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siciliano
City Soldier
Data iscrizione: giovedì 21 febbraio 2008, ore 11:02 Messaggi: 8642 Località: gela
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Re: Paisi i mme...
me è colpa della società vuol dire dividere gli uomini in colpevoli ed innocenti? ma che risposta è? io valuto una comunità nel suo insieme. l'uomo è egoista? fine discussione, tutto il mondo è uguale a Gela, compresa la Norvegia di cui sopra. problema chiuso
_________________ "Le masse popolari in Europa,non sono contro le masse popolari in Africa. Quelli che sfruttano le risorse in Africa,sono gli stessi che sfruttano l'Europa. Abbiamo un nemico comune ! " (Thomas Sankara)
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sabato 17 settembre 2011, ore 21:33 |
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dada
Global Moderator
Data iscrizione: mercoledì 23 maggio 2007, ore 18:12 Messaggi: 7985
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Re: Paisi i mme...
Non è con una discussione che si risolve il problema...specialmente con una discussione così incasinata!
_________________ Great minds discuss ideas; average minds discuss events; small minds discuss people. -Eleanor Roosevelt
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sabato 17 settembre 2011, ore 21:50 |
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gianiro
City Keys Owner!
Data iscrizione: giovedì 21 dicembre 2006, ore 20:21 Messaggi: 4083 Località: MACCHITELLA (GELA)
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Re: Paisi i mme...
Se bastasse una bella discussione per risolvere il problema si potrebbe farla un milione, un milione di volte...bastasse già.... bastasse già
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Attrezzatura e tecnica sono solo l'inizio. È il fotografo che conta più di tutto. (John Hedgecoe)
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sabato 17 settembre 2011, ore 22:06 |
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dada
Global Moderator
Data iscrizione: mercoledì 23 maggio 2007, ore 18:12 Messaggi: 7985
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Re: Paisi i mme...
E comunque...anche io penso che si dovrebbe superare il proprio egoismo e che ognuno dovrebbe dare il proprio contributo per far crescere la comunità, ma secondo me siciliano ha una visione troppo idealistica e poco realistica di come dovrebbe essere la società. Tuttavia è ammirevole avere degli ideali e lottare per cercare di metterli in pratica....problema chiuso
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sabato 17 settembre 2011, ore 23:00 |
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gianiro
City Keys Owner!
Data iscrizione: giovedì 21 dicembre 2006, ore 20:21 Messaggi: 4083 Località: MACCHITELLA (GELA)
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Re: Paisi i mme...
Questo articolo consigliato da un'amica, casca a pennello! Andrea Casano X AdEst
Con Tommasino ci siamo conosciuti giocando a pallone per le strade del quartiere Giardinelli. Un rione di Gela. Come tanti quartieri del Sud Italia, l’abusivismo incontrollato aveva creato un ammasso di cemento. Grezzi esternamente, i palazzi erano cresciuti piano dopo piano, sovrastati dai tipici serbatoi dell’acqua per assicurarla anche in periodi in cui scarseggiava. Abitavamo a 50 metri l’uno dall’altro. Tutti i pomeriggi la partita era d’obbligo. Il padre di Tommasino lavorava al Nord. Il fratello arrestato per droga. E lo zio agli arresti domiciliari dopo un’inchiesta sul pizzo a Gela. La mamma tirava avanti la baracca. A Tommasino non piaceva studiare. Fin da piccolo, mostrava una forte repulsione per ciò che non rientrava nei canoni della legalità, nonostante la situazione in famiglia. Non so perchè, ma non si era mai avvicinato al gruppo di quei ragazzi, per così dire, poco raccomandabili. Dopo anni, ci ritroviamo ancora con Tommasino. Per un caffè o una chiacchierata. Ancora oggi si mostra convinto di quello che metteva in pratica allora. Ripensando a ciò che era, ed è oggi, la realtà sociale gelese, sarebbe potuto entrare nelle maglie della mafia senza molte difficoltà. E la situazione in famiglia aumentava queste possibilità. Si è sempre rifiutato, Tommasino. Adesso lavora come gommista portando a casa il suo onesto stipendio a fine mese. È felice così.Dei ragazzi che sono cresciuti con noi in strada, alcuni sono stati arrestati. Per incendio doloso o per semplice furto. In altre occasioni, perchè trovati in possesso di armi. Era evidente tra le pietre che delimitavano il nostro campo di asfalto, una certa attrazione per la figura del delinquente. Il poter prevaricare gli altri a proprio vantaggio. Si sa, potere e ricchezza hanno da sempre affascinato l’uomo, la storia ne è testimone. La facilità di guadagno, che la mafia purtroppo rappresenta al Sud, per le mesate che assicura agli affiliati, è un incentivo all’allargamento del suo braccio armato. Nelle zone più a rischio, l’assenza di un tessuto sociale recettivo e attivo, e l’assenza dello stato, che quando è presente, viene visto come un intruso, possono solo favorire il protrarsi di questo modo di vivere e vedere la realtà.Partendo dal pressupposto che siamo di fronte a un problema, che è prettamente culturale e che ha avuto la sua genesi prima dell’unità d’Italia, è necessaria, perchè credo che i tempi siano maturi, una svolta verso l’antimafia. Da troppo tempo la lotta alla mafia è una disputa che vede il sacrificio di pochi. È ormai necessario smuovere le singole coscienze. Fare sentire questa spina nel fianco della società, come una questione pubblica, una faccenda di tutti. Educare, iniziando dalle giovani generazioni, alla bellezza della libertà è il primo passo. Utilizzando il mezzo di comunicazione più naturale che abbiamo, la parola. Sempre meno volte, ormai, ci troviamo a dialogare con qualcuno. Una sindrome, che ha colpito anche le istituzioni, che si sono preoccupate solo di rinchiudere la lotta alla mafia, dentro i palazzi. Troppe volte, poi, sono state permesse candidature sporche. Sarebbe necessario, invece, inserirsi nel tessuto sociale, soprattutto a livello delle fasce più disagiate, rendendole partecipi della vita collettiva cittadina. Dialogando, nelle scuole, con le famiglie, con i lavoratori, troppo spesso sfruttati dai caporali, sarà possibile estirpare quel classico atteggiamento del “niente ho visto e niente so”. Bisogna rendersi conto che la vera partita contro la mafia si gioca nelle piazze, nelle strade, nei quartieri di periferia. Solo riappropriandoci e facendo rivivere questi luoghi pubblici per eccellenza, si potrà giocare faccia a faccia contro i mafiosi. Sono questi, infatti, i punti dove le cosche continuano a trovare linfa per la base della piramide mafiosa, facendo leva sulla povertà e sulla precarietà della vita. Andando a destabilizzare l’appoggio solido, tutta la piramide dovrà venire giù da sè.Sono le 8 passate. Tommasino è sulla via di casa. Su quelle strade, dove passavamo intere giornate a rincorrere un pallone, adesso cammina esausto per la giornata di lavoro conclusa. Nonostante lo sporco degli pneumatici e il sudore misto a polvere sulla faccia, Tommasino si sente libero. Libero di non dover dipendere dalle decisioni dei mammasantissima della mafia. Libero di non avere conti in sospeso con qualcuno. È felice così, Tommasino.
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lunedì 19 settembre 2011, ore 20:56 |
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Brazo
City Soldier
Data iscrizione: lunedì 3 marzo 2008, ore 15:21 Messaggi: 9043 Località: Terranova
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Re: Paisi i mme...
| | | | gianiro ha scritto: Questo articolo consigliato da un'amica, casca a pennello! Andrea Casano X AdEst
Con Tommasino ci siamo conosciuti giocando a pallone per le strade del quartiere Giardinelli. Un rione di Gela. Come tanti quartieri del Sud Italia, l’abusivismo incontrollato aveva creato un ammasso di cemento. Grezzi esternamente, i palazzi erano cresciuti piano dopo piano, sovrastati dai tipici serbatoi dell’acqua per assicurarla anche in periodi in cui scarseggiava. Abitavamo a 50 metri l’uno dall’altro. Tutti i pomeriggi la partita era d’obbligo. Il padre di Tommasino lavorava al Nord. Il fratello arrestato per droga. E lo zio agli arresti domiciliari dopo un’inchiesta sul pizzo a Gela. La mamma tirava avanti la baracca. A Tommasino non piaceva studiare. Fin da piccolo, mostrava una forte repulsione per ciò che non rientrava nei canoni della legalità, nonostante la situazione in famiglia. Non so perchè, ma non si era mai avvicinato al gruppo di quei ragazzi, per così dire, poco raccomandabili. Dopo anni, ci ritroviamo ancora con Tommasino. Per un caffè o una chiacchierata. Ancora oggi si mostra convinto di quello che metteva in pratica allora. Ripensando a ciò che era, ed è oggi, la realtà sociale gelese, sarebbe potuto entrare nelle maglie della mafia senza molte difficoltà. E la situazione in famiglia aumentava queste possibilità. Si è sempre rifiutato, Tommasino. Adesso lavora come gommista portando a casa il suo onesto stipendio a fine mese. È felice così.Dei ragazzi che sono cresciuti con noi in strada, alcuni sono stati arrestati. Per incendio doloso o per semplice furto. In altre occasioni, perchè trovati in possesso di armi. Era evidente tra le pietre che delimitavano il nostro campo di asfalto, una certa attrazione per la figura del delinquente. Il poter prevaricare gli altri a proprio vantaggio. Si sa, potere e ricchezza hanno da sempre affascinato l’uomo, la storia ne è testimone. La facilità di guadagno, che la mafia purtroppo rappresenta al Sud, per le mesate che assicura agli affiliati, è un incentivo all’allargamento del suo braccio armato. Nelle zone più a rischio, l’assenza di un tessuto sociale recettivo e attivo, e l’assenza dello stato, che quando è presente, viene visto come un intruso, possono solo favorire il protrarsi di questo modo di vivere e vedere la realtà.Partendo dal pressupposto che siamo di fronte a un problema, che è prettamente culturale e che ha avuto la sua genesi prima dell’unità d’Italia, è necessaria, perchè credo che i tempi siano maturi, una svolta verso l’antimafia. Da troppo tempo la lotta alla mafia è una disputa che vede il sacrificio di pochi. È ormai necessario smuovere le singole coscienze. Fare sentire questa spina nel fianco della società, come una questione pubblica, una faccenda di tutti. Educare, iniziando dalle giovani generazioni, alla bellezza della libertà è il primo passo. Utilizzando il mezzo di comunicazione più naturale che abbiamo, la parola. Sempre meno volte, ormai, ci troviamo a dialogare con qualcuno. Una sindrome, che ha colpito anche le istituzioni, che si sono preoccupate solo di rinchiudere la lotta alla mafia, dentro i palazzi. Troppe volte, poi, sono state permesse candidature sporche. Sarebbe necessario, invece, inserirsi nel tessuto sociale, soprattutto a livello delle fasce più disagiate, rendendole partecipi della vita collettiva cittadina. Dialogando, nelle scuole, con le famiglie, con i lavoratori, troppo spesso sfruttati dai caporali, sarà possibile estirpare quel classico atteggiamento del “niente ho visto e niente so”. Bisogna rendersi conto che la vera partita contro la mafia si gioca nelle piazze, nelle strade, nei quartieri di periferia. Solo riappropriandoci e facendo rivivere questi luoghi pubblici per eccellenza, si potrà giocare faccia a faccia contro i mafiosi. Sono questi, infatti, i punti dove le cosche continuano a trovare linfa per la base della piramide mafiosa, facendo leva sulla povertà e sulla precarietà della vita. Andando a destabilizzare l’appoggio solido, tutta la piramide dovrà venire giù da sè.Sono le 8 passate. Tommasino è sulla via di casa. Su quelle strade, dove passavamo intere giornate a rincorrere un pallone, adesso cammina esausto per la giornata di lavoro conclusa. Nonostante lo sporco degli pneumatici e il sudore misto a polvere sulla faccia, Tommasino si sente libero. Libero di non dover dipendere dalle decisioni dei mammasantissima della mafia. Libero di non avere conti in sospeso con qualcuno. È felice così, Tommasino.
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Fortunatamente, di Tommasino a Gela, ne conosco una miriade.. questo è il lato positivo che non rappresenta un eccezione. Proprio per questo dico, che Gela sembra dimenticata dalle istituzioni, non c'è controllo, pochissime forze dell'ordine, molta anarchia e poco rispetto per le regole. Paradossalmente, forse c'è meno mafia organizzata ora che anni fà, ma ci sono molti più "cani sciolti" come si suol dire, che poi sono gli artefici della dilagante microcriminalità, quella che magari si fà sentire meno dal punto di vista economico, ma molto di più dal punto di vista della sicurezza del cittadino onesto.
_________________ IL PALMARES NON SI PRESCRIVE
[Una volta a Pietro Secchia] Cos'ha fatto ieri la Juve? [...] E tu pretendi di fare la rivoluzione senza sapere i risultati della Juve? (Palmiro Togliatti)
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martedì 20 settembre 2011, ore 8:38 |
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gianiro
City Keys Owner!
Data iscrizione: giovedì 21 dicembre 2006, ore 20:21 Messaggi: 4083 Località: MACCHITELLA (GELA)
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Re: Paisi i mme...
Cosa c'entra il degrado con certi comportamenti? Questa madre porta in auto la spranga per far vendicare i propri figli ai danni di un compagnetto. Paisi i mme..... Una lite tra studenti, poco più che tredicenni, per poco non finiva in tragedia. E’ quanto accaduto ieri a Gela, nei pressi dell’istituto professionale “Enrico Fermi”. Tre ragazzi, si stavano picchiando nei pressi del cancello di ingresso, davanti a numerosi genitori che attendevano l’uscita dei figli da scuola. Uno dei tre ragazzi, successivamente si è allontanato dal luogo per dirigersi verso una autovettura Seat Ibiza in sosta nei pressi dell’istituto e con una donna a bordo: dall’interno del mezzo il ragazzo ha preso un bastone ed è ritornato sul posto della lite, colpendo più volte alla testa il coetaneo con il quale litigava. Subito dopo è ritornato nell’autovettura dove ha nascosto il bastone sotto gli zaini che si trovavano sul sedile posteriore. La scena non è passata inosservata a un Carabiniere in pensione che, senza alcun indugio, è intervenuto avvicinandosi alla macchina dalla quale ha prelevato il bastone utilizzato per commettere il reato. I due minori, nel frattempo allontanatisi dalla vittima che si era accasciata al suolo, hanno tentato di recuperare il bastone, ma il militare dell’Arma in pensione è riuscito a resistere ai tentativi dei due aggressori che sono saliti a bordo dell’auto che, guidata dalla donna, si è allontanata di corsa per le vie limitrofe. A quel punto sono entrati in azione i Carabinieri del Reparto Territoriale. Individuata la macchina, è scattata la perquisizione. All’interno sono stati rinvenuti una spranga in ferro e il bastone utilizzato per colpire lo studente. La vittima è stata trasportata in ospedale: se la caverà con 10 giorni di prognosi. All’origine del diverbio, ci sarebbero futili motivi. Qualche giorno prima, infatti, pare che uno dei giovani avesse urtato con il piede lo zainetto dell’altro provocando un’accesa discussione. Ieri gli animi si sono riaccesi ed è nata la lite poi degenerata nell’aggressione con colpi di bastone. I due minori, tra di loro cugini, sono stati deferiti alla Procura dei Minori di Caltanissetta mentre la donna, madre di uno dei due denunciati, è stata segnalata alla locale Procura della Repubblica.
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venerdì 23 settembre 2011, ore 22:48 |
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ryoga
City Soldier
Data iscrizione: sabato 7 ottobre 2006, ore 19:48 Messaggi: 20228 Località: Gela - Brescia
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Re: Paisi i mme...
_________________ O BRIGANTE O EMIGRANTE! ...per ora emigrante...
io AMO la mia città io ODIO la mafia, odio i mafiosi
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sabato 24 settembre 2011, ore 7:04 |
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gianiro
City Keys Owner!
Data iscrizione: giovedì 21 dicembre 2006, ore 20:21 Messaggi: 4083 Località: MACCHITELLA (GELA)
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Re: Paisi i mme...
Io una volta ho assistito ad una scena quasi simile. La mamma che diceva al figlio che stava litigando con un altro:"Ti scendo il bastone". (parliamo di ragazzini di 14 anni). Non era una famiglia cresciuta negli stenti o in quartieri border line.
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sabato 24 settembre 2011, ore 13:03 |
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ryoga
City Soldier
Data iscrizione: sabato 7 ottobre 2006, ore 19:48 Messaggi: 20228 Località: Gela - Brescia
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Re: Paisi i mme...
è proprio questo che mi preoccupa...
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sabato 24 settembre 2011, ore 15:22 |
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gianiro
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Data iscrizione: giovedì 21 dicembre 2006, ore 20:21 Messaggi: 4083 Località: MACCHITELLA (GELA)
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Re: Paisi i mme...
Ormai Gela è un paese cattivo. Una giungla ed in una giungla vince al regola del più forte. Più i tuoi figli saranno forti ed aggressivi, meglio sapranno sopravvivere. Ricordiamoci sempre che l'uomo è un animale e come tale ha i suoi istinti di conservazione anche se in regressione.....ma ci sono.
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sabato 24 settembre 2011, ore 15:56 |
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ryoga
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Data iscrizione: sabato 7 ottobre 2006, ore 19:48 Messaggi: 20228 Località: Gela - Brescia
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Re: Paisi i mme...
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sabato 24 settembre 2011, ore 16:07 |
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gianiro
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Data iscrizione: giovedì 21 dicembre 2006, ore 20:21 Messaggi: 4083 Località: MACCHITELLA (GELA)
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Re: Paisi i mme...
Si, a Gela siamo solo più avanti.
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sabato 24 settembre 2011, ore 16:13 |
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Brazo
City Soldier
Data iscrizione: lunedì 3 marzo 2008, ore 15:21 Messaggi: 9043 Località: Terranova
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Re: Paisi i mme...
http://www.ilgiornaledigela.it/notizie/ ... -oro-.htmlE' stato riconosciuto da una donna scippata Arrestato diciannovenne gelese metteva a segno scippi per vendere oro
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giovedì 29 settembre 2011, ore 17:37 |
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ryoga
City Soldier
Data iscrizione: sabato 7 ottobre 2006, ore 19:48 Messaggi: 20228 Località: Gela - Brescia
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Re: Paisi i mme...
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giovedì 29 settembre 2011, ore 17:48 |
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