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Brazo
City Soldier
Data iscrizione: lunedì 3 marzo 2008, ore 15:21 Messaggi: 9043 Località: Terranova
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Steve Jobs
Questo è il testo del celeberrimo discorso di Steve Jobs all’università di Stanford, l’università che fu costretto a lasciare perché non aveva soldi a sufficienza per permettersi i corsi che frequentava. Sono parole che passeranno allo storia, che danno prova della sua straordinaria determinazione. Sono onorato di essere qui con voi oggi, nel giorno della vostra laurea presso una delle migliori università del mondo. Io non mi sono mai laureato. A dir la verità, questa è l’occasione in cui mi sono di più avvicinato ad un conferimento di titolo accademico. Oggi voglio raccontarvi tre episodi della mia vita. Tutto qui, nulla di speciale. Solo tre storie. La prima storia parla di “unire i puntini”. Ho abbandonato gli studi al Reed College dopo sei mesi, ma vi sono rimasto come imbucato per altri diciotto mesi, prima di lasciarlo definitivamente. Allora perchè ho smesso? Tutto è cominciato prima che io nascessi. La mia madre biologica era laureanda ma ragazza-madre, decise perciò di darmi in adozione. Desiderava ardentemente che io fossi adottato da laureati, così tutto fu approntato affinché ciò avvenisse alla mia nascita da parte di un avvocato e di sua moglie. All’ultimo minuto, appena nato, questi ultimi decisero che avrebbero preferito una femminuccia. Così quelli che poi sarebbero diventati i miei “veri” genitori, che allora si trovavano in una lista d’attesa per l’adozione, furono chiamati nel bel mezzo della notte e venne chiesto loro: “Abbiamo un bimbo, un maschietto, ‘non previsto’; volete adottarlo?”. Risposero: “Certamente”. La mia madre biologica venne a sapere successivamente che mia mamma non aveva mai ottenuto la laurea e che mio padre non si era mai diplomato: per questo si rifiutò di firmare i documenti definitivi per l’adozione. Tornò sulla sua decisione solo qualche mese dopo, quando i miei genitori adottivi le promisero che un giorno sarei andato all’università. Infine, diciassette anni dopo ci andai. Ingenuamente scelsi un’università che era costosa quanto Stanford, così tutti i risparmi dei miei genitori sarebbero stati spesi per la mia istruzione accademica. Dopo sei mesi, non riuscivo a comprenderne il valore: non avevo idea di cosa avrei fatto nella mia vita e non avevo idea di come l’università mi avrebbe aiutato a scoprirlo. Inoltre, come ho detto, stavo spendendo i soldi che i miei genitori avevano risparmiato per tutta la vita, così decisi di abbandonare, avendo fiducia che tutto sarebbe andato bene lo stesso. OK, ero piuttosto terrorizzato all’epoca, ma guardandomi indietro credo sia stata una delle migliori decisioni che abbia mai preso. Nell’istante in cui abbandonai potei smettere di assistere alle lezioni obbligatorie e cominciai a seguire quelle che mi sembravano interessanti. Non era tutto così romantico al tempo. Non avevo una stanza nel dormitorio, perciò dormivo sul pavimento delle camere dei miei amici; portavo indietro i vuoti delle bottiglie di coca-cola per raccogliere quei cinque cent di deposito che mi avrebbero permesso di comprarmi da mangiare; ogni domenica camminavo per sette miglia attraverso la città per avere l’unico pasto decente nella settimana presso il tempio Hare Krishna. Ma mi piaceva. Gran parte delle cose che trovai sulla mia strada per caso o grazie all’intuizione in quel periodo si sono rivelate inestimabili più avanti. Lasciate che vi faccia un esempio: il Reed College a quel tempo offriva probabilmente i migliori corsi di calligrafia del paese. Nel campus ogni poster, ogni etichetta su ogni cassetto, erano scritti in splendida calligrafia. Siccome avevo abbandonato i miei studi ‘ufficiali’e pertanto non dovevo seguire le classi da piano studi, decisi di seguire un corso di calligrafia per imparare come riprodurre quanto di bello visto là attorno. Ho imparato dei caratteri serif e sans serif, a come variare la spaziatura tra differenti combinazioni di lettere, e che cosa rende la migliore tipografia così grande. Era bellissimo, antico e così artisticamente delicato che la scienza non avrebbe potuto ‘catturarlo’, e trovavo ciò affascinante. Nulla di tutto questo sembrava avere speranza di applicazione pratica nella mia vita, ma dieci anni dopo, quando stavamo progettando il primo computer Machintosh, mi tornò utile. Progettammo così il Mac: era il primo computer dalla bella tipografia. Se non avessi abbandonato gli studi, il Mac non avrebbe avuto multipli caratteri e font spazialmente proporzionate. E se Windows non avesse copiato il Mac, nessun personal computer ora le avrebbe. Se non avessi abbandonato, se non fossi incappato in quel corso di calligrafia, i computer oggi non avrebbero quella splendida tipografia che ora possiedono. Certamente non era possibile all’epoca ‘unire i puntini’e avere un quadro di cosa sarebbe successo, ma tutto diventò molto chiaro guardandosi alle spalle dieci anni dopo. Vi ripeto, non potete sperare di unire i puntini guardando avanti, potete farlo solo guardandovi alle spalle: dovete quindi avere fiducia che, nel futuro, i puntini che ora vi paiono senza senso possano in qualche modo unirsi nel futuro. Dovete credere in qualcosa: il vostro ombelico, il vostro karma, la vostra vita, il vostro destino, chiamatelo come volete… questo approccio non mi ha mai lasciato a terra, e ha fatto la differenza nella mia vita. La mia seconda storia parla di amore e di perdita. Fui molto fortunato – ho trovato cosa mi piacesse fare nella vita piuttosto in fretta. Io e Woz fondammo la Apple nel garage dei miei genitori quando avevo appena vent’anni. Abbiamo lavorato duro, e in dieci anni Apple è cresciuta da noi due soli in un garage sino ad una compagnia da due miliardi di dollari con oltre quattromila dipendenti. Avevamo appena rilasciato la nostra migliore creazione – il Macintosh – un anno prima, e avevo appena compiuto trent’anni… quando venni licenziato. Come può una persona essere licenziata da una Società che ha fondato? Beh, quando Apple si sviluppò assumemmo una persona – che pensavamo fosse di grande talento – per dirigere la compagnia con me, e per il primo anno le cose andarono bene. In seguito però le nostre visioni sul futuro cominciarono a divergere finché non ci scontrammo. Quando successe, il nostro Consiglio di Amministrazione si schierò con lui. Così a trent’anni ero a spasso. E in maniera plateale. Ciò che aveva focalizzato la mia intera vita adulta non c’era più, e tutto questo fu devastante. Non avevo la benché minima idea di cosa avrei fatto, per qualche mese. Sentivo di aver tradito la precedente generazione di imprenditori, che avevo lasciato cadere il testimone che mi era stato passato. Mi incontrai con David Packard e Bob Noyce e provai a scusarmi per aver mandato all’aria tutto così malamente: era stato un vero fallimento pubblico, e arrivai addirittura a pensare di andarmene dalla Silicon Valley. Ma qualcosa cominciò a farsi strada dentro me: amavo ancora quello che avevo fatto, e ciò che era successo alla Apple non aveva cambiato questo di un nulla. Ero stato rifiutato, ma ero ancora innamorato. Così decisi di ricominciare. Non potevo accorgermene allora, ma venne fuori che essere licenziato dalla Apple era la cosa migliore che mi sarebbe potuta capitare. La pesantezza del successo fu sostituita dalla soavità di essere di nuovo un iniziatore, mi rese libero di entrare in uno dei periodi più creativi della mia vita. Nei cinque anni successivi fondai una Società chiamata NeXT, un’altra chiamata Pixar, e mi innamorai di una splendida ragazza che sarebbe diventata mia moglie. La Pixar produsse il primo film di animazione interamente creato al computer, Toy Story, ed è ora lo studio di animazione di maggior successo nel mondo. In una mirabile successione di accadimenti, Apple comprò NeXT, ritornai in Apple e la tecnologia che sviluppammo alla NeXT è nel cuore dell’attuale rinascimento di Apple. E io e Laurene abbiamo una splendida famiglia insieme. Sono abbastanza sicuro che niente di tutto questo mi sarebbe accaduto se non fossi stato licenziato dalla Apple. Fu una medicina con un saporaccio, ma presumo che ‘il paziente’ne avesse bisogno. Ogni tanto la vita vi colpisce sulla testa con un mattone. Non perdete la fiducia, però. Sono convinto che l’unica cosa che mi ha aiutato ad andare avanti sia stato l’amore per ciò che facevo. Dovete trovare le vostre passioni, e questo è vero tanto per il/la vostro/a findanzato/a che per il vostro lavoro. Il vostro lavoro occuperà una parte rilevante delle vostre vite, e l’unico modo per esserne davvero soddisfatti sarà fare un gran bel lavoro. E l’unico modo di fare un gran bel lavoro è amare quello che fate. Se non avete ancora trovato ciò che fa per voi, continuate a cercare, non fermatevi, come capita per le faccende di cuore, saprete di averlo trovato non appena ce l’avrete davanti. E, come le grandi storie d’amore, diventerà sempre meglio col passare degli anni. Quindi continuate a cercare finché non lo trovate. Non accontentatevi. La mia terza storia parla della morte. Quando avevo diciassette anni, ho letto una citazione che recitava: “Se vivi ogni giorno come se fosse l’ultimo, uno di questi c’avrai azzeccato”. Mi fece una gran impressione, e da quel momento, per i successivi trentatrè anni, mi sono guardato allo specchio ogni giorno e mi sono chiesto: “Se oggi fosse l’ultimo giorno della mia vita, vorrei fare quello che sto per fare oggi?”. E ogni volta che la risposta era “No” per troppi giorni consecutivi, sapevo di dover cambiare qualcosa. Ricordare che sarei morto presto è stato lo strumento più utile che abbia mai trovato per aiutarmi nel fare le scelte importanti nella vita. Perché quasi tutto – tutte le aspettative esteriori, l’orgoglio, la paura e l’imbarazzo per il fallimento – sono cose che scivolano via di fronte alla morte, lasciando solamente ciò che è davvero importante. Ricordarvi che state per morire è il miglior modo per evitare la trappola rappresentata dalla convinzione che abbiate qualcosa da perdere. Siete già nudi. Non c’è ragione perché non seguiate il vostro cuore. Un anno fa mi è stato diagnosticato un cancro. Effettuai una scansione alle sette e trenta del mattino, e mostrava chiaramente un tumore nel mio pancreas. Fino ad allora non sapevo nemmeno cosa fosse un pancreas. I dottori mi dissero che con ogni probabilità era un tipo di cancro incurabile, e avevo un’aspettativa di vita non superiore ai tre-sei mesi. Il mio dottore mi consigliò di tornare a casa ‘a sistemare i miei affari’, che è un modo per i medici di dirti di prepararti a morire. Significa che devi cercare di dire ai tuoi figli tutto quello che avresti potuto nei successivi dieci anni in pochi mesi. Significa che devi fare in modo che tutto sia a posto, così da rendere la cosa più semplice per la tua famiglia. Significa che devi pronunciare i tuoi ‘addio’. Ho vissuto con quella spada di Damocle per tutto il giorno. In seguito quella sera ho fatto una biopsia, dove mi infilarono una sonda nella gola, attraverso il mio stomaco fin dentro l’intestino, inserirono una sonda nel pancreas e prelevarono alcune cellule del tumore. Ero in anestesia totale, ma mia moglie, che era lì, mi disse che quando videro le cellule al microscopio, i dottori cominciarono a gridare perché venne fuori che si trattava una forma molto rara di cancro curabile attraverso la chirurgia. Così mi sono operato e ora sto bene. Questa è stata la volta in cui mi sono trovato più vicino alla morte, e spero lo sia per molti decenni ancora. Essendoci passato, posso dirvi ora qualcosa con maggiore certezza rispetto a quando la morte per me era solo un puro concetto intellettuale: Nessuno vuole morire. Anche le persone che desiderano andare in paradiso non vogliono morire per andarci. E nonostante tutto la morte rappresenta l’unica destinazione che noi tutti condividiamo, nessuno è mai sfuggito ad essa. Questo perché è come dovrebbe essere: la Morte è la migliore invenzione della Vita. E’ l’agente di cambio della Vita: fa piazza pulita del vecchio per aprire la strada al nuovo. Ora come ora ‘il nuovo’ siete voi, ma un giorno non troppo lontano da oggi, gradualmente diventerete ‘il vecchio’e sarete messi da parte. Mi dispiace essere così drammatico, ma è pressappoco la verità. Il vostro tempo è limitato, perciò non sprecatelo vivendo la vita di qualcun’altro. Non rimanete intrappolati nei dogmi, che vi porteranno a vivere secondo il pensiero di altre persone. Non lasciate che il rumore delle opinioni altrui zittisca la vostra voce interiore. E, ancora più importante, abbiate il coraggio di seguire il vostro cuore e la vostra intuizione: loro vi guideranno in qualche modo nel conoscere cosa veramente vorrete diventare. Tutto il resto è secondario. Quando ero giovane, c’era una pubblicazione splendida che si chiamava The whole Earth catalog, che è stata una delle bibbie della mia generazione. Fu creata da Steward Brand, non molto distante da qui, a Menlo Park, e costui apportò ad essa il suo senso poetico della vita. Era la fine degli anni Sessanta, prima dei personal computer, ed era fatto tutto con le macchine da scrivere, le forbici e le fotocamere polaroid: era una specie di Google formato volume, trentacinque anni prima che Google venisse fuori. Era idealista, e pieno di concetti chiari e nozioni speciali. Steward e il suo team pubblicarono diversi numeri di The whole Earth catalog, e quando concluse il suo tempo, fecero uscire il numero finale. Era la metà degli anni Settanta e io avevo pressappoco la vostra età. Nella quarta di copertina del numero finale c’era una fotografia di una strada di campagna nel primo mattino, del tipo che potete trovare facendo autostop se siete dei tipi così avventurosi. Sotto, le seguenti parole: “Siate affamati. Siate folli”. Era il loro addio, e ho sperato sempre questo per me. Ora, nel giorno della vostra laurea, pronti nel cominciare una nuova avventura, auguro questo a voi. Siate affamati. Siate folli. Leggi tutto: http://www.cronacalive.it/steve-jobs-il ... z1a5K9BfpI
_________________ IL PALMARES NON SI PRESCRIVE
[Una volta a Pietro Secchia] Cos'ha fatto ieri la Juve? [...] E tu pretendi di fare la rivoluzione senza sapere i risultati della Juve? (Palmiro Togliatti)
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venerdì 7 ottobre 2011, ore 11:02 |
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ryoga
City Soldier
Data iscrizione: sabato 7 ottobre 2006, ore 19:48 Messaggi: 20228 Località: Gela - Brescia
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Re: Steve Jobs
quest'uomo era un profeta
grazie brazo, non avevo mai letto per intero il discorso.... è qualcosa da "salvare" come patrimonio dell'umanità
_________________ O BRIGANTE O EMIGRANTE! ...per ora emigrante...
io AMO la mia città io ODIO la mafia, odio i mafiosi
http://www.ilportaledelsud.org
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venerdì 7 ottobre 2011, ore 17:29 |
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siciliano
City Soldier
Data iscrizione: giovedì 21 febbraio 2008, ore 11:02 Messaggi: 8642 Località: gela
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Re: Steve Jobs
mi hanno mandato questo messaggio via email: Si è spento all'età di 92 anni l'americano Wilson Greatbatch, ingegnere e inventore del pacemaker... Sbaglio o nessuno ha messo un peacemaker come foto profilo? E sì che quest'uomo ne ha salvate di vite! Ah...ma lui non ha inventato l'ipod...allora chissenefrega. "Non doveva essere poi un granchè come uomo..."
_________________ "Le masse popolari in Europa,non sono contro le masse popolari in Africa. Quelli che sfruttano le risorse in Africa,sono gli stessi che sfruttano l'Europa. Abbiamo un nemico comune ! " (Thomas Sankara)
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giovedì 13 ottobre 2011, ore 20:25 |
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Razio
City Soldier
Data iscrizione: venerdì 19 ottobre 2007, ore 16:12 Messaggi: 17206
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Re: Steve Jobs
purtroppo non era cosi conosciuto, neanche i giornali ne parlano, e poi Jobs è morto giovane, se fosse morto a 92 anni non avrebbe avuto lo stesso clamore... cmq sbeffeggiare Jobs dicendo che è l'inventore dell'ipod è malafede...l'ipod è stata una delle altre, va ricordato a chi ha inviato la mail che Jobs invento' il sistema operativo a finistre prima di Bill Gates, quindi senza di lui non so se sarebbe esistito il computer o almeno adesso.
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giovedì 13 ottobre 2011, ore 20:54 |
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gianiro
City Keys Owner!
Data iscrizione: giovedì 21 dicembre 2006, ore 20:21 Messaggi: 4083 Località: MACCHITELLA (GELA)
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Re: Steve Jobs
Quel messaggio è una stronzata, l'ho letto anch'io su Fb. Perchè paragonare i morti? Steve Jobs era anche un personaggio, niente a che vedere con Wilson Greatbatch per popolarità. Certamente quest'ultimo avrà tutte le riconoscenze possibili dal mondo della medicina e della scienza. Allora non dovremmo dispiacerci più di nessun morto celebre se non salva qualche milione di vite? Poi 92 anni ci mittissi 400 firme.
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Attrezzatura e tecnica sono solo l'inizio. È il fotografo che conta più di tutto. (John Hedgecoe)
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giovedì 13 ottobre 2011, ore 20:59 |
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Razio
City Soldier
Data iscrizione: venerdì 19 ottobre 2007, ore 16:12 Messaggi: 17206
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Re: Steve Jobs
ma la piu' imbecille è su facebook, una foto di Jobs con a fianco bambini afrciani e dice: un morto e milini a piangere, milioni di morti e nessun pianto...demagogia da far vomitare, che non ha bisogno di commento
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giovedì 13 ottobre 2011, ore 21:03 |
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gianiro
City Keys Owner!
Data iscrizione: giovedì 21 dicembre 2006, ore 20:21 Messaggi: 4083 Località: MACCHITELLA (GELA)
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Re: Steve Jobs
Infatti quelli che li pubblicano stanno sempre a piangere per i bambini africani. Se penso, e a dir il vero cerco di non pensarci perchè provo un pò di senso di vergogna quando vedo gli sprechi che faccio, a quei bambini mi si incupisce il cuore. Quando leggo certe frasi ipocrite solo per farsi belli sfruttando il dolore, mi incazzo.
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giovedì 13 ottobre 2011, ore 21:09 |
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siciliano
City Soldier
Data iscrizione: giovedì 21 febbraio 2008, ore 11:02 Messaggi: 8642 Località: gela
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Re: Steve Jobs
io non conoscevo jobs prima ( e come me, certamente, tanti di quei milioni che oggi lo piangono) e non conoscevo nemmeno l'inventore del peacemaker. Però mi pare che la Apple sta facendo una buona speculazione sulla morte di jobs e ne userà l'immagine fino all'esasperazione. Uomo sertamente intelligente ma, credo, nulla di più di tanti altri.
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giovedì 13 ottobre 2011, ore 21:24 |
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gianiro
City Keys Owner!
Data iscrizione: giovedì 21 dicembre 2006, ore 20:21 Messaggi: 4083 Località: MACCHITELLA (GELA)
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Re: Steve Jobs
Steve Jobs era famosissimo anche prima della sua morte. Se non lo conoscevi tu è un altro discorso. C'è gente che lo seguiva da decenni.
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Attrezzatura e tecnica sono solo l'inizio. È il fotografo che conta più di tutto. (John Hedgecoe)
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giovedì 13 ottobre 2011, ore 21:30 |
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gianiro
City Keys Owner!
Data iscrizione: giovedì 21 dicembre 2006, ore 20:21 Messaggi: 4083 Località: MACCHITELLA (GELA)
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Re: Steve Jobs
Per farti capire, ti mando uno stupendo articolo di Glauco che mi pare conosci:
Glauco Marino
Pochi mesi dopo la pubblicazione del post #13 Amatissimo Steve (ironia della sorte, post #13 allora, post #31 oggi – vita e morte) in cui scongiuravo le brutte notizie che circolavano al momento e mi auguravo che quest’uomo fantastico vivesse più a lungo possibile, mi trovo oggi a dover metabolizzare un dolore reale e a dover scrivere di nuovo di lui, questa volta per la sua morte avvenuta lo scorso 6 ottobre. Il momento è infine arrivato. Notizia annunciata certo, nell’aria, ma non per questo meno dolorosa, meno sconvolgente. Nel ringraziare e ricordare Steve per tutto quello che ha fatto per l’umanità tutta, ripubblico qui integralmente il mio editoriale scritto all’indomani della sua morte ancora con gli occhi lucidi, e pubblicato sul quotidiano per il quale lavoro, TevereNotizie:
SI SPEGNE A SOLI 56 ANNI IL GENIO CREATORE DI APPLE
Il mondo piange Steve Jobs: le ragioni di un cordoglio infinito
Dai capi di Stato alla gente comune, il tributo del mondo intero all’uomo illuminato che ha cambiato il mondo attraverso l’industria
La prematura scomparsa di Steve Jobs, il guru di Apple, sta registrando un cordoglio senza fine. Tributi d’ogni sorta e d’ogni provenienza. Dai presidenti di tutto il mondo, alle star dello spettacolo e d’ogni altro settore. I colleghi, gli amici, i concorrenti, e chiunque abbia avuto l’immensa fortuna di incontrarlo e lavorare con lui. Ma soprattutto tra la gente comune. Tra gli innumerevoli fan di Apple e utenti delle loro macchine straordinarie, iPhone, iPad, portatili e fissi. Nella rete, letteralmente inondata di messaggi d’affetto e di dolore, nella realtà, con le candele e i mazzi di fiori alle porte degli Apple Store disseminati in tutto il mondo. Nemmeno per la scomparsa del re del pop Michael Jackson c’è stata una partecipazione così grande, per fare un paragone recente.
Il mio personale pensiero, in questo momento di reale sconcerto e reale dolore, è confuso e sgomento. Nonostante la notizia fosse di quelle che ti aspetti da un momento all’altro (era ben nota la sua storia clinica), rimane quest’amarezza profonda. E’ difficile immaginare adesso il mondo senza Steve. Può apparire una enormità o una manifestazione del più banale concetto di fanatismo, ma non è così. E’ reale e tangibile il pianto di milioni di persone da ogni luogo del pianeta. La mia domanda e la mia riflessione è: perchè? L’interrogativo viene dal mio stesso inspiegabile dolore. Ho pianto altre volte nella vita per la scomparsa di persone sconosciute sul piano personale eppure note al mondo per qualche ragione. Piansi Miles Davis, Kurt Cobain, Jorge Amado, Joan Mirò, José Saramago, tanto per citarne alcuni. Questi ed altri grandi uomini hanno toccato il mio cuore, la mia anima, la mia sensibilità e la mia intelligenza, regalandomi emozioni uniche e perle di conoscenza attraverso le loro creazioni, che fossero musiche, libri, quadri o sculture. Ma Steve Jobs, mi ha mai emozionato? Come un libro, una canzone, una poesia? La risposta è no, la sua influenza sulla mia vita è da ricercare altrove e non sul piano emozionale. Non era un artista come la gente sopra elencata, era fondamentalmente un imprenditore. Eppure, il mio dolore comune a quello di chissà quanti oggi nel mondo intero, è lo stesso di Mirò, di Miles e tutti gli altri. La sola risposta che ho al momento, volendo trovare una razionale spiegazione a quel che sento, è che Steve attraverso le sue invenzioni e attraverso la sua azienda, ha fatto forse di più che regalarmi delle emozioni. Mi ha regalato un modo diverso di vedere le cose, di vedere la vita stessa. Mi ha insegnato un milione di cose nel modo più impensabile, vendendomi i suoi prodotti. La portata di questo dono ha un valore straordinario e spiega il cordoglio senza fine di queste ore, il mio come quello di tutti. Mai come adesso intuisco il significato profondo di quel semplice e geniale slogan “Think Different” che è stato il mantra di Apple per anni e anni. Think Different, “pensa diversamente”.
E’ questo che Steve ha regalato al mondo, un modo diverso di pensare, di osservare, di vivere e di intendere la qualità. Sono un utente Apple della prima ora, il mio primo computer fu un Mac, il Performa, una sorta di preistorico antenato del fortunatissimo e famosissimo iMac che uscì qualche anno dopo cominciando una rivoluzione digitale che non si è più arrestata. Ed allora, ricordo, tutti a chiedere se il Mac fosse “compatibile” e altre cose del genere. Io non mi sono mai preoccupato del fatto che fosse compatibile con Microsoft, per me era compatibile con me ed il mio mondo. La semplicità a prova di scimpanzè, l’assenza di tutti quei problemi che affliggevano gli utenti di Windows e il non-bisogno di capirne d’informatica per poter fare le cose che amavo fare, bastavano a compensare qualunque altra possibile mancanza.
Non voglio ripercorrere qui adesso l’elenco lunghissimo delle invenzioni ed intuizioni di questo uomo magnifico, oggi che non c’è più, la rete è infestata di biografie e tributi d’ogni genere che ripercorrono la sua storia e gli innumerevoli cambiamenti e rivoluzioni che ha determinato ed imposto nei mercati e nella società. Oggi voglio parlare solo del sentimento, del dolore della perdita e delle ragioni che lo rendono tale. E per far questo, basta dire che dal quel momento in cui comprai il mio primo Mac appena 19enne, la mia vita cambiò, ed in meglio. Non ho mai smesso di usarlo e oggi scrivo dal mio iPad. Questo devo a Steve Jobs, il fatto di avermi semplificato e migliorato la vita a dismisura. Di averla anche abbellita, che non è fattore trascurabile. Lui è l’uomo che ha realizzato il rigido funzionalismo di stampo fordista americano coniugato con la forma e la bellezza in un matrimonio tra i più felici. Mi ha insegnato che si possono fare cose di grande bellezza e di infinita utilità allo stesso tempo. Mi ha insegnato come l’industria possa essere davvero utile a tutti. Mi ha insegnato il capitalismo in jeans e maglietta, l’eccellenza, la lungimiranza. Quanto tempo ho risparmiato per non aver mai formattato un computer in vita mia, per aver letto e risposto alle email dal mio iPhone mentre facevo altre cose, per aver realizzato decine di progetti nella metà del tempo dentro il mio Mac o iPad? In sostanza, quanto tempo mi ha regalato Steve Jobs? Tempo guadagnato e liberato per poter essere speso come meglio credevo? E quanto valore ha questo dono? Think Different.
Steve ha cambiato il mondo. Ha mostrato a tutti che si può fare. Folle sterminate di persone lo stanno piangendo per questo, perchè ha regalato a tutti la visione. Folle di persone che piangono un imprenditore che non ha fatto altro che vendergli i suoi prodotti per decenni. La forza di un uomo che si fa adorare perchè ti vende cose, è spiegabile solo con la oggettiva e straordinaria grandezza che c’è in quelle cose che ti ha venduto. In quegli oggetti, c’è un mondo. C’è una filosofia di vita, un punto di vista. Sono oggetti che raccontano quella visione, che ti fanno “pensare diversamente”, che ti migliorano la qualità della vita. Che racchiudono i pensieri e le intuizioni di questa mente illuminata che li ha immaginati prima e realizzati poi. Steve è stato un innovatore ed un genio, un rivoluzionario e una guida. La sua immensa grandezza non sta solo in quello che ha fatto, sta soprattutto nel modo in cui lo ha fatto: nel pieno spirito imprenditoriale, costruendo un’azienda che vende e crea lavoro e cresce. E’ un fatto unico nella storia dell’uomo, la poesia e il fatturato, il marketing e le favole. In una sola frase, “La Fabbrica dei Sogni”.
Scrivo dal mio iPad dicevo, e rifletto sul fatto che io per primo, sono solo uno tra le centinaia di migliaia di persone, non ho fatto altro che dare soldi all’azienda di Steve per lunghissimi anni, tra computer, iPod, iPad e iPhone. E oggi piango l’uomo a cui ho dato tutti questi soldi. Evidentemente, è perchè sono felice di averli spesi e perchè quel che ne ho avuto in cambio è stato molto di più che un semplice oggetto o prodotto, è stato quel dono inestimabile che sta nel Think Different.
Il mondo che si risveglia senza Steve, ha perso davvero qualcosa. Il suo genio creativo e la sua immensa concretezza visionaria non mancheranno solo ha chi ha un iPhone in tasca o un Mac a casa, mancheranno all’umanità tutta indistintamente, perchè gli uomini che cambiano le cose sono patrimonio di tutti. Il suo lascito intellettuale nel famoso discorso ai laureandi di Stanford che imperversa nei media, è racchiuso tutto in quella frase “Stay hangry, stay foolish – Siate affamati, siate folli”.
Non so cosa ne sarà di Apple nel futuro e se quello spirito magico che c’era in Steve rimarrà per sempre lo spirito dell’azienda come scritto sul sito. So che il sapore amaro delle mie lacrime di oggi è il sapore della conoscenza e della grandiosità. Grazie di cuore Steve per tutto quello che hai fatto. Perchè anche se tu sei andato via, i tuoi regali restano e continueranno ad influire sulle vite di molti, e in qualche modo, sul futuro di tutti.
Grazie Steve, stay wonderful as you are.
Glauco
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Attrezzatura e tecnica sono solo l'inizio. È il fotografo che conta più di tutto. (John Hedgecoe)
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giovedì 13 ottobre 2011, ore 21:34 |
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siciliano
City Soldier
Data iscrizione: giovedì 21 febbraio 2008, ore 11:02 Messaggi: 8642 Località: gela
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Re: Steve Jobs
ti dico che anche i miei zii, che non sanno nemmeno usare un cellulare, hanno avuto parole di cordoglio per la morte di jobs. C'è certamente un training mediatico. Con questo non voglio sminuire il dispiacere di chi davvero prova dolore o il valore di jobs. Salutami Glauco
_________________ "Le masse popolari in Europa,non sono contro le masse popolari in Africa. Quelli che sfruttano le risorse in Africa,sono gli stessi che sfruttano l'Europa. Abbiamo un nemico comune ! " (Thomas Sankara)
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giovedì 13 ottobre 2011, ore 21:45 |
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gianiro
City Keys Owner!
Data iscrizione: giovedì 21 dicembre 2006, ore 20:21 Messaggi: 4083 Località: MACCHITELLA (GELA)
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Re: Steve Jobs
Il training mediatico c'è ovviamente stato. Però già è una cosa strana che un uomo, che non sia un artista, ma un tecnico, un imprenditore, sia riuscito ad emozionare miliardi di persone. Io lo seguivo distrattamente, ma sempre con ammirazione. Quando mesi fa ascoltai il famoso discorso all'università negli Usa, mi innamorai. Seppi poi delle sue dimissioni e la sua morte non mi ha lasciato di certo indifferente.
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giovedì 13 ottobre 2011, ore 21:49 |
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siciliano
City Soldier
Data iscrizione: giovedì 21 febbraio 2008, ore 11:02 Messaggi: 8642 Località: gela
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Re: Steve Jobs
io sono rimasto indifferente, pur riconoscendone il grande valore.
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giovedì 13 ottobre 2011, ore 21:54 |
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gianiro
City Keys Owner!
Data iscrizione: giovedì 21 dicembre 2006, ore 20:21 Messaggi: 4083 Località: MACCHITELLA (GELA)
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Re: Steve Jobs
non tutti hanno la stessa sensibilità o la sensibilità per le stesse cose.
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Attrezzatura e tecnica sono solo l'inizio. È il fotografo che conta più di tutto. (John Hedgecoe)
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giovedì 13 ottobre 2011, ore 21:55 |
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siciliano
City Soldier
Data iscrizione: giovedì 21 febbraio 2008, ore 11:02 Messaggi: 8642 Località: gela
Karma: 61 punti
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Re: Steve Jobs
c'è chi ce l'ha anche se non conosce. Io quanto meno, coerentemente, non capendo il valore di ciò che ha fatto jobs, ed essendo per me una conoscenza troppo periferica, non sono riuscito a soffrire. Mi spiace di più per tanti altri morti. MA lo dico in modo non provocatorio. E' vero
_________________ "Le masse popolari in Europa,non sono contro le masse popolari in Africa. Quelli che sfruttano le risorse in Africa,sono gli stessi che sfruttano l'Europa. Abbiamo un nemico comune ! " (Thomas Sankara)
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giovedì 13 ottobre 2011, ore 22:24 |
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