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Coldiretti:carne, rincari del 400% 
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Data iscrizione: sabato 26 maggio 2007, ore 23:20
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Messaggio Coldiretti:carne, rincari del 400%
<b>Coldiretti:carne, rincari del 400%
Proposta etichetta anti rincari</b>


Si aggirano intorno al 400% i ricari della carne dalle stalle alle tavole. L'allarme, lanciato da Mr Prezzi, è confermato dalla Coldiretti,
in occasione del tavolo convocato al ministero delle Politiche Agricole con i rappresentati del settore. Secondo l'associazione, sono
proprio i prezzi che in molti settori, come quello della carne si moltiplicano in maniera insostenibile a provocare l'inflazione.

E se il coniglio sale cinque volte di prezzo dal produttore al consumatore finale, dal maiale al prosciutto si registrano aumenti di
venti volte.

"La carne -dice la Coldiretti- rappresenta oggi la prima voce di spesa alimentare degli italiani alla quale viene destinato un quarto
del budget, per un valore di 106 euro dei 467 spesi in media ogni mese dalle famiglie per l'alimentazione. Ma mentre aumenta la
spesa, si riduce in media del 3% la quantità di carne presente sulle tavole e sono a rischio di chiusura le stalle italiane".

Mentre i prezzi al consumo volano, le quotazioni di tutte le produzioni sono stabili o in flessione, con cali che arrivano che superano
il 10 per cento, ad eccezione del pollame che, come ribadisce Coldiretti, "sta uscendo da una grave crisi di prezzi e di consumi
provocata dalla psicosi dell'influenza aviaria".

"I maiali cresciuti in Italia vengano pagati agli allevatori ad un valore attorno a 1 ,25 euro al chilo e spesso non si riesce nemmeno a
coprire i costi di produzione. Il prezzo così si moltiplica per cinque se si acquista la braciola, per dieci se si compra il salame e per
oltre venti volte per il prosciutto, con l'effetto che gli acquisti familiari di carne suina e salumi si sono ridotti del 2,3 per cento nel 2007".

A rischio anche gli allevamenti di conigli, circa cinquemila nel nostro Paese, visto che il prezzo medio pagato dai consumatori si
avvicina agli 8 euro al chilo, mentre agli allevatori va solo 1,5 euro al chilo.
"Nella forbice tra prezzi alla produzione e al consumo- ribadiscono i coltivatori- c'è un sufficiente margine per garantire una buona
remunerazione agli allevatori e non aggravare i bilanci delle famiglie. E' necessario lavorare per rendere piu' trasparente e diretto il
percorso del prodotto con l'etichetta di provenienza, ma occorre anche intervenire sulle filiere inefficienti che perdono valore, senza
ritardare le necessarie ristrutturazioni".

Per questo è stata avviata una raccolta di firme per un'etichetta obbligatoria che riporti l'indicazione dell'origine sulle etichette delle
carni ed evitare che vengano spacciati come Made in Italy prodotti importati. In questo modo- sottolinea la nota di Coldiretti -si
potranno combattere i rincari ingiustificati e le speculazioni".
Ed ecco una tabella con le percentuali dei rincari:

<b>---I PREZZI DELLA CARNE DALLA STALLA AL CONSUMO---
STALLA NEGOZIO RINCARO %
CARNE DI MAIALE 1,2 EURO/KG 6,14 EURO/KG +412%
CARNE DI POLLO 1,1 EURO/KG 3,99 EURO/KG +263%
CARNE DI VITELLONE 1,95 EURO/KG 9,64 EUR/KG +394%
CARNE DI CONIGLIO 1,5 EURO/KG 8 EURO/KG +430%
Fonte: Elaborazioni Coldiretti su dati Ismea Ac Nielsen</b>

_________________
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mercoledì 6 febbraio 2008, ore 14:06
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Messaggio Re: Coldiretti:carne, rincari del 400%
Jeps ha scritto:
<b>Coldiretti:carne, rincari del 400%
Proposta etichetta anti rincari</b>


Si aggirano intorno al 400% i ricari della carne dalle stalle alle tavole. L'allarme, lanciato da Mr Prezzi, è confermato dalla Coldiretti,
in occasione del tavolo convocato al ministero delle Politiche Agricole con i rappresentati del settore. Secondo l'associazione, sono
proprio i prezzi che in molti settori, come quello della carne si moltiplicano in maniera insostenibile a provocare l'inflazione.

E se il coniglio sale cinque volte di prezzo dal produttore al consumatore finale, dal maiale al prosciutto si registrano aumenti di
venti volte.

"La carne -dice la Coldiretti- rappresenta oggi la prima voce di spesa alimentare degli italiani alla quale viene destinato un quarto
del budget, per un valore di 106 euro dei 467 spesi in media ogni mese dalle famiglie per l'alimentazione. Ma mentre aumenta la
spesa, si riduce in media del 3% la quantità di carne presente sulle tavole e sono a rischio di chiusura le stalle italiane".

Mentre i prezzi al consumo volano, le quotazioni di tutte le produzioni sono stabili o in flessione, con cali che arrivano che superano
il 10 per cento, ad eccezione del pollame che, come ribadisce Coldiretti, "sta uscendo da una grave crisi di prezzi e di consumi
provocata dalla psicosi dell'influenza aviaria".

"I maiali cresciuti in Italia vengano pagati agli allevatori ad un valore attorno a 1 ,25 euro al chilo e spesso non si riesce nemmeno a
coprire i costi di produzione. Il prezzo così si moltiplica per cinque se si acquista la braciola, per dieci se si compra il salame e per
oltre venti volte per il prosciutto, con l'effetto che gli acquisti familiari di carne suina e salumi si sono ridotti del 2,3 per cento nel 2007".

A rischio anche gli allevamenti di conigli, circa cinquemila nel nostro Paese, visto che il prezzo medio pagato dai consumatori si
avvicina agli 8 euro al chilo, mentre agli allevatori va solo 1,5 euro al chilo.
"Nella forbice tra prezzi alla produzione e al consumo- ribadiscono i coltivatori- c'è un sufficiente margine per garantire una buona
remunerazione agli allevatori e non aggravare i bilanci delle famiglie. E' necessario lavorare per rendere piu' trasparente e diretto il
percorso del prodotto con l'etichetta di provenienza, ma occorre anche intervenire sulle filiere inefficienti che perdono valore, senza
ritardare le necessarie ristrutturazioni".

Per questo è stata avviata una raccolta di firme per un'etichetta obbligatoria che riporti l'indicazione dell'origine sulle etichette delle
carni ed evitare che vengano spacciati come Made in Italy prodotti importati. In questo modo- sottolinea la nota di Coldiretti -si
potranno combattere i rincari ingiustificati e le speculazioni".
Ed ecco una tabella con le percentuali dei rincari:

<b>---I PREZZI DELLA CARNE DALLA STALLA AL CONSUMO---
STALLA NEGOZIO RINCARO %
CARNE DI MAIALE 1,2 EURO/KG 6,14 EURO/KG +412%
CARNE DI POLLO 1,1 EURO/KG 3,99 EURO/KG +263%
CARNE DI VITELLONE 1,95 EURO/KG 9,64 EUR/KG +394%
CARNE DI CONIGLIO 1,5 EURO/KG 8 EURO/KG +430%
Fonte: Elaborazioni Coldiretti su dati Ismea Ac Nielsen</b>


Il problema è del caro prezzi del gasolio e della benzina. Tutti sappiamo come viaggiano questi prodotti e quindi , più caro è il gasolio , più caro è il genere alimentare. Il governo non ha fatto nulla per agevolare i trasportatori, che con un eventuale riduzione di prezzo o un prezzo agevolato per il trasporto, avrebbero potuto permettere l'abbattimento di alcuni costi che si ripercuotono sui generi alimentari.
Altra cosa importante è che gli Italiani siamo un popolo di Quaquaraqua. Non siamo in grado di fare una rivolta nazionale contro il caro prezzi dei generi alimentari. In francia c'è stato, tempo addietro, un quarantotto, per il solo rincaro del prezzo del pane...... e noi stiamo solo a lamentarci..... senza reagire.

_________________
Immagine Immagine Adesso posso volare alto


mercoledì 6 febbraio 2008, ore 14:44
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