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francesco
Global Moderator
Data iscrizione: giovedì 17 novembre 2005, ore 19:37 Messaggi: 3286 Località: Gela
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condivido l'idea di democrazia di siciliano tranne che in un passaggio: "La mia democrazioa mi porta, a considerare equivalenti in una azienda il capitale e la forza lavoro, quindi al consiglio di amministrazione devono sedere forze sindacali." i sindacalisti lassili unna su. un su bboni manco ppi travagghiari ......................... infatti fannu i sindacalisti!!!!!
_________________ OBIETTIVO GELA
RIFONDIAMOLA. Un grande passato merita un grande futuro.
ribelle 2.0
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martedì 4 marzo 2008, ore 23:23 |
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siciliano
City Soldier
Data iscrizione: giovedì 21 febbraio 2008, ore 11:02 Messaggi: 8642 Località: gela
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scusami ho sbagliato... non volevo dire forze sindacali, volevo dire rappresentanze dei lavoratori... e ovviamente non sono i sindacati. sono daccordo sul sindacato con te francesco
_________________ "Le masse popolari in Europa,non sono contro le masse popolari in Africa. Quelli che sfruttano le risorse in Africa,sono gli stessi che sfruttano l'Europa. Abbiamo un nemico comune ! " (Thomas Sankara)
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martedì 4 marzo 2008, ore 23:37 |
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ghelaspolis
City Keys Owner!
Data iscrizione: sabato 5 gennaio 2008, ore 18:06 Messaggi: 1427 Località: Gela
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| | | | siciliano ha scritto: | | | | ghelaspolis ha scritto: Lo Stato Italiano si costituisce a Repubblica attraverso una legge fondamentale approvata nel 1948 nella quale sono previste diverse forme di partecipazione dei cittadini alla gestione del paese: 2 di democrazia diretta (iniziativa legislativa popolare, referendum) e 2 di democrazia rappresentativa (partiti politici, elettorato attivo e passivo). Se vuoi cambiare qualcosina, devi mettere la tua faccia sul volantino, andare in parlamento e convincere 3/4 di esso, ovvero in alternativa la maggioranza assoluta purchè sanzionata dal referendum, ad approvare una legge di riforma. Queste sono le regole e valgono anche per te, volente o nolente. Anche non votando rimani in questo sistema dove non sei mai uscito. Altre ipotesi al di fuori delle regole non eqivalgono a cambiare le regole (anche quelle della partecipazione popolare alla gestione del paese), ma a sovvertirle: ecco perchè ho ritenuto chiuso il confronto asserendo che non si parla più di cambiamento ma di qualcos'altro che, perdonami, non condivido. Reitero i miei saluti. | | | | |
la tua non condivisione è lecita quanto la mia insistenza... vorrei che leggessi meglio post precedenti in cui ho suggerito qualche sito in cui si capisce qualcosa di diverso da quello che troviamo scritto sulle cartacce. in questo sistema dove le opposizioni (finte) si riuniscono per far fronte a forze di cambiamento non serve ne un voto ne una candidatura... io parlo di sistema diverso, in questo sistema ci vivo ma provo disagio. Non cambia niente perchè i rappresentanti non sono servi del popolo ma delle banche, delle multinazionali, degli industriali... La mia democrazioa mi porta, a considerare equivalenti in una azienda il capitale e la forza lavoro, quindi al consiglio di amministrazione devono sedere forze sindacali. Lo stesso senso di democrazia mi porta a credere che possa esistere una camera in cui vengano rappresentate categorie lavorative e non rappresentanti di un partito nato dal capriccio di qualche politico. La mia democrazia mi porta a pensare che nella scuola la riforma non va imposta agli operatori ma costruita con la partecipazione di tutte le categorie... il voto ha senso solo se porta con se un significato sociale, i partiti non sono rappresentativi di nulla purtroppo. E ti parlo da ex militante e pure accanito sostenitore di partito... La tua analisi è chiara, la conoscevo già, hai voluto ribadirla, ma non mi emoziona per niente... se credi che io, o un altra persona con idee diverse possa candidarsi dopo essere stato censurato per 300 giorni l'anno, (vedi la fine che hanno fatto giornalisti come Fini, Blondet, etc, ...) mi sembra che racconti qualcosa che non esiste... e se vuoi te lo dimostro con carte... tanto siamo di Gela tutti e due, ti faccio vedere un pò di roba e poi parliamo della tua democrazia! | | | | |
Purtroppo quello che dici tu non mi emoziona più. Sono stato, in passato, molto più critico di te su quella che definisci la mia democrazia, non ho votato e consigliato di non votare. Sono cosapevole circa le cose non vanno e in pochi vivono senza disagio. La novità è che non m'interrogo più sul valore democratico, ma sul metodo. Per cambiare occorre decidere: la politica non è un'arte ma una scienza. In Italia c'è troppa retorica anche nel disquisire le cose che non vanno. I politici non devono essere servi del popolo (falso populismo), ma suoi rappresentanti. La rappresentanza politica non equivale alla rappresentanza giuridica: si chiama divieto di mandato imperativo. Quello che dici tu, è stato sperimentato nella Jugoslava Comunista con parte del parlamento composto dai rappresentanti delle categorie: nessun cambiamento sullo status quo, nessuna riforma sostanziale e censura 365 giorni (totale allineamento con i programmi governativi).
_________________ GELA URBAN BLOG IN ROCK
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mercoledì 5 marzo 2008, ore 1:24 |
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siciliano
City Soldier
Data iscrizione: giovedì 21 febbraio 2008, ore 11:02 Messaggi: 8642 Località: gela
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| | | | ghelaspolis ha scritto: | | | | siciliano ha scritto: | | | | ghelaspolis ha scritto: Lo Stato Italiano si costituisce a Repubblica attraverso una legge fondamentale approvata nel 1948 nella quale sono previste diverse forme di partecipazione dei cittadini alla gestione del paese: 2 di democrazia diretta (iniziativa legislativa popolare, referendum) e 2 di democrazia rappresentativa (partiti politici, elettorato attivo e passivo). Se vuoi cambiare qualcosina, devi mettere la tua faccia sul volantino, andare in parlamento e convincere 3/4 di esso, ovvero in alternativa la maggioranza assoluta purchè sanzionata dal referendum, ad approvare una legge di riforma. Queste sono le regole e valgono anche per te, volente o nolente. Anche non votando rimani in questo sistema dove non sei mai uscito. Altre ipotesi al di fuori delle regole non eqivalgono a cambiare le regole (anche quelle della partecipazione popolare alla gestione del paese), ma a sovvertirle: ecco perchè ho ritenuto chiuso il confronto asserendo che non si parla più di cambiamento ma di qualcos'altro che, perdonami, non condivido. Reitero i miei saluti. | | | | |
la tua non condivisione è lecita quanto la mia insistenza... vorrei che leggessi meglio post precedenti in cui ho suggerito qualche sito in cui si capisce qualcosa di diverso da quello che troviamo scritto sulle cartacce. in questo sistema dove le opposizioni (finte) si riuniscono per far fronte a forze di cambiamento non serve ne un voto ne una candidatura... io parlo di sistema diverso, in questo sistema ci vivo ma provo disagio. Non cambia niente perchè i rappresentanti non sono servi del popolo ma delle banche, delle multinazionali, degli industriali... La mia democrazioa mi porta, a considerare equivalenti in una azienda il capitale e la forza lavoro, quindi al consiglio di amministrazione devono sedere forze sindacali. Lo stesso senso di democrazia mi porta a credere che possa esistere una camera in cui vengano rappresentate categorie lavorative e non rappresentanti di un partito nato dal capriccio di qualche politico. La mia democrazia mi porta a pensare che nella scuola la riforma non va imposta agli operatori ma costruita con la partecipazione di tutte le categorie... il voto ha senso solo se porta con se un significato sociale, i partiti non sono rappresentativi di nulla purtroppo. E ti parlo da ex militante e pure accanito sostenitore di partito... La tua analisi è chiara, la conoscevo già, hai voluto ribadirla, ma non mi emoziona per niente... se credi che io, o un altra persona con idee diverse possa candidarsi dopo essere stato censurato per 300 giorni l'anno, (vedi la fine che hanno fatto giornalisti come Fini, Blondet, etc, ...) mi sembra che racconti qualcosa che non esiste... e se vuoi te lo dimostro con carte... tanto siamo di Gela tutti e due, ti faccio vedere un pò di roba e poi parliamo della tua democrazia! | | | | |
Purtroppo quello che dici tu non mi emoziona più. Sono stato, in passato, molto più critico di te su quella che definisci la mia democrazia, non ho votato e consigliato di non votare. Sono cosapevole circa le cose non vanno e in pochi vivono senza disagio. La novità è che non m'interrogo più sul valore democratico, ma sul metodo. Per cambiare occorre decidere: la politica non è un'arte ma una scienza. In Italia c'è troppa retorica anche nel disquisire le cose che non vanno. I politici non devono essere servi del popolo (falso populismo), ma suoi rappresentanti. La rappresentanza politica non equivale alla rappresentanza giuridica: si chiama divieto di mandato imperativo. Quello che dici tu, è stato sperimentato nella Jugoslava Comunista con parte del parlamento composto dai rappresentanti delle categorie: nessun cambiamento sullo status quo, nessuna riforma sostanziale e censura 365 giorni (totale allineamento con i programmi governativi). | | | | |
quello che dico io non c'entra con la Yugoslavia, mentre quello che dici tu sta portando al disastro. Semmai è stato un sistema che sta dando frutti in governi come quello Venezuelano (nonostante la violenta azione di disturbo da parte della comunità internazionale, diede frutti nell'epoca fascista in Italia in cui le riforme si facevano prima che gli eventi precipitassero, e, per toglierti il dubbio che possa esistere solo in dittatura, anche nella modernissima Irlanda una camera è occupata da esponenti di Settori occupazionali. Riguardo al valore che do alla rappresentanza ti avevo invitato a prendere visione di alcuni argomenti, ma il tuo pregiudizio li ha scartati a priori. Questa classe politica non rappresenta nessuno, sono tentacoli Romani nelle nostre case non tentacoli nostri in Parlamento. Quello che tu chiami falso populismo lo considero un principio. Se non esiste nei fatti è perchè continuiamo a credere che non può esistere. quello che è adesso la rappresentanza politica oggi è quello che io non accetto. non mi importano queste regole, mi tiro fuori da questi giochi, spero che la gente la smetta di accorrere come cagnolini scodinzolanti quendo i padroni chiamano. la disobbedienza civile è uno strumento da utilizzare, e l'astensione massiccia la considero una buona forma di disobbedienza civile. quando qualcuno mi farà capire che i cittadini non sono solo elettori ma anche custodi del proprio paese forse ragionerò con questa classe politica. Allo stato attuale non sono io che rifiuto il contatto ma chi mi chiede il voto che mi guarda da troppo lontano.
_________________ "Le masse popolari in Europa,non sono contro le masse popolari in Africa. Quelli che sfruttano le risorse in Africa,sono gli stessi che sfruttano l'Europa. Abbiamo un nemico comune ! " (Thomas Sankara)
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mercoledì 5 marzo 2008, ore 13:08 |
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roy greich
Utente in libertà vigilata
Data iscrizione: martedì 19 settembre 2006, ore 22:52 Messaggi: 3423 Località: gela
Karma: 210 punti
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Bella la dittatura fascista , ha creato le corporazioni , gli istituti previdenziali come L'inps , ma se un il concorso veniva vinto da un Ebreo veniva mandato ai forni eh eh oppure la dittatura fascista deve essere ricordata per la politica estera sopratutto in Jugoslavia dove i nostri camerati uccidevano le donne incinte o cambiavano cognome alla gente nel rispetto del diritto di cittadinanza .... http://it.wikipedia.org/wiki/Crimini_di_guerra_italianiCi credo che dovevano fare le foibe!!! erano incazzati neri contro di noi...!!! invece di pensare di vivere in pace insieme agli altri altri , loro parlavano di patria di orgoglio italiano ma stermivano interi popoli Carini i fascisti nel 2008 fanno ancora il saluto eh eh, la nostra repubblica si basa sull'antifascismo e loro ancora a fare il saluto sono dei papponi ed imbroglioni!!! Basti pensare che il Msi http://it.wikipedia.org/wiki/Movimento_Sociale_Italiano era l'unico partito che non proveniva dalla resistenza , non aveva fatto un cazz. e a differenza degli altri stese sempre all'opposizione con il suo 3% a livello nazionale , diciamolo ragazzi se nel 1946 tutti i partiti come il Pci , il Psi , Dc opteva chiedere la fucilazione in massa degli aderenti del Msi , ma non si fece perchè si credeva in alti valori come la libertà!!! Non credo che il Msi italiano credeva nella libertà diciamo che pensava a mangiare eh eh , infatti negli anni 50' quando i Missini vevivano a fare i comizi in Sicilia , molti partiti s'interrogavano perchè i comizi erano affolati di gente , che continuava a fare il saluto nazifascista , forse perchè al sud c'era ignoranza e non avevano subito le stragi nazifasiste del nord e forse perchè la politica del Msi era un pò arrufona diciamolo eh eh anche in questo film di Totò del 1963 si spiega il ruolo dei partiti monarchici e fascisti nell'italia repubblicana. http://www.youtube.com/watch?v=-srdkuSWI6c
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mercoledì 5 marzo 2008, ore 13:42 |
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siciliano
City Soldier
Data iscrizione: giovedì 21 febbraio 2008, ore 11:02 Messaggi: 8642 Località: gela
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| | | | roy greich ha scritto: Bella la dittatura fascista , ha creato le corporazioni , gli istituti previdenziali come L'inps , ma se un il concorso veniva vinto da un Ebreo veniva mandato ai forni eh eh oppure la dittatura fascista deve essere ricordata per la politica estera sopratutto in Jugoslavia dove i nostri camerati uccidevano le donne incinte o cambiavano cognome alla gente nel rispetto del diritto di cittadinanza .... http://it.wikipedia.org/wiki/Crimini_di_guerra_italianiCi credo che dovevano fare le foibe!!! erano incazzati neri contro di noi...!!! invece di pensare di vivere in pace insieme agli altri altri , loro parlavano di patria di orgoglio italiano ma stermivano interi popoli Carini i fascisti nel 2008 fanno ancora il saluto eh eh, la nostra repubblica si basa sull'antifascismo e loro ancora a fare il saluto sono dei papponi ed imbroglioni!!! Basti pensare che il Msi http://it.wikipedia.org/wiki/Movimento_Sociale_Italiano era l'unico partito che non proveniva dalla resistenza , non aveva fatto un cazz. e a differenza degli altri stese sempre all'opposizione con il suo 3% a livello nazionale , diciamolo ragazzi se nel 1946 tutti i partiti come il Pci , il Psi , Dc opteva chiedere la fucilazione in massa degli aderenti del Msi , ma non si fece perchè si credeva in alti valori come la libertà!!! Non credo che il Msi italiano credeva nella libertà diciamo che pensava a mangiare eh eh , infatti negli anni 50' quando i Missini vevivano a fare i comizi in Sicilia , molti partiti s'interrogavano perchè i comizi erano affolati di gente , che continuava a fare il saluto nazifascista , forse perchè al sud c'era ignoranza e non avevano subito le stragi nazifasiste del nord e forse perchè la politica del Msi era un pò arrufona diciamolo eh eh anche in questo film di Totò del 1963 si spiega il ruolo dei partiti monarchici e fascisti nell'italia repubblicana. http://www.youtube.com/watch?v=-srdkuSWI6c | | | | |
hai sbagliato topic.... se vuoi parlare di fascismo apri un altro topic. lì ti rispondo! sparare a muzzo in questo modo citando fonti wikipedia mi pare un pò troppo facile...
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mercoledì 5 marzo 2008, ore 14:18 |
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roy greich
Utente in libertà vigilata
Data iscrizione: martedì 19 settembre 2006, ore 22:52 Messaggi: 3423 Località: gela
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Ho capito sei una nazista eh eh non mi dire che vai pure a messa ? eh eh , la cosa importante è il saluto ....anche davanti le immagini sacre non dimenticarlo
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mercoledì 5 marzo 2008, ore 15:37 |
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ghelaspolis
City Keys Owner!
Data iscrizione: sabato 5 gennaio 2008, ore 18:06 Messaggi: 1427 Località: Gela
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| | | | siciliano ha scritto: | | | | ghelaspolis ha scritto: | | | | siciliano ha scritto: | | | | ghelaspolis ha scritto: Lo Stato Italiano si costituisce a Repubblica attraverso una legge fondamentale approvata nel 1948 nella quale sono previste diverse forme di partecipazione dei cittadini alla gestione del paese: 2 di democrazia diretta (iniziativa legislativa popolare, referendum) e 2 di democrazia rappresentativa (partiti politici, elettorato attivo e passivo). Se vuoi cambiare qualcosina, devi mettere la tua faccia sul volantino, andare in parlamento e convincere 3/4 di esso, ovvero in alternativa la maggioranza assoluta purchè sanzionata dal referendum, ad approvare una legge di riforma. Queste sono le regole e valgono anche per te, volente o nolente. Anche non votando rimani in questo sistema dove non sei mai uscito. Altre ipotesi al di fuori delle regole non eqivalgono a cambiare le regole (anche quelle della partecipazione popolare alla gestione del paese), ma a sovvertirle: ecco perchè ho ritenuto chiuso il confronto asserendo che non si parla più di cambiamento ma di qualcos'altro che, perdonami, non condivido. Reitero i miei saluti. | | | | |
la tua non condivisione è lecita quanto la mia insistenza... vorrei che leggessi meglio post precedenti in cui ho suggerito qualche sito in cui si capisce qualcosa di diverso da quello che troviamo scritto sulle cartacce. in questo sistema dove le opposizioni (finte) si riuniscono per far fronte a forze di cambiamento non serve ne un voto ne una candidatura... io parlo di sistema diverso, in questo sistema ci vivo ma provo disagio. Non cambia niente perchè i rappresentanti non sono servi del popolo ma delle banche, delle multinazionali, degli industriali... La mia democrazioa mi porta, a considerare equivalenti in una azienda il capitale e la forza lavoro, quindi al consiglio di amministrazione devono sedere forze sindacali. Lo stesso senso di democrazia mi porta a credere che possa esistere una camera in cui vengano rappresentate categorie lavorative e non rappresentanti di un partito nato dal capriccio di qualche politico. La mia democrazia mi porta a pensare che nella scuola la riforma non va imposta agli operatori ma costruita con la partecipazione di tutte le categorie... il voto ha senso solo se porta con se un significato sociale, i partiti non sono rappresentativi di nulla purtroppo. E ti parlo da ex militante e pure accanito sostenitore di partito... La tua analisi è chiara, la conoscevo già, hai voluto ribadirla, ma non mi emoziona per niente... se credi che io, o un altra persona con idee diverse possa candidarsi dopo essere stato censurato per 300 giorni l'anno, (vedi la fine che hanno fatto giornalisti come Fini, Blondet, etc, ...) mi sembra che racconti qualcosa che non esiste... e se vuoi te lo dimostro con carte... tanto siamo di Gela tutti e due, ti faccio vedere un pò di roba e poi parliamo della tua democrazia! | | | | |
Purtroppo quello che dici tu non mi emoziona più. Sono stato, in passato, molto più critico di te su quella che definisci la mia democrazia, non ho votato e consigliato di non votare. Sono cosapevole circa le cose non vanno e in pochi vivono senza disagio. La novità è che non m'interrogo più sul valore democratico, ma sul metodo. Per cambiare occorre decidere: la politica non è un'arte ma una scienza. In Italia c'è troppa retorica anche nel disquisire le cose che non vanno. I politici non devono essere servi del popolo (falso populismo), ma suoi rappresentanti. La rappresentanza politica non equivale alla rappresentanza giuridica: si chiama divieto di mandato imperativo. Quello che dici tu, è stato sperimentato nella Jugoslava Comunista con parte del parlamento composto dai rappresentanti delle categorie: nessun cambiamento sullo status quo, nessuna riforma sostanziale e censura 365 giorni (totale allineamento con i programmi governativi). | | | | |
quello che dico io non c'entra con la Yugoslavia, mentre quello che dici tu sta portando al disastro. Semmai è stato un sistema che sta dando frutti in governi come quello Venezuelano (nonostante la violenta azione di disturbo da parte della comunità internazionale, diede frutti nell'epoca fascista in Italia in cui le riforme si facevano prima che gli eventi precipitassero, e, per toglierti il dubbio che possa esistere solo in dittatura, anche nella modernissima Irlanda una camera è occupata da esponenti di Settori occupazionali. Riguardo al valore che do alla rappresentanza ti avevo invitato a prendere visione di alcuni argomenti, ma il tuo pregiudizio li ha scartati a priori. Questa classe politica non rappresenta nessuno, sono tentacoli Romani nelle nostre case non tentacoli nostri in Parlamento. Quello che tu chiami falso populismo lo considero un principio. Se non esiste nei fatti è perchè continuiamo a credere che non può esistere. quello che è adesso la rappresentanza politica oggi è quello che io non accetto. non mi importano queste regole, mi tiro fuori da questi giochi, spero che la gente la smetta di accorrere come cagnolini scodinzolanti quendo i padroni chiamano. la disobbedienza civile è uno strumento da utilizzare, e l'astensione massiccia la considero una buona forma di disobbedienza civile. quando qualcuno mi farà capire che i cittadini non sono solo elettori ma anche custodi del proprio paese forse ragionerò con questa classe politica. Allo stato attuale non sono io che rifiuto il contatto ma chi mi chiede il voto che mi guarda da troppo lontano. | | | | |
Non so perchè parli di pregiudizio ma sui primi due esempi non ti voglio neanche rispondere: chiamalo pure pregiudizio. Sulla "modernissima" Irlanda, dilaniata dalla secolare disputa tra cattolici e protestanti, è vero quel che dici: c'è una Camera Alta in cui 11 membri sono nominati dal Primo Ministro (quanti in Italia lo accetterebbero da Berlusconi?), 6 dalle Università Statali (lo accetteresti dalle caste baronali universitarie nostrane?) e 43 membri eletti in cinque liste rappresentanti elementi di categorie socio-produttive: agricoltura/pesca; cultura/educazione; Industria/Commercio; Lavoro; P.A/Servizi Socio-Assistenziali (chi le fa secondo te queste liste?). Senonchè, il rapporto fiduciario intercorre tra il Primo Ministro (a capo del governo) e la Camera bassa eletta a suffragio universale: per dirla in breve quei 43 non hanno nessuna parola sul mantenimento in vita del governo irlandese mentre da noi i Senatori di Diritto e a Vita (non eletti dal corpo elettorale) si (ecco, ad esempio, le cose che non vanno). Nel pasticcio della forma di governo irlandese, c'è un presidente della Repubblica che può essere dotato d'investitura popolare (eletto dal popolo attraverso il "voto singolo trasferibile" ideato da Hare, su cui non voglio inutilmente prolungarmi) ma che non governa, in ogni caso (a differenza che in Francia, ad esempio). Ad ogni modo ho indicato l'esempio della Jugoslavia Comunista perchè tu hai scritto che sogni "una camera in cui vengano rappresentate categorie lavorative e non rappresentanti di un partito nato dal capriccio di qualche politico": ebbene nella Jugoslavia Comunista c'era un'intera "Camera dei Produttori", dove per Produttori non s'intendevano, per ovvie ragioni, i capitalisti. Non volevo esprimere alcun pregiudizio.
_________________ GELA URBAN BLOG IN ROCK
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mercoledì 5 marzo 2008, ore 16:08 |
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siciliano
City Soldier
Data iscrizione: giovedì 21 febbraio 2008, ore 11:02 Messaggi: 8642 Località: gela
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| | | | ghelaspolis ha scritto:
Non so perchè parli di pregiudizio ma sui primi due esempi non ti voglio neanche rispondere: chiamalo pure pregiudizio. Sulla "modernissima" Irlanda, dilaniata dalla secolare disputa tra cattolici e protestanti, è vero quel che dici: c'è una Camera Alta in cui 11 membri sono nominati dal Primo Ministro (quanti in Italia lo accetterebbero da Berlusconi?), 6 dalle Università Statali (lo accetteresti dalle caste baronali universitarie nostrane?) e 43 membri eletti in cinque liste rappresentanti elementi di categorie socio-produttive: agricoltura/pesca; cultura/educazione; Industria/Commercio; Lavoro; P.A/Servizi Socio-Assistenziali (chi le fa secondo te queste liste?). Senonchè, il rapporto fiduciario intercorre tra il Primo Ministro (a capo del governo) e la Camera bassa eletta a suffragio universale: per dirla in breve quei 43 non hanno nessuna parola sul mantenimento in vita del governo irlandese mentre da noi i Senatori di Diritto e a Vita (non eletti dal corpo elettorale) si (ecco, ad esempio, le cose che non vanno). Nel pasticcio della forma di governo irlandese, c'è un presidente della Repubblica che può essere dotato d'investitura popolare (eletto dal popolo attraverso il "voto singolo trasferibile" ideato da Hare, su cui non voglio inutilmente prolungarmi) ma che non governa, in ogni caso (a differenza che in Francia, ad esempio). Ad ogni modo ho indicato l'esempio della Jugoslavia Comunista perchè tu hai scritto che sogni "una camera in cui vengano rappresentate categorie lavorative e non rappresentanti di un partito nato dal capriccio di qualche politico": ebbene nella Jugoslavia Comunista c'era un'intera "Camera dei Produttori", dove per Produttori non s'intendevano, per ovvie ragioni, i capitalisti. Non volevo esprimere alcun pregiudizio.
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la dilaniazione della modernissima Irlanda non ha frenato affatto uno stato che negli ultimi decenni si è disrinto per crescita economica e sociale. Il mantenimento in vita del governo o meno non importa se sia compito o meno dei lavoratori, ma l'esistenza di una camera in cui le categorie socio-produttive hanno parte attiva nella vita politica di un paese è segno di DEMOCRAZIA intesa come partecipazione. é un corporativismo moderno che ha prodoto il maggior tasso di crescita fra tutti i paesi europei. Ovviamente sarebbe bellissimo se le riforme venissero fatte con la partecipazione di chi vive la raltà dei vari settori anche in Italia.... riguardo i primi due esempi io insisto che, a prescindere da cià che i libri e i quotidiani riportano, sono esempi di socialismo nazionale che vanno presi in esame. il giudizio storico è una cosa, la struttura politica un altra. L'esempio per me è calzante. A proposito invece della Jugoslavia non ho altro da aggiungere a quello che hai scritto.
_________________ "Le masse popolari in Europa,non sono contro le masse popolari in Africa. Quelli che sfruttano le risorse in Africa,sono gli stessi che sfruttano l'Europa. Abbiamo un nemico comune ! " (Thomas Sankara)
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mercoledì 5 marzo 2008, ore 18:43 |
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ghelaspolis
City Keys Owner!
Data iscrizione: sabato 5 gennaio 2008, ore 18:06 Messaggi: 1427 Località: Gela
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| | | | siciliano ha scritto: | | | | ghelaspolis ha scritto:
Non so perchè parli di pregiudizio ma sui primi due esempi non ti voglio neanche rispondere: chiamalo pure pregiudizio. Sulla "modernissima" Irlanda, dilaniata dalla secolare disputa tra cattolici e protestanti, è vero quel che dici: c'è una Camera Alta in cui 11 membri sono nominati dal Primo Ministro (quanti in Italia lo accetterebbero da Berlusconi?), 6 dalle Università Statali (lo accetteresti dalle caste baronali universitarie nostrane?) e 43 membri eletti in cinque liste rappresentanti elementi di categorie socio-produttive: agricoltura/pesca; cultura/educazione; Industria/Commercio; Lavoro; P.A/Servizi Socio-Assistenziali (chi le fa secondo te queste liste?). Senonchè, il rapporto fiduciario intercorre tra il Primo Ministro (a capo del governo) e la Camera bassa eletta a suffragio universale: per dirla in breve quei 43 non hanno nessuna parola sul mantenimento in vita del governo irlandese mentre da noi i Senatori di Diritto e a Vita (non eletti dal corpo elettorale) si (ecco, ad esempio, le cose che non vanno). Nel pasticcio della forma di governo irlandese, c'è un presidente della Repubblica che può essere dotato d'investitura popolare (eletto dal popolo attraverso il "voto singolo trasferibile" ideato da Hare, su cui non voglio inutilmente prolungarmi) ma che non governa, in ogni caso (a differenza che in Francia, ad esempio). Ad ogni modo ho indicato l'esempio della Jugoslavia Comunista perchè tu hai scritto che sogni "una camera in cui vengano rappresentate categorie lavorative e non rappresentanti di un partito nato dal capriccio di qualche politico": ebbene nella Jugoslavia Comunista c'era un'intera "Camera dei Produttori", dove per Produttori non s'intendevano, per ovvie ragioni, i capitalisti. Non volevo esprimere alcun pregiudizio.
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la dilaniazione della modernissima Irlanda non ha frenato affatto uno stato che negli ultimi decenni si è disrinto per crescita economica e sociale. Il mantenimento in vita del governo o meno non importa se sia compito o meno dei lavoratori, ma l'esistenza di una camera in cui le categorie socio-produttive hanno parte attiva nella vita politica di un paese è segno di DEMOCRAZIA intesa come partecipazione. é un corporativismo moderno che ha prodoto il maggior tasso di crescita fra tutti i paesi europei. Ovviamente sarebbe bellissimo se le riforme venissero fatte con la partecipazione di chi vive la raltà dei vari settori anche in Italia.... riguardo i primi due esempi io insisto che, a prescindere da cià che i libri e i quotidiani riportano, sono esempi di socialismo nazionale che vanno presi in esame. il giudizio storico è una cosa, la struttura politica un altra. L'esempio per me è calzante. A proposito invece della Jugoslavia non ho altro da aggiungere a quello che hai scritto. | | | | |
La crescita economica di un paese dipende dalla decisioni in politica economica: e queste sono di pertinenza del governo (su cui agiscono gruppi di pressioni che per rimanere tali e, quindi efficaci nella loro azione, non si istituzionalizzano entrando in parlamento). Il mantenimento in vita o meno di un governo è essenziale in una forma di governo parlamentare com'è anche quella irlandese. Le strutture politiche non possono essere decontestualizzate dal momento storico: sarebbe un errore metodologico. Ne ho abbastanza della Democrazia come Valore, non se ne esce mai dai discorsi intorno ad essa: non è bastato un secolo? L'Italia è uno Stato democratico, tanto democratico che i propugnatori di un Socialismo Nazionale fautore di: a) abolizione dei partiti politici; b) riforma del parlamento in ossequio alla rappresentanza delle categorie del Lavoro; c) ricusazione dell'alleanza militare con gli Stati Uniti d'America; d) nazionalizzazione della Banca d'Italia e delle aziende operanti in settori strategici per l'interesse nazionale; e) socializzazione delle imprese; f) educazione nazionale centrale; h) ecc. ecc.; non solo possono esprimersi (certo, magari mi dirai solo per 65 giorni perchè gli altri 300 sono sotto censura, ma come vedi io e te ne stiamo parlando), ma utilizzando gli strumenti previsti da quell'ordinamento che non riconosce, potrebbe in ipotesi financo cambiarlo. Ma nella tua democrazia, questo sarebbe possibile? Vogliamo ancora interrogarci sul valore democratico? Bisogna darsi un metodo democratico, anche sbagliando, ma alle enunciazioni devono subentrare i fatti. L'immobilismo italiano anche nella crescita economica dipende dalle non decisioni, dal continuo rinviare sine die. Io preferisco che sia un governo forte e non un governo debole a concertare con categorie che, attualmente, sono fin troppo corporative, anche senza essere inglobate nell'istituzione parlamentare. Della degenerazione burocratica e clientelare del corporativismo italiano (anch'esso figlio naturale del Sindacalismo Rivoluzionario di Sorel, di cui storicamente s'è nutrito il Socialismo Nazionale Italiano e la cui versione storica compiuta è stata il Fascismo) tutt'oggi, onestamente, ne continuiamo a pagare le conseguenze. Non è tutto oro quello che luccica e non esistono formule magiche: oramai lo abbiamo capito tutti. Ciò che ci ostiniamo a non capire, in Italia, è che non devono esistere uomini per tutte le stagioni. In politica, gli uomini che cambiano idea (arte della politica e teatrino annesso) servono solo a salvarsi le poltrone. Se uno ha un'idea di governo ed ha il potere di applicarla perchè democraticamente autorizzato dal popolo sovrano, lo faccia: se va bene continui a governare, se va male che se ne vada a fare altro. Si dice che un uomo è intelligente se cambia idea: allora dev'essere altrettanto intelligente da capire d'aver sbagliato e lasciare fare ad altri.
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giovedì 6 marzo 2008, ore 15:04 |
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siciliano
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| | | | ghelaspolis ha scritto: La crescita economica di un paese dipende dalla decisioni in politica economica: e queste sono di pertinenza del governo (su cui agiscono gruppi di pressioni che per rimanere tali e, quindi efficaci nella loro azione, non si istituzionalizzano entrando in parlamento). Il mantenimento in vita o meno di un governo è essenziale in una forma di governo parlamentare com'è anche quella irlandese. Le strutture politiche non possono essere decontestualizzate dal momento storico: sarebbe un errore metodologico. Ne ho abbastanza della Democrazia come Valore, non se ne esce mai dai discorsi intorno ad essa: non è bastato un secolo? L'Italia è uno Stato democratico, tanto democratico che i propugnatori di un Socialismo Nazionale fautore di: a) abolizione dei partiti politici; b) riforma del parlamento in ossequio alla rappresentanza delle categorie del Lavoro; c) ricusazione dell'alleanza militare con gli Stati Uniti d'America; d) nazionalizzazione della Banca d'Italia e delle aziende operanti in settori strategici per l'interesse nazionale; e) socializzazione delle imprese; f) educazione nazionale centrale; h) ecc. ecc.; non solo possono esprimersi (certo, magari mi dirai solo per 65 giorni perchè gli altri 300 sono sotto censura, ma come vedi io e te ne stiamo parlando), ma utilizzando gli strumenti previsti da quell'ordinamento che non riconosce, potrebbe in ipotesi financo cambiarlo. Ma nella tua democrazia, questo sarebbe possibile? Vogliamo ancora interrogarci sul valore democratico? Bisogna darsi un metodo democratico, anche sbagliando, ma alle enunciazioni devono subentrare i fatti. L'immobilismo italiano anche nella crescita economica dipende dalle non decisioni, dal continuo rinviare sine die. Io preferisco che sia un governo forte e non un governo debole a concertare con categorie che, attualmente, sono fin troppo corporative, anche senza essere inglobate nell'istituzione parlamentare. Della degenerazione burocratica e clientelare del corporativismo italiano (anch'esso figlio naturale del Sindacalismo Rivoluzionario di Sorel, di cui storicamente s'è nutrito il Socialismo Nazionale Italiano e la cui versione storica compiuta è stata il Fascismo) tutt'oggi, onestamente, ne continuiamo a pagare le conseguenze. Non è tutto oro quello che luccica e non esistono formule magiche: oramai lo abbiamo capito tutti. Ciò che ci ostiniamo a non capire, in Italia, è che non devono esistere uomini per tutte le stagioni. In politica, gli uomini che cambiano idea (arte della politica e teatrino annesso) servono solo a salvarsi le poltrone. Se uno ha un'idea di governo ed ha il potere di applicarla perchè democraticamente autorizzato dal popolo sovrano, lo faccia: se va bene continui a governare, se va male che se ne vada a fare altro. Si dice che un uomo è intelligente se cambia idea: allora dev'essere altrettanto intelligente da capire d'aver sbagliato e lasciare fare ad altri.
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allora, quelli che In Italia parlano di alternative vere all'attuale sistema, che siano socilasti nazionali o meno, vengono censurati dalla stampa salvo clamorisi eventi. messi in minoranza con campagne di forzatura sull'opinione Pubblica (vedi gli oppositori all'Euro, alla castituzione europea, i sotenitori delle alleanze con la Russia per sfondare la gabbia americana, etc etc etc). pertanto io e te possiamo anche parlarne quando vogliamo ma chi ha provato ad emergere ha subito strategie d'attacco non sempre lecite. Ti invito a rifelttere sulla brutta fine (meritata secondo me) che ha fatto la cosiddetta area Antagonista di destra, sminuzzata in minuscoli parititini, e sai come? un esempi su tutti. Tempo fa (circa 7 anni) un tale Acierno, parlamentare a Roma, aderì al Movimento Sociale- Fiamma Tricolore, ed essendo siciliano, gli affidarono responsabilità di tutto il movimento in sicilia (manovra condotta dall'alto, ovviamente, senza ricponoscimento dalla base). Acierno, imparentato non ricordo come, con Gianfranco Miccichè, e molto vicino a berlusconi, aveva il compito di destabilizzare e condurre all'ovile delle libetà le pecorelle smarrite... Strategie simili sono da sempre adottate, un pò come faceva la STASI nella ex germania est coi gruppi nazionalisti, nei confronti di tutti i "dissidenti". E comunque, invitandoti ancora una volta a prendere notizia sul Gruppo Bilderbrg, sulla trilateral commission e sulle strategie Massoniche mondiali, ti vorrei far notare come adesso si può scegliere(?) fra le due faccie di una stessa medaglia. L'opposizione è fuori da questo sistema. sulla tua opinione del corporativismo e del Socialismo nazionale in Italia, o in qualsiasi altra parte del mondo mi limito a non condividere, il giudizio storico lo lascio agli storici e mi ritengo seguace dell'Idea. Possono sbagliare gli uomini, ma l'idea non ha colpe. E chi combatte serve un idea, non gli uomini. Altrimenti avremmo dovuto chiudere già da un pezzo pure con l'esperienza della Chiesa, visto gli orrori che le cronache ci consegnano.
_________________ "Le masse popolari in Europa,non sono contro le masse popolari in Africa. Quelli che sfruttano le risorse in Africa,sono gli stessi che sfruttano l'Europa. Abbiamo un nemico comune ! " (Thomas Sankara)
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giovedì 6 marzo 2008, ore 23:00 |
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ghelaspolis
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| | | | siciliano ha scritto: | | | | ghelaspolis ha scritto: La crescita economica di un paese dipende dalla decisioni in politica economica: e queste sono di pertinenza del governo (su cui agiscono gruppi di pressioni che per rimanere tali e, quindi efficaci nella loro azione, non si istituzionalizzano entrando in parlamento). Il mantenimento in vita o meno di un governo è essenziale in una forma di governo parlamentare com'è anche quella irlandese. Le strutture politiche non possono essere decontestualizzate dal momento storico: sarebbe un errore metodologico. Ne ho abbastanza della Democrazia come Valore, non se ne esce mai dai discorsi intorno ad essa: non è bastato un secolo? L'Italia è uno Stato democratico, tanto democratico che i propugnatori di un Socialismo Nazionale fautore di: a) abolizione dei partiti politici; b) riforma del parlamento in ossequio alla rappresentanza delle categorie del Lavoro; c) ricusazione dell'alleanza militare con gli Stati Uniti d'America; d) nazionalizzazione della Banca d'Italia e delle aziende operanti in settori strategici per l'interesse nazionale; e) socializzazione delle imprese; f) educazione nazionale centrale; h) ecc. ecc.; non solo possono esprimersi (certo, magari mi dirai solo per 65 giorni perchè gli altri 300 sono sotto censura, ma come vedi io e te ne stiamo parlando), ma utilizzando gli strumenti previsti da quell'ordinamento che non riconosce, potrebbe in ipotesi financo cambiarlo. Ma nella tua democrazia, questo sarebbe possibile? Vogliamo ancora interrogarci sul valore democratico? Bisogna darsi un metodo democratico, anche sbagliando, ma alle enunciazioni devono subentrare i fatti. L'immobilismo italiano anche nella crescita economica dipende dalle non decisioni, dal continuo rinviare sine die. Io preferisco che sia un governo forte e non un governo debole a concertare con categorie che, attualmente, sono fin troppo corporative, anche senza essere inglobate nell'istituzione parlamentare. Della degenerazione burocratica e clientelare del corporativismo italiano (anch'esso figlio naturale del Sindacalismo Rivoluzionario di Sorel, di cui storicamente s'è nutrito il Socialismo Nazionale Italiano e la cui versione storica compiuta è stata il Fascismo) tutt'oggi, onestamente, ne continuiamo a pagare le conseguenze. Non è tutto oro quello che luccica e non esistono formule magiche: oramai lo abbiamo capito tutti. Ciò che ci ostiniamo a non capire, in Italia, è che non devono esistere uomini per tutte le stagioni. In politica, gli uomini che cambiano idea (arte della politica e teatrino annesso) servono solo a salvarsi le poltrone. Se uno ha un'idea di governo ed ha il potere di applicarla perchè democraticamente autorizzato dal popolo sovrano, lo faccia: se va bene continui a governare, se va male che se ne vada a fare altro. Si dice che un uomo è intelligente se cambia idea: allora dev'essere altrettanto intelligente da capire d'aver sbagliato e lasciare fare ad altri.
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allora, quelli che In Italia parlano di alternative vere all'attuale sistema, che siano socilasti nazionali o meno, vengono censurati dalla stampa salvo clamorisi eventi. messi in minoranza con campagne di forzatura sull'opinione Pubblica (vedi gli oppositori all'Euro, alla castituzione europea, i sotenitori delle alleanze con la Russia per sfondare la gabbia americana, etc etc etc). pertanto io e te possiamo anche parlarne quando vogliamo ma chi ha provato ad emergere ha subito strategie d'attacco non sempre lecite. Ti invito a rifelttere sulla brutta fine (meritata secondo me) che ha fatto la cosiddetta area Antagonista di destra, sminuzzata in minuscoli parititini, e sai come? un esempi su tutti. Tempo fa (circa 7 anni) un tale Acierno, parlamentare a Roma, aderì al Movimento Sociale- Fiamma Tricolore, ed essendo siciliano, gli affidarono responsabilità di tutto il movimento in sicilia (manovra condotta dall'alto, ovviamente, senza ricponoscimento dalla base). Acierno, imparentato non ricordo come, con Gianfranco Miccichè, e molto vicino a berlusconi, aveva il compito di destabilizzare e condurre all'ovile delle libetà le pecorelle smarrite... Strategie simili sono da sempre adottate, un pò come faceva la STASI nella ex germania est coi gruppi nazionalisti, nei confronti di tutti i "dissidenti". E comunque, invitandoti ancora una volta a prendere notizia sul Gruppo Bilderbrg, sulla trilateral commission e sulle strategie Massoniche mondiali, ti vorrei far notare come adesso si può scegliere(?) fra le due faccie di una stessa medaglia. L'opposizione è fuori da questo sistema. sulla tua opinione del corporativismo e del Socialismo nazionale in Italia, o in qualsiasi altra parte del mondo mi limito a non condividere, il giudizio storico lo lascio agli storici e mi ritengo seguace dell'Idea. Possono sbagliare gli uomini, ma l'idea non ha colpe. E chi combatte serve un idea, non gli uomini. Altrimenti avremmo dovuto chiudere già da un pezzo pure con l'esperienza della Chiesa, visto gli orrori che le cronache ci consegnano. | | | | |
In Italia per le elezioni politiche sono stati presentati 177 simboli: Io ne censurerei 175 e ne lascerei uno per parte. Con la comparsa degli Stati Nazionali, la democrazia rappresentativa è diventata una necessità: secondo me quella partecipata si rivelerebbe una farsa ancora maggiore. Ma ognuno, come dicevo, ha le sue opinioni. Secondo me, la democrazia rappresentativa non è il bene, ma il minore dei mali. Ti ho già risposto che non devi invitarmi a niente, sono consapevole delle cose che non vanno: la differenza è che non considero corretto dire di essere liberi perchè in opposizione fuori dal sistema quando in quel sistema ci sei dentro con tutte le scarpe. Per farti un esempio a me caro, l'opposizione fuori sistema la fece Carlo Rosselli. Con ironia ti dico che casomai, c'è il Venezuela: sono sicuro che piaceresti a Hugo Chavez Frias, ma non sono del tutto convinto che, alla lunga, lui ti piacerebbe. Mi permetto di ricordardi che l'essere "seguace" di un'idea, non ti rende così libero. Reputo, altresì, ardita l'affermazione secondo cui l'idea è senza colpe: non so allora cosa pensare di un'idea del tipo: "Il cazzotto per lo Squadrista é dottrina !" (F.T.Marinetti). Il paragone con la Chiesa è infondato: la Chiesa è un'istituzione-organizzazione che sopravvive da secoli perchè capace di cambiare anche se all'esterno appare tutto il contrario. A dispetto di alcuni dogmi, che la Chiesa non può permettersi di contraddire (altrimenti non sarebbero dogmi e la fede irrazionale non avrebbe giustificazione), le idee della Chiesa sono molto diverse dal passato, anche recente. L'organizzazione statale-burocratica che si alimentò dell'idea di cui tu parli (che poi altro non era che Azione), resse solo per alcuni anni, perchè se fu capace di cavalcare il cambiamento, non seppe poi governarlo. Ora basta, voglio rispondere ad un test.
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venerdì 7 marzo 2008, ore 17:56 |
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siciliano
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| | | | ghelaspolis ha scritto: | | | | siciliano ha scritto: | | | | ghelaspolis ha scritto: La crescita economica di un paese dipende dalla decisioni in politica economica: e queste sono di pertinenza del governo (su cui agiscono gruppi di pressioni che per rimanere tali e, quindi efficaci nella loro azione, non si istituzionalizzano entrando in parlamento). Il mantenimento in vita o meno di un governo è essenziale in una forma di governo parlamentare com'è anche quella irlandese. Le strutture politiche non possono essere decontestualizzate dal momento storico: sarebbe un errore metodologico. Ne ho abbastanza della Democrazia come Valore, non se ne esce mai dai discorsi intorno ad essa: non è bastato un secolo? L'Italia è uno Stato democratico, tanto democratico che i propugnatori di un Socialismo Nazionale fautore di: a) abolizione dei partiti politici; b) riforma del parlamento in ossequio alla rappresentanza delle categorie del Lavoro; c) ricusazione dell'alleanza militare con gli Stati Uniti d'America; d) nazionalizzazione della Banca d'Italia e delle aziende operanti in settori strategici per l'interesse nazionale; e) socializzazione delle imprese; f) educazione nazionale centrale; h) ecc. ecc.; non solo possono esprimersi (certo, magari mi dirai solo per 65 giorni perchè gli altri 300 sono sotto censura, ma come vedi io e te ne stiamo parlando), ma utilizzando gli strumenti previsti da quell'ordinamento che non riconosce, potrebbe in ipotesi financo cambiarlo. Ma nella tua democrazia, questo sarebbe possibile? Vogliamo ancora interrogarci sul valore democratico? Bisogna darsi un metodo democratico, anche sbagliando, ma alle enunciazioni devono subentrare i fatti. L'immobilismo italiano anche nella crescita economica dipende dalle non decisioni, dal continuo rinviare sine die. Io preferisco che sia un governo forte e non un governo debole a concertare con categorie che, attualmente, sono fin troppo corporative, anche senza essere inglobate nell'istituzione parlamentare. Della degenerazione burocratica e clientelare del corporativismo italiano (anch'esso figlio naturale del Sindacalismo Rivoluzionario di Sorel, di cui storicamente s'è nutrito il Socialismo Nazionale Italiano e la cui versione storica compiuta è stata il Fascismo) tutt'oggi, onestamente, ne continuiamo a pagare le conseguenze. Non è tutto oro quello che luccica e non esistono formule magiche: oramai lo abbiamo capito tutti. Ciò che ci ostiniamo a non capire, in Italia, è che non devono esistere uomini per tutte le stagioni. In politica, gli uomini che cambiano idea (arte della politica e teatrino annesso) servono solo a salvarsi le poltrone. Se uno ha un'idea di governo ed ha il potere di applicarla perchè democraticamente autorizzato dal popolo sovrano, lo faccia: se va bene continui a governare, se va male che se ne vada a fare altro. Si dice che un uomo è intelligente se cambia idea: allora dev'essere altrettanto intelligente da capire d'aver sbagliato e lasciare fare ad altri.
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allora, quelli che In Italia parlano di alternative vere all'attuale sistema, che siano socilasti nazionali o meno, vengono censurati dalla stampa salvo clamorisi eventi. messi in minoranza con campagne di forzatura sull'opinione Pubblica (vedi gli oppositori all'Euro, alla castituzione europea, i sotenitori delle alleanze con la Russia per sfondare la gabbia americana, etc etc etc). pertanto io e te possiamo anche parlarne quando vogliamo ma chi ha provato ad emergere ha subito strategie d'attacco non sempre lecite. Ti invito a rifelttere sulla brutta fine (meritata secondo me) che ha fatto la cosiddetta area Antagonista di destra, sminuzzata in minuscoli parititini, e sai come? un esempi su tutti. Tempo fa (circa 7 anni) un tale Acierno, parlamentare a Roma, aderì al Movimento Sociale- Fiamma Tricolore, ed essendo siciliano, gli affidarono responsabilità di tutto il movimento in sicilia (manovra condotta dall'alto, ovviamente, senza ricponoscimento dalla base). Acierno, imparentato non ricordo come, con Gianfranco Miccichè, e molto vicino a berlusconi, aveva il compito di destabilizzare e condurre all'ovile delle libetà le pecorelle smarrite... Strategie simili sono da sempre adottate, un pò come faceva la STASI nella ex germania est coi gruppi nazionalisti, nei confronti di tutti i "dissidenti". E comunque, invitandoti ancora una volta a prendere notizia sul Gruppo Bilderbrg, sulla trilateral commission e sulle strategie Massoniche mondiali, ti vorrei far notare come adesso si può scegliere(?) fra le due faccie di una stessa medaglia. L'opposizione è fuori da questo sistema. sulla tua opinione del corporativismo e del Socialismo nazionale in Italia, o in qualsiasi altra parte del mondo mi limito a non condividere, il giudizio storico lo lascio agli storici e mi ritengo seguace dell'Idea. Possono sbagliare gli uomini, ma l'idea non ha colpe. E chi combatte serve un idea, non gli uomini. Altrimenti avremmo dovuto chiudere già da un pezzo pure con l'esperienza della Chiesa, visto gli orrori che le cronache ci consegnano. | | | | |
In Italia per le elezioni politiche sono stati presentati 177 simboli: Io ne censurerei 175 e ne lascerei uno per parte. Con la comparsa degli Stati Nazionali, la democrazia rappresentativa è diventata una necessità: secondo me quella partecipata si rivelerebbe una farsa ancora maggiore. Ma ognuno, come dicevo, ha le sue opinioni. Secondo me, la democrazia rappresentativa non è il bene, ma il minore dei mali. Ti ho già risposto che non devi invitarmi a niente, sono consapevole delle cose che non vanno: la differenza è che non considero corretto dire di essere liberi perchè in opposizione fuori dal sistema quando in quel sistema ci sei dentro con tutte le scarpe. Per farti un esempio a me caro, l'opposizione fuori sistema la fece Carlo Rosselli. Con ironia ti dico che casomai, c'è il Venezuela: sono sicuro che piaceresti a Hugo Chavez Frias, ma non sono del tutto convinto che, alla lunga, lui ti piacerebbe. Mi permetto di ricordardi che l'essere "seguace" di un'idea, non ti rende così libero. Reputo, altresì, ardita l'affermazione secondo cui l'idea è senza colpe: non so allora cosa pensare di un'idea del tipo: "Il cazzotto per lo Squadrista é dottrina !" (F.T.Marinetti). Il paragone con la Chiesa è infondato: la Chiesa è un'istituzione-organizzazione che sopravvive da secoli perchè capace di cambiare anche se all'esterno appare tutto il contrario. A dispetto di alcuni dogmi, che la Chiesa non può permettersi di contraddire (altrimenti non sarebbero dogmi e la fede irrazionale non avrebbe giustificazione), le idee della Chiesa sono molto diverse dal passato, anche recente. L'organizzazione statale-burocratica che si alimentò dell'idea di cui tu parli (che poi altro non era che Azione), resse solo per alcuni anni, perchè se fu capace di cavalcare il cambiamento, non seppe poi governarlo. Ora basta, voglio rispondere ad un test. | | | | |
a me chavez piace, come tutti quelli che propongono un alternativa. Comunque, io ho un idea diversa dei motivi del crollo dell'Idea a cui mi riferisco... ma ti lascio fare i test.
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venerdì 7 marzo 2008, ore 18:30 |
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francesco
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l'unica cosa bona che Chavez ha fatto è ................ Naomi Campbell
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RIFONDIAMOLA. Un grande passato merita un grande futuro.
ribelle 2.0
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venerdì 7 marzo 2008, ore 20:51 |
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ghelaspolis
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sabato 8 marzo 2008, ore 2:28 |
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