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Cucina tipica, tradizioni e folklore 
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Messaggio Cucina tipica, tradizioni e folklore
Cari amici forumisti,
visto che scriviamo da molte regioni diverse, non sarebbe bello
descrivere le tradizioni, la cucina ed il folklore delle zone dove viviamo?

Sarebbe utile per arricchire le nostre conoscenze sulle altre zone italiane.

Quindi gelesi emigrati, facciamoci sotto!!!

Inizio io col Veneto.

Piatto tipico vicentino:

"Bigoli" co' l'arna"
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Piatto tipico vicentino, i bigoli sono grossi spaghetti lavorati al torchio che vengono poi cotti, invece che nell'acqua salata,
nel brodo di anitra. Il sugo con cui vengono poi conditi è ottenuto dalla cottura delle rigaglie dell'anitra fatte soffriggere con olio e burro.

Baccalà alla vicentina
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Dopo aver tagliato a tranci e tolto le lische allo stoccafisso, lo si cuoce con cipolla, aglio, prezzemolo, acciughe, parmigiano, olio e latte.
Viene servito con polenta appena cotto oppure abbrustolita.

Questi sono due della varia cucina (pesante :D del veneto!)

Dolce tipico:

"La putana"
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La putana e un dolce povero, fatto di volta in volta con ciò che si aveva in casa. Prima dell'arrivo delle stufe dove la si infornava,
veniva cotta sotto le ceneri dei focolare, mentre sopra si cucinavano gli altri cibi. Ancora oggi è tradizione fra i Vicentini prepararlo
durante il periodo invernale e le feste natalizie.

"'Na feta de putana, un bicere de vin dolse e un bon cafè" è ancoroggi il miglior benvenuto agli ospiti.

Preparazione del dolce:

Fortare ad ebollizione il latte. Miscelare per bene le due farine e lo zucchero. Togliere dal fuoco, aggiungere un pizzico di sale e versare
a pioggia le due farine con lo zucchero avendo cura dì mescolare bene, meglio se con una frusta, affinchè non si formino grumi.
Rimettere sul fuoco e cuocere per circa 15 minuti come se fosse una polenta mescolando in continuazione.
Togliere dai fuoco e aggiungere il burro fuso, l'uvetta ammorbidita in acqua tiepida, i cedrini, i fichi secchi, i gherigli di noce spezzettati,
la grappae il lievito.

Amalgamare bene gli ingredienti, quindi versate il compoeto in una teglia da forno imburrata e infarinata, infornare a forno già caldo per
circa 45 minuti.

Il dolce solitamente viene gustato sia tiepido che freddo.

Ingredienti:
8,5 di di latte fresco, 200 g di farina gialla di granoturco (mais), 150 g di burro, 150 g di zucchero, 120 g di farina bianca, 50 g di uvetta,
50 g di cedrini, 1/2 bustina di lievito in polvere, 8 fichi secchi, 8 noci, 1/2 bicchierino di grappa, sale.


Vini tipici:
Il Garganego Colli Berici DOC è un vino bianco di colore paglierino tendente al dorato e di odore delicato e profumato.
Ha un sapore asciutto e amarognolo e una gradazione minima di 10,50°. Si serve freddo e si accompagna preferibilmente a piatti di pesce.

Il Pinot Bianco Colli Berici DOC ha un bouquet delicatamente intenso e un sapore pieno e vellutato, con gradazione minima di 11°.
Anche in questo caso si accompagna a pesce, crostacei e frutti di mare.

Il Sauvignon Colli Berici DOC è un bianco di colore giallo paglierino e di sapore asciutto e pieno, con gradazione minima 11°.
Oltre ai piatti a base di pesce, si serve accanto a minestre in brodo, formaggi locali e uova.

Il Tocai Italico Colli Berici DOC ha un colore giallo paglierino e un sapore armonico e asciutto. Di gradazione minima 11°, si serve
freddo con pesce, minestre in brodo e uova.

Il Cabernet Colli Berici DOC è un rosso rubino carico dal profumo intenso e sapore robusto. Gradazione alcolica minima 11° p
er un vino che si serve a temperatura superiore all’ambiente per ogni pietanza, soprattutto insaccati e piatti robusti.

Il Merlot Colli Berici DOC è un rosso dal profumo intenso e dal sapore corposo, di gradazione minima 11°. Si beve anche fuori pasto
e si accompagna ad arrosti leggeri , risotti e alcuni formaggi. Ottimo l’accostamento con il capretto allo spiedo.

Infine il Tocai Rosso Colli Berici DOC è un rosso rubino vivo e brillante dal sapore armonico tendente all’amarognolo,
con gradazione minima 11°. Si serve a temperatura ambiente con arrosti di animali da cortile, e con il tipico baccalà alla vicentina.

Bibita tipica:
Spritz (da due anni ha il marchio D.O.C.)
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Ingredienti:
Aperol
Vino bianco secco
Soda

Attrezzature:
Solo il bicchiere da long drink tipo tumbler alto.

Guarnizioni:
Uno spicchio di limone dentro il bicchiere.

Procedimento:
Riempire il bicchiere di ghiaccio fino all'orlo (non limitare mai il ghiaccio, è fondamentale!!) i primi 2/3 del bicchiere vanno riempiti
con Aperol e vino bianco (diciamo nella proporzione di 1/3 e 2/3) finire poi di riempire il bicchiere con la soda (oppure con
acqua minerale molto gassata). Mischiare con il cucchiaino lungo, aggiungere cannucce e spicchio di limone dentro il bicchiere.


Filastrocca veneta:

Vicentini magna gati

Ovvero “Vicentini mangia gatti” come recita la filastrocca:


Vicentini magna gati (vicentini mangia gatti)

Veronesi tuti mati (veronesi tutti matti)

Venexiani gran signori (veneziani gran signori)

Padovani gran dottori (padovani gran dottori)


Festa tipica vicentina:
Sagra del Baccalà
a settembre

Festa della transumanza

La suggestiva ed decisamente popolare migrazione delle mandrie dall’altopiano viene riproposta ogni anno alla fine del mese di settembre,
periodo in cui sin dall’antichità gli animali si spostavano per utilizzare i pascoli a clima più temperato.
Durante il tragitto di ritorno, nelle località toccate nel percorso, animazioni, mungitura e promozione dei formaggi.
Il ritorno della mandria dà il via ad una semplice ed autentica festa popolare.

Spiritualità:
Santuario della Madonna di Monte Berico
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Sono legate alle due apparizioni della Beata Vergine su questo colle: la prima del sette marzo 1426, la seconda del primo agosto 1428.
Di questi due eccezionali avvenimenti venne istruita formale inchiesta da parte del Comune di Vicenza per mezzo di notai pubblici, i quali
nel novembre 1430, stilarono un vero ed autentico 'Processus', il cui manoscritto è conservato oggi nella Biblioteca Civica Bertoliana.
Il servizio religioso del Santuario venne affidato dal Comune ai religiosi dell'Ordine di S. Brigida con una convenzione del 2 novembre del 1429.
A fine maggio 1435 i frati di S. Brigida dovettero lasciare il Santuario per decisione di papa Eugenio IV, che con Bolla del 18 marzo 1435
imponeva loro di riprendere la Regola primitiva e di ritornare all'impostazione storica in cui era sorto il loro Ordine.

La magnifica Comunitas Vicentiae che si era riservata per convenzione il jus patronatus su Monte Berico, il 31 maggio 1435 dava in possesso
chiesa e convento ai Servi di Maria. Il giorno seguente, il vescovo di Vicenza, Francesco Malipiero, ne dava l'investitura nella persona di
fra Antonio da Bitetto, il quale accettava a nome dei suoi confratelli.



Per il momento non ho altre idee, ma se vuoi volete proporne altre io poi aggiornerò le mie notizie.

Quindi aspetto tradizioni e altre tipicità delle altre regioni "gelesizzate".


:wink:

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lunedì 4 febbraio 2008, ore 15:22
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STANCAIU!!!!!!

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lunedì 4 febbraio 2008, ore 16:14
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Sugnustuffu ha scritto:
STANCAIU!!!!!!


Di far cosa? :shock:

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lunedì 4 febbraio 2008, ore 16:18
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Jeps ha scritto:
Sugnustuffu ha scritto:
STANCAIU!!!!!!


Di far cosa? :shock:


Di leggere......

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lunedì 4 febbraio 2008, ore 18:04
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Sugnustuffu ha scritto:
Jeps ha scritto:
Sugnustuffu ha scritto:
STANCAIU!!!!!!


Di far cosa? :shock:


Di leggere......


:asd: :asd: :lol: :lol:

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è iniziato tutto nel silenzio e finirà nella stessa maniera...in silenzio...anche se le grida,le urla saranno solo dentro...


lunedì 4 febbraio 2008, ore 18:20
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Qui in emilia nella zona dove vivo si usa mangiare le Tigelle o Crescentine
sono dei dischi di pasta con un diametro di un bicchiere circa,cotte nella tigelliera per l'appunto e una volta
tagliate farcite con del buon salume,con la nutella
o con un trito composto da lardo,rosmarino e aglio (una libidine per il palato,ma sconsigliato
a chi dopo ha incontri galanti).in mancanza della tigelliera che è una specie di padella di ghisa
si può ovviare con il tostapane o una padella ,ma il risultato non è lo stesso...

Le Tigelle:

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La Tigelliera

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E infine per chi ci si volesse cimentare riporto la ricetta che non è di sicuro un impresa ma molto semplice
e alla portata di tutti:

2 cucchiai di lievito di birra secco
- 60 ml di acqua
- 500 gr di farina bianca
- 2 cucchiaini di sale
- 1 cucchiaino di strutto o olio
- 250 ml di acqua gassata o 25 ml di latte + un pizzico di bicarbonato di sodio

Stemperate il lievito nellacqua e girate, dopo 5 minuti versate la farina e il sale in una terrina e mescolateli. Fate una fontana al centro e versatevi il lievito sciolto in acqua, lo strutto sciolto o lolio e 150 ml di acqua o latte con bicarbonato che serve per rendere le tigelle più soffici.
Amalgamate bene il tutto e aggiungete la restante acqua fino a formare un impasto sodo e bagnato.
Impastate su un piano infarinato finché la pasta diventa liscia, lucida ed elastica.
Mettere in una terrina e coprire con un panno; fare lievitare circa un'ora e mezza finché raddoppia le dimensioni, sgonfiare limpasto e far riposare altri 10 minuti.
Stendere limpasto e formare i tipici dischi di diametro di circa 10 cm e alti circa 1 cm.
Le tigelle vanno cotte sul fuoco medio da ambo i lati nella tigelliera con gli stampi predisposti oppure in una padella normale, basta tenerle coperte durante la cottura, possono dirsi cotte perfettamente quando formano una crosta croccante all'esterno, ma rimangono morbide internamente.


lunedì 4 febbraio 2008, ore 18:21
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Sugnustuffu ha scritto:
STANCAIU!!!!!!


Era più consono che dicessi...."MiStuffaiu"


lunedì 4 febbraio 2008, ore 19:11
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