Ogni tanto fa bene riproporlo!

Sicché se ne può concludere che l'antimafia è stata allora strumento di una fazione, internamente al fascismo, per il raggiungimento di un potere incontrastato e incontrastabile. E incontrastabile non perché assiomaticamente incontrastabile era il regime - o non solo: ma perché talmente innegabile appariva la restituzione all'ordine pubblico che il dissenso, per qualsiasi ragione e sotto qualsiasi forma, poteva essere facilmente etichettato come «mafioso». Morale che possiamo estrarre, per così dire, dalla favola (documentatissima) che Duggan ci racconta. E da tener presente: l'antimafia come strumento di potere. Che può benissimo accadere anche in un sistema democratico, retorica aiutando e spirito critico mancando.
E ne abbiamo qualche sintomo, qualche avvisaglia. Prendiamo, per esempio, un sindaco che per sentimento o per calcolo cominci ad esibirsi - in interviste televisive e scolastiche, in convegni, conferenze e cortei - come antimafioso: anche se dedicherà tutto il suo tempo a queste esibizioni e non ne troverà mai per occuparsi dei problemi del paese o della città che amministra (che sono tanti, in ogni paese, in ogni città: dall'acqua che manca all'immondizia che abbonda), si può considerare come in una botte di ferro. Magari qualcuno molto timidamente, oserà rimproverargli lo scarso impegno amministrativo; e dal di fuori. Ma dal di dentro, nel consiglio comunale e nel suo partito, chi mai oserà promuovere un voto di sfiducia, un'azione che lo metta in minoranza e ne provochi la sostituzione? Può darsi che, alla fine, qualcuno ci sia: ma correndo il rischio di essere marchiato come mafioso, e con lui tutti quelli che lo seguiranno.
(Leonardo Sciascia)

Sciascia faceva l'esempio di Borsellino. Diceva che hanno preferito lui ad un altro a capo della procura perchè a parità di merito ma non di anzianità era stato preferito lui perchè si occupava di antimafia. In un certo senso fare antimafia porta un vantaggio. Sciascia non ha mai parlato male di Borsellino, anzi ne elogiava i meriti, però non nascondeva che era stato avvantaggiato.
Ora però paragonare Crocetta a Borsellino mi pare una bestemmia.
Borsellino e Falcone lavoravano e apparivano il meno possibile in Tv. Crocetta non manca mai alle occasioni.
Borsellino, come me, era di destra ma questo non c'entra un ca**o solo che non vorrei che passasse l'idea che l'antimafia è solo appannaggio di una parte politica.
Mi piacerebbe farti leggere cosa pensava Violante di Borsellino....VERGOGNOSO, appena lo trovo lo metto in rete.

Falcone e Borsellino combattevano la Mafia.



Questa è il pezzo di Sciscia che porta la questione Borsellino
Ma eccone uno attuale ed effettuato. Lo si trova nel «notiziario straordinario n. 17» (10 settembre 1986) del Consiglio Superiore della Magistratura. Vi si tratta dell'assegnazione del posto di Procuratore della Repubblica a Marsala al dottor Paolo Emanuele Borsellino e dalla motivazione con cui si fa proposta di assegnargliela salta agli occhi questo passo: "Rilevato, per altro, che per quanto concerne i candidati che in ordine di graduatoria precedono il dott. Borsellino, si impongono oggettive valutazioni che conducono a ritenere, sempre in considerazione della specificità del posto da ricoprire e alla conseguente esigenza che il prescelto possegga una specifica e particolarissima competenza professionale nel settore della delinquenza organizzata in generale e di quella di stampo mafioso in particolare, che gli stessi non siano, seppure in misura diversa, in possesso di tali requisiti con la conseguenza che, nonostante la diversa anzianità di carriera, se ne impone il "superamento" da pane del più giovane aspirante".

Per far carriera

Passo che non si può dire un modello di prosa italiana, ma apprezzabile per certe delicatezze come «la diversa anzianità», che vuoi dire della minore anzianità del dottor Borsellino, e come quel «superamento», (pudicamente messo tra virgolette), che vuoi dire della bocciatura degli altri, più anziani e, per graduatoria, più in diritto di ottenere quel posto. Ed è impagabile la chiosa con cui il relatore interrompe la lettura della proposta, in cui spiega che il dottor Alcamo -che par di capire fosse il primo in graduatoria - è «magistrato di eccellenti doti», e lo si può senz'altro definire come «magistrato gentiluomo», anche perché con schiettezza e lealtà ha riconosciuto una sua lacuna «a lui assolutamente non imputabile»: quella di non essere stato finora incaricato di un processo di mafia. Circostanza «che comunque non può essere trascurata», anche se non si può pretendere che il dottor Alcamo «piatisse l'assegnazione di questo tipo di procedimenti, essendo questo modo di procedere tra l'altro risultato alieno dal suo carattere». E non sappiamo se il dottor Alcamo questi apprezzamenti li abbia quanto più graditi rispetto alta promozione che si aspettava.

I lettori, comunque, prendano atto che nulla vale più, in Sicilia, per far carriera nella magistratura, del prender parte a processi di stampo mafioso. In quanto poi alla definizione di «magistrato gentiluomo», c'è da restare esterrefatti: si vuol forse adombrare che possa esistere un solo magistrato che non lo sia?

Spero che abbiate letto con attenzione l'articolo che ho riportato sopra (E' bello conoscere la verità....quella VERA e COMPROVATA però!)
. Qualche minuto di attenzione non può che far aprire gli occhi o quanto meno vedere le cose da prospettive nuove.
Ho sottolineato le parti pù interessanti anche se è meglio leggerlo tutto.
Per anni, dopo la morte di Falcone e Borsellino, ci è stata propinata la storiella di Andreotti mafioso. Per anni ci hanno fatto credere nella purezza morale della sinistra. Io a questa cosa non ci ho mai creduto ed è giusto che i meno giovani conoscano le cose così come sono andate in realtà.
Ho creduto alla storiella dei post-comunisti fino a circa 7 anni fa, quando a "porta a porta" erano presenti Luciano Violante (paladino antimafia di lallora ed esponente di punta del Pci ora Ds) ed il cognato, anch'esso giudice, di Giovanni Falcone.
In uno scambio di battute fra i due, il cognato di Falcone ha scaricato una serie di accuse contro Violante, accusandolo di aver tradito il nome di Falcone più volte e di essersi appropriato illegittimamente della fama del suo illustre cognato per fare carriera politica. Sono rimasto di pietra. Indagando indagando, ho scoperto che il Violante e i suoi fedelissimi erano stati da sempre contro Falcone e Borsellino. Li consideravano vicini alla mafia! Vi rendete conto? Questi bastardi!
Il Pc di allora fu di ostacolo all'azione di Falcone e Borsellino. Ryoga ricorderà gli scioperi organizzati a scuola dalla FGCI (federazione giovani comunisti) contro la nomina di Falcone a Super procuratore antimafia fatta durante il governo Andreotti.
Ognuno poi si farà la sua idea, ma io preferisco stare dalla parte di Falcone e Borsellino, dalla parte vera però!