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Le infamie di caselli e l'egregia risposta di Mughini 
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Messaggio Le infamie di caselli e l'egregia risposta di Mughini
E’ fatto così e niente e nessuno potrà mai cambiarlo. Il tifoso della Juventus non si rassegnerà mai alla democrazia sportiva. Rinunciare a guardare tutti – nel senso più letterale del termine – dall’alto in basso, è un affronto difficile da digerire. La sua delizia, si sa, è essere abituato a vincere, ma la sua croce è essere condannato a farlo in continuazione. Altrimenti, della Juve non sa bene cosa farsene. Una bulimia da successo che finisce per offuscare la memoria, che della passione calcistica è spesso l’ingrediente più gustoso.

L’ultima vittima è Zibì Boniek, indimenticabile “bello di notte” (Avvocato Agnelli dixit) protagonista con 31 reti in 133 partite di una delle squadre più forti degli ultimi decenni, la Juve di Platini e (appunto) Boniek che dal 1982 al 1985 vinse uno scudetto, la tragica e sciagurata Coppa dei Campioni dell’Heysel, una Coppa delle Coppe, una Supercoppa europea e una Coppa Italia. Successi in cui la firma del biondo polacco (considerato dalla Fifa tra i cento migliori calciatori viventi) non è mai mancata.

Nonostante il curriculum, però, il suo nome non figurerà tra le immagini delle “50 stelle bianconere” artefici della leggenda del giocattolo di casa Agnelli che, tra qualche mese, orneranno la pavimentazione esterna del nuovissimo stadio che sta sorgendo sulle ceneri del vecchio (e mai amato) Stadio Delle Alpi: un gioiello da 41 mila posti in perfetto english style la cui superficie (355 mila mq) è stata gentilmente venduta dal Comune di Torino al prezzo non certo esoso di 4,85 euro al metro quadro.
Zibì, in un primo momento, era stato inserito nella lista dei magnifici cinquanta dagli utenti registrati del sito juventus.com, ma ora il suo nome è stato depennato causa rivolta della tifoseria: “A seguito di un appello costante da parte di associazioni e tifoserie organizzate – ha comunicato il club alla vigilia di Natale – che asseriscono di rappresentare la maggioranza dell’opinione pubblica bianconera, Juventus Footbal Club, che intende mantenere con i propri sostenitori un dialogo costruttivo, comunica di aver deciso di sospendere l’assegnazione della stella a Zbigniew Boniek”.

Gli agnostici del calcio, a questo punto, si sentiranno autorizzati a catalogare la notizia come era in uso nell’epica rubrica del Cuore anni 90 diretto da Michele Serra: “E chi se ne frega”. Eppure, non ce ne vogliano, la faccenda è più complessa: certo, il tifo obnubila la ragione, ma l’affaire Boniek ci dice anche qualcosa dell’Italia, di cui i tifosi della Juventus, piaccia o no, sono la maggioranza.
Perché Zibì sta tanto sulle scatole al popolo bianconero? Non certo per il “tradimento” del 1986, quando passò all’odiatissima Roma. Quella è preistoria. Il problema è il Boniek (ottimo, mai banale) opinionista televisivo e le sue prese di posizione su Calciopoli. La principale pietra dello scandalo, sui forum bianconeri e su Facebook, è un’esilarante video del 2007, estratto della trasmissione “La Juve è sempre la Juve”: di fronte all’imbarazzo del conduttore, che gli chiede conto della sua “antijuventinità” nonostante i trascorsi bianconeri, Boniek rivendica candidamente la sua indipendenza di giudizio, riconoscendo che sì, la Juve di Moggi era la squadra più forte d’Italia, ma questo non giustificava l’indebita ingerenza della dirigenza sul mondo arbitrale e sul calciomercato. Non contento, il perfido polacco infierisce, ricordando alla platea che se tutti avessero pagato (disco rotto del vittimismo bianconero) significa semplicemente che tutti sono colpevoli, non tutti innocenti e alla Juve sarebbe andata molto peggio; altro che un anno di vacanza in serie B con Buffon, Nedved, Del Piero, Trezeguet, Chiellini e Camoranesi eccetera. Infine, al limite del sadismo, Boniek osa ricordare agli inorriditi interlocutori che la prescrizione in cui è naufragato il processo per doping alla premiata farmacia Juventus targata Lippi-Agricola (cardiotonici per operazioni a cuore aperto somministrati ai giocatori, tanto per dirne una) non equivale a un’assoluzione.

È’ troppo. Ci perdonino i sostenitori bianconeri di sicura fede democratica, ma convincere uno juventino che ai suoi danni non è stata perpetrata alcuna ingiustizia è come persuadere un pasdaran berlusconiano che la magistratura in Italia fa soltanto il suo dovere. A Torino farete fatica a trovarne uno che provi anche solo un accenno di imbarazzo per calciopoli. Di più, tutti (o quasi) riporterebbero Moggi in sella seduta stante. E non è un caso che la bolla di censura su Boniek provenga da Andrea Agnelli, amatissimo neo presidente che del revanchismo bianconero si è fatto autentico alfiere.

Pazienza se Zibì (a fianco di Platini) abbia scritto pagine tra le più belle e romantiche della gloriosa storia del club di corso Galileo Ferraris. La bulimia da vittoria relega alla preistoria anche il passato prossimo. In fondo, non fu lo stesso popolo bianconero a rivoltarsi contro Fabio Capello (salvo poi, ovviamente, osannarlo) in quanto ex romanista, dimenticandosi della colonna del centrocampo bianconero anni 70 (165 presenze, 27 reti e 4 scudetti)? Per non parlare di Roberto Bettega, l’unico non rimpianto della Triade, nonostante sia da sempre la personificazione del dna juventino. Moggi, tra gli anni 80 e 90, regalò qualche bella soddisfazione al Torino (con la non trascurabile differenza che tra la sponda povera del Po non lo rimpiange nessuno), mentre Giraudo – allora dirigente granata – fu protagonista di un epico gesto dell’ombrello all’indirizzo di Giampiero Boniperti al termine di un derby vinto nel 1984.

Troppo in là nel tempo per ricordare. Ma per Boniek la partita non è chiusa. I tifosi possono reintegrarlo nella hall of fame. Lo facciano; sarà un bel modo per onorare il passato e, soprattutto, guardare avanti.


Stefano Caselli su ''Il fatto quotidiano''

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domenica 2 gennaio 2011, ore 23:17
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Messaggio Re: Le infamie di caselli e l'egregia risposta di Mughini
I tifosi juventini appartengono tutti a una razza speciale e maledetta, da come ha scritto Stefano Caselli su un’intera paginata de “il Fatto quotidiano” di mercoledì 29 dicembre: «Il tifoso della Juventus non si rassegnerà mai alla democrazia sportiva. Rinunciare a guardare tutti - nel senso più letterale del termine -, dall’alto in basso è un’affronto difficile da digerire». Caselli scrive esattamente così, con l’apostrofo a congiungere “un”e il sostantivo maschile, un errore di italiano di quelli gravi. Volessi essere altrettanto perentorio e volgare, potrei affermare che tutti i collaboratori de “il Fatto quotidiano” zoppicano mica male nell’uso della lingua italiana. Sarebbe per l’appunto un’affermazione perentoria e volgare che non mi passa neppure per la testa. Le generalizzazioni sono bandite. In ogni campo della vita, e del giornalismo, ciascuno risponde di quello che fa e solo di quello. Oltretutto lo spunto di partenza del pezzo di Caselli è sacrosanto. Succede difatti che un sito di tifosi juventini avesse eletto Zibì Boniek una delle 50 “stelle” della storia del calcio juventino, uno dei 50 giocatori le cui immagini pavimenteranno l’esterno del costruendo stadio della Juventus a Torino.
Il nodo Zibì - Succede anche che la parte più fondamentalista della tifoseria juventina, quella che in fatto di valutazioni su quanto successo nell’estate 2006 non ammette “se” e “ma” (è stata una rapina e una distruzione della storia juventina, il suo nome è “Farsopoli”), si sia impennata a sentire pronunciare il nome di Boniek. Il grande campione polacco, che da molti anni era in rapporti conflittuali con la Triade, lo dice e lo ripete tutte le volte che può: che Luciano Moggi non era uno stinco di santo, che le telefonate ai designatori arbitrali non fanno parte del galateo del calcio, che in fatto di uso di medicinali illegali la società Juventus non era stata adamantina tanto che per una parte delle accuse contestategli l’assoluzione era avvenuta per “prescrizione” e non per “non aver commesso il fatto”. Ed ecco che il nome di Boniek viene depennato dalla lista dei magnifici 50. Una scelta demenziale. L’uomo Boniek ha il diritto di dire tutto quello che vuole quando parla di Calciopoli o di altro, il che non toglie nulla alla abbagliante lucentezza di quelle sue dirompenti cavalcate fin dentro le aree avversarie nelle partite di Coppe europee, e furono anni in cui la Juve di Boniek portò a casa successi su successi in campo internazionale. Ai miei occhi Boniek è senz’altro una delle 50 stelle della nostra storia ultrasecolare e nessuno ci può mettere becco. Tornare indietro su quella decisione è stato un atto di cattivo gusto. Deprecabilissimo.
Vetrine intatte - Che poi quella dei tifosi juventini sia una razza maledetta, è tutto da dimostrare. Non un tifoso juventino ha lesionato una vetrina mentre i giudici sportivi scaraventavano un paio di bombe atomiche sulla storia e sulla identità della Juve, e questo mentre vi ricordate - e tanto per fare un esempio - di come Firenze venne messa a ferro e fuoco dai tifosi fiorentini quando arrivò la notizia che Roberto Baggio era stato ceduto alla Juve. Anziché rompere vetrine, la buonaparte dei siti juventini ha cominciato un lavoro di documentazione e di analisi dei documenti relativi a Calciopoli e del libro fondante su cui Calciopoli è basata: il famoso memoriale che prende il nome da un ufficiale ambizioso e inesperto di calcio, quel tenente colonnello Auricchio che si faceva imbeccare da un giornalista della “Gazzetta”suo amico. I siti juventini hanno prodotto montagne di documenti, libri, analisi circostanziate dei nomi e dei fatti che hanno messo quel memoriale con le spalle al muro del ridicolo. Questo hanno fatto. È poi ameno dire che i tifosi juventini con conoscono il sapore della sconfitta. Dopo il quinquennio 1930-1935 e per 14 anni la Juve non vinse lo scudetto. Dopo i primissimi anni Cinquanta e per almeno setteotto anni la Juve si barcamenò nella mediocrità e ci fu un anno che Giampiero Boniperti fece il voto di non più fumare se la squadra non fosse precipitata in B. Durante gli anni della Grande Inter di Suarez e Corso, noi il grande calcio lo guardavamo e lo ammiravamo in tv giocato da atleti in maglia nerazzurra. All’uscita di Platini dal calcio giocato arrivò la corazzata milanista e per noi furono nove anni di umiliazioni. Nove anni lunghi lunghi. Chi sa di calcio tutto questo lo ricorda a memoria, e del resto è la legge dello sport. C’è quando vinci, c’è quando perdi.
Dedica a Peppino - Per quel che mi riguarda ho dedicato uno dei due libri che ho scritto sulla Juve alla memoria dell’avvocato Peppino Prisco, mio indimenticabile rivale di cento e cento duelli televisivi. Nel secondo di quei libri ho scritto che ci fu un anno in cui gli errori arbitrali a favore della Juve furono tali e tanti che al mister (Gigi Simoni) dell’Inter che da quegli errori fu danneggiata andrei personalmente a cucire lo scudetto dalla maglia. In diretta televisiva ho detto una volta a Massimo Moratti che avevo cominciato ad apprezzare il calcio moderno dal guardare alla televisione la squadra costruita da suo padre, la Grande Inter. Aggiunsi che aspettavo da parte sua un altrettale gesto cavalleresco sotto forma di apprezzamento di una delle Grandi Juve di questi ultimi anni. Sto ancora aspettando. E quanto a lezioni di cavalleria sportiva,sto ancora aspettando che qualcuno dei tifosi emeriti dell’Inter, un Michele Serra o un Beppe Severgnini, dicano che quando passano accanto alla bacheca dove sono allineati i trofei dell’Inter devono turarsi il naso da quanto è forte il fetore del quattordicesimo scudetto, quello che sa di m***a e di cartone.

Giampiero Mughini

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domenica 2 gennaio 2011, ore 23:19
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Messaggio Re: Le infamie di caselli e l'egregia risposta di Mughini
l'aria do cuscinu i roy, anselmo ti contaggiò? ç_ç ç_ç ç_ç :lol:

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lunedì 3 gennaio 2011, ore 17:26
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Messaggio Re: Le infamie di caselli e l'egregia risposta di Mughini
Roberto Baggio ha scritto:
l'aria do cuscinu i roy, anselmo ti contaggiò? ç_ç ç_ç ç_ç :lol:

[-X [-X fai u seriu e leggiti a mughini

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Messaggio Re: Le infamie di caselli e l'egregia risposta di Mughini
troppu longu è pi kissu ti dissi i ddu mm**da ;)
sintetizza :lol:

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