Si parla tanto di federalismo fiscale, in Italia, ma non si sono fatti i conti con la realtà delle regioni più poveri, dove si rischia di bancarotta, anche se si alimenta il fondo di solidarietà.
Ad un primo rapido controllo dell’assessore all’industria di Pippo Gianni, la Sicilia si è improvvisamente accorta che nel 2006, la cifra incassata per canoni e roialties sui prodotti petroliferi estratti o lavorati nell’isola ammonta appena a 170 mila euro a fronte dei 3milioni e 780 mila euro d4ell’anno precedente. Cosa sia successo, lo accerterà l’inchiesta avviata dall’assessore, il quale intende verificare se davvero le aziende petrolifere hanno versato il 7% del valore degli idrocarburi estratti.
I soldi vanno un terzo alla regione e due terzi ai titolari dei giacimenti. E ora anche i sindaci stanno controllando i loro conti.
E intanto l’energia resta al centro dell’interesse economico dell’isola. La Federmetano Nazionale, con il suo rappresentante per la Sicilia, Elio Melfa, ha scritto al presidente della Regione Lombardo e all’assessore Gianni, per promuovere un suo uso massiccio del metano come carburante per auto-trazione.
Proprio a Gela, numerose automobili del Comune sono dotate di impianto a metano, ma vanno a benzina per la mancata revisione del sistema di transizione a gas.

a dir poco scandaloso.