Se vuoi te lo puoi prendere...

per il solo fatto che lavora per l'Eni....è da sposare!!!!!!!
le ragazze impazziscono appena vedono il cane a sei zampe!!!!
ste donne...

ma perchè sei zampe? il cane ne ha 4, una è la coda e l'altra cos'è?
mi sta ffruntannu
per questo le ragazze gli piacciono gli anicisti

FORTISSSSSSIMA!!!

min*ia vero è quello che dice jack mi cunta ma nonnu chi basta chi caminava chiazza chiazza ca tuta ill'anici negli anni '60.........na carneficina...

che tristezza immonda

eccheeeeeeeeeeeee giä ti ni voi librari????

e megghiu ca tu teni tu assu vili e maccagnuni

complimenti, hai una bella mamma.

anche io ti faccio i complimenti
...bellissima immagine

a volte non mi riesce di ricordare i momenti dell'infanzia....poi quando meno me l'aspetto riaffiorano in tutta la loro bellezza e semplicità...e li ci scappa la lacrima per davvero..............

[quote="gianiro"]Visto che passo molto del mio tempo libero qui con voi sul forum, volevo farvi partecipe di questa mia riflessione.
Oggi, come al solito, mi sono recato a pranzo all’Auchan.
Nella galleria centrale, quelle delle offerte, c’era tutto l’occorrente per la scuola: zainetti, penne, matite, gomme, colori a spirito, colori a cera, das, quaderni, quadernoni, copertine, ecc…ecc…
I bambini, con i genitori, impazziti fra i colori e i nuovi diari di personaggi che non conosco completamente.
Ad un certo punto ho sentito un genitore chiamare un bambino:”Gianni, il diario già ce l’hai, cerca i colori…quelli a spirito”.
Stordito, in mezzo la confusione, ho chiuso un istante gli occhi e ho sentito il profumo, quel profumo che sentivo quando da piccolo andavo con i miei genitori a comprare l’occorrente per la scuola.
Mi è scappata una lacrima.
Sono un tipo nostalgico e spesso mi commuovo quando vedo le case vecchie ormai abbandonate.
Spesso mi perdo dentro le finestre nere di vuoto e mi fermo a riflettere che ci fu un tempo in cui quelle case erano abitate, piene di gente, di nonni, di bambini. Erano vive, vi si litigava, vi si giocava, vi si faceva l’amore e vi si mangiava. Vederle vuote e abbandonate mi fa uno strano effetto.
Una volta, al castello di Donna Fugata, ero seduto assieme ad Angela in una delle panchine del giardino. Eravamo seduti di fronte la vecchia ludoteca. Tutto era abbandonato e il vecchio labirinto pieno di erbacce. Ad un certo punto mi ero talmente immerso nel luogo che sentivo i bambini correre e giocare, poi d’un tratto tornai alla realtà e mi veniva quasi da piangere.
Ho avuto un’adolescenza bellissima, fatta di alti e bassi, di cose belle e brutte. Il fatto di pensare che ormai alcune cose che sono passate non ritornano mi rende più consapevole che la vita va vissuta intensamente, attimo per attimo. Sono frasi dette e ridette ma ne sono più convinto che mai. Non importa quanto dura, se 10, se 30 o se 80 anni, ma l’importante è l’intensità momento per momento.
Per intensità non voglio dire fare per forza tutte le esperienze possibili, come lanciarsi col paracadute o scalare l’Everest.
Io mi ricordo ogni singolo particolare, ogni sensazione, ogni sapore, ogni profumo.
La pasta col sugo e piselli di mia nonna, che non c’è più da tempo, me la ricordo ancora e mai nessuno l’ha più rifatta uguale. Sento ancora l’odore e la sua voce.
Ricordo quando mio papà andava fuori per lavoro, anche se solo per 2 giorni, tornava e ci portava sempre qualcosa a me e a mia sorella. Ricordo l’emozione nel vederlo arrivare col taxi. Lo aspettavamo davanti la porta aperta e lo vedevamo uscire dall’ascensore. Come se mancava da 2 anni , invece erano passati solo 2 giorni. L’apertura della valigia e il regalino inevitabile. A mia mamma toccavano sempre gli shampini dell’albergo e i biscottini dell’aereo.
Ce ne sarebbero milioni di sensazioni ed esperienze da raccontare.
Non dimenticherò mai la faccia di mia mamma quando tornai a casa accompagnato da mio padre dopo una mia rocambolesca e breve fuga da casa con la moto a 13 anni. Acciuffato dalla polizia dopo la denuncia di scomparsa.
I ricordi li creiamo in ogni istante della nostra vita. Oggi ad esempio, Sara, seduta davanti a me sul tavolo, mi ha preso per la prima volta il pizzetto con le mani e si è messa a ridere.
Chi si dimentica l’abbraccio che ho dato ad Angela in sala parto?
La mia vita è piena di ricordi. Me li creo, me li godo uno dopo l’altro.

Scherzosamente la chiamo “Sindrome di Max Pezzali”.

[/quote]



ho letto oggi questo topic e allora mi sono detto.. ma non sono solo io che cha ha queste fisime..... ed ecco che affiorano i ricordi le sensazioni le emozioni come quando vengo a Gela per esempio e guardo la casa dove sono nato i posto dove andavo a giocare, la scuola, la villa.... mi sembra veramente un'altra vita non so se avete presente il film nuovo cinema paradiso dove il protagonista immerso nei suoi pensieri vede la sua vita come un film. e poi le persone care che non ci sono piu' la pizza di mia mamma un gusto che non provero' + , a proposito godetevi i vostri familiari piu' che potete e siate consapevoli di avere veramente un bene immenso ...si vero la vita e' una ruota che gira ma per quanto uno possa essere razionale parlando di queste cose a girare tantissimo e' la propria testa.