie ma con chiunque capitasse a tiro anche se mogli di amici.
Direte voi "cazzi suoi - anche se lo faceva in fienile e ubriaco fradicio, non che emettendo numerosi peti".
E invece no, dal momento che quelle fuitine costavano tantissimo al neo stato.
La lista civile, ovvero i beni economici a sua disposizione raggiunse la cifra di 16 milioni, pari al 2% del bilancio complessivo dello stato.
Quindi niente a che fare con l'affresco che il pittore Pietro Aldi disegnò sulla parete del municipio di Siena ( qui anche Garibaldi viene idealizzato in modo diverso dalla realtà e forse non aveva torto lo scrittore francese Maxime du Camp che non gli riconobbe alcuna intelligenza politica - lo definì babbeo).
Ti fa incazzare anche lui.
S'è fatto fregare la sua Nizza, s'è fatto fregare un regno appena conquistato e per che cosa? La gente l'amava come ora e il sud non gradì , tra le tasse e le altre cose, la leva obbligatoria che portava i giovanissimi contadini lontano a morire in Crimea.
Lo stesso Mazzini definì Garibaldi "una canna al vento".
La spedizione dei mille in realtà, forse, fu una farsa .
Non ci sarebbe stata la conquista del regno delle due Sicilie se non si fossero unite le convenienze degli inglesi e della mafia meridionale ( come vedete, dove c'è potere , è sempre presente) che finanziarono ed appoggiarono l'impresa.
I loro interessi non erano compatibili con la monarchia dei Borboni.
Tantissimi alti gradi dell'esercito borbonico furono comprati a peso d'oro.
E pensare che quell'esercito del sud contava 100.
000 soldati e avrebbe potuto fare a pezzi i mille garibaldini.
Chiudo pensando alla Repubblica di Genova ed ai suoi martiri per opera del generale La Marmora, la vera canaglia, incerta davanti al nemico vero e tremebonda al primo incrociare di baionette.
Vale anche per il Cialdini di Custoza, Pesano e Bava Beccaris.
Partiti con il cuore gonfio d'emozione ma destinato a scoppiare al primo assalto :
Gaspare Tibelli, 17 anni
Riccardo Luzzatto, 16 anni
Adolfo Biffi , 14 anni
Peppino Marchetti, 11 anni
era il più piccolo al seguito del padre che non sapeva dove lasciarlo, non si sa se morì in battaglia.
I Calabresi dei Mille :
Barone Stocco (comandante della III compagnia)
Francesco Sprovieri
Stanislao Lamensa
Raffaele Piccoli
Antonio Santelmo
Cesare Braico
Vincenzo Cardrelli
Domenico Damis
Domenico Mauro
Raffaele Mauro
Nicolò Mignogna
Antonio Plutino
Luigi Miceli
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Per l'elenco completo dei Mille , clicca sul link
http://cronologia.leonardo.it/storia/bi ... ribal7.htm di Carmelo Anastasio .