Da La Sicilia del 15 ottobre la notizia che in un incontro con la Fulc nazionale tenutosi il 13/09/2006 a Roma, l’ENI ha comunicato che una sua consociata, la Polimeri Europa cesserà la produzione di etilene chiudendo definitivamente l’esperienza cinquantennale della chimica a Gela con conseguente taglio di circa 150 posti di lavoro tra diretto ed indotto. L’azienda comunque ha anche assicurato che le maestranze non perderanno il posto di lavoro ma saranno assorbite nel circuito stesso dell’ENI nell’ambito di un progetto d’investimento di milioni di euro per fare diventare lo stabilimento un polo strategico per la raffinazione creando una nuova linea di produzione per la benzina…e proponendo Gela come sito per un rigassificatore.
Mille posti di lavoro per i cinque anni della costruzione dell’impianto e 400 stabili successivamente, secondo il Sindaco Crocetta.
Ma quali le garanzie? Come mai la città viene messa al corrente della situazione a decisioni prese?
I lavoratori interessati dal cambiamento hanno avuto la possibilità di confrontarsi con l’azienda? Partendo dalla sicurezza di reintegro, condizioni contrattuali e informazioni su eventuali rischi.
O la decisione viene per l’ennesima volta calata dall’alto? La città è stata informata dei “pro e contro” di una simile innovazione, oltre i numeri puramente suppositivi con i quali già altre volte ci hanno fatto calare rospi velenosi?
Chi e come ha concertato con l’azienda il futuro della città? Ci si chiede soprattutto quanto possa incidere nella concertazione un’intera classe politica che ha dimostrato di essere strettamente dipendente dal potere economico dell’ENI? Possono spettacoli estivi che hanno coperto l’inettitudine della nostra classe dirigente e fontane appariscenti che suppliscono alla trascuratezza in cui versa la città influenzare la capacità di contrapporsi al gigante industriale? Come si può ancora dare fiducia al petrolchimico che non ha mai neppure manifestato l’intenzione di risarcire Gela: con la costituzione del polo oncologico, con il riconoscimento dei diritti ai lavoratori esposti all’amianto, con risarcimenti per le malformazioni come avvenuto a Priolo,…non c’è stato assolutamente la volontà di venire incontro all’esigenze imprescindibili della città di cui è responsabile!
Oltre le insufficienti parole affidate al vento, unico a garantirci un’utopica boccata di aria fresca in quest’estate artificialmente asfissiante, quale documento garantisce alla città che non venga nuovamente stuprata o come lamentava un famosissimo striscione di qualche anno fa “sedotta e abbandonata” ?
Perché si continua ad investire e a rapportarsi solo ed esclusivamente con l’ENI, cosa giustifica questo monopolio sull’economia gelese? Il silenzio della politica è strapagato ancora una volta dalla gestione delle future assunzioni? I sindacati si prestano alla stessa pratica ricattatoria sui lavoratori e le loro famiglie?
Evidentemente non basta che la città venga consultata esclusivamente per gli appuntamenti elettorali!

I politici gelesi sono come quei muratori che preferiscono sistemare un muro crollate con una mano di stucco.
Quella fontana è di inutile abbellimento se i primi edifici all'ingresso di Gela non hanno ancora una facciata.

Inutile non direi, tra un paio di anni il tribunale sarà pronto, e la fontana mira a dare a Gela un ingresso di un certo prestigio. Va bene criticare, ma farlo anche quando si costruisce e si fanno cose postitive per la città mi sembra sbagliato. Gela, ha bisogno di costruttori ed innovatori, oggi una fontana, una piazza,una via, un palazzetto dello sport, chissà domani... Ringraziamo chi ce l'ha data e lottiamo per avere altro!

questo è il paese (l'ho gia detto altre volte) che tutto deve essere negativo. 10, 100, 1000 fontane, piazze, strade,
l'Enichem? deve fare di +. per la città che ha per decenni inquinato.

La fontana arricchisce l'ingresso della città.
Però il verde che la circonda è nel più totale abbandono e disordine.
Come mai ?

Il mare non è forse fatto da tante piccolissime gocce?

dice bene ellenico....bisogna ridare un volto ai muri della città....sembra beirut...credo che abbiamo a gela una mentalità dell' immagine sabagliata...siamo disoordinati...

Suggerirei al Sindaco, magari dando un ultimatum di un paio di anni, di rispolverare quelle norme che consentono ai comuni di multare tutti coloro che non hanno fatto la facciata della propria abitazione.
Le norme ci sono basta farle applicare.

si...va be.....e io avissa spennnerri i soldi pa' facciata..... .
ma mi katto na bella machina....ci metto u'stero....che canzoni napolitani...nu' meglio ?

come tutti ho la tendenza ad essere critico verso i poteri politici. Non sono “latini” nell’affrontare la cosa pubblica (si definiva “latino” l’uomo che camminava dritto senza guardare in faccia nessuno né tanto meno i suoi interessi personali, oggi non è onesto ma è fesso il politico che non lavora per sé stesso), ma NOI cittadini, diciamolo pure, non siamo meglio di loro. Sabato sera scorso, intorno alle ore 20.30, dopo una visita ad un amico in ospedale, mi son trovato a passare a piedi, a quell’ora c’è isola pedonale, nel tratto di Via Palazzi che va dall’ospedale alla Via Licata. Non mi ha meravigliato il fatto di vedere migliaia di giovani senza casco gironzolare con gli scooter, con aria "inebetita orribili occhialoni da sole e tirati come il bullo di turno che giravano decine di volte a cercare nessuno, ma i loro sguardi di invidia rivolti a due centauri, chiaramente senza caschi, su due grosse moto fuoristrada senza targa che sembravano facessero la gara sulla via Palazzi a chi dei due fosse più imbecille. Presumibilmente provenivano dalla Via Butera e sicuramente all’imbocco della Via Palazzi, prima di iniziare una folle corsa, si saranno detti che chi fosse arrivato per primo nella via Licata, senza nessuna regola di circolazione stradale e di civiltà, sarebbe stato più imbecille. Infatti non si sono limitati a rumoreggiare fra le tantissime autovetture incolonnate in tripla fila ognuno alla ricerca di un varco per raggiungere la propria meta, ma a sorpassare e a sorpassarsi fra i tanti banchi di ambulanti abusivi, fra mamme con i figli che uscivano carichi dai supermercati, sui marciapiedi fra la gente più anziana che impaurita si lamentava. Sono stato oggetto di critica, da parte di un gruppetto di giovani fermi sotto il marciapiede davanti un noto bar, perché ho accennato a dire “ma chisti su pazzi!, gli stessi che poi marinano la scuola per partecipare alle marce per la pace o per solidarizzare contro questa o quell’altra guerra. Stamani amici mi riferiscono che le forze di polizia evitano di passare fra questi educati giovani perché soggetti a lancio di monetine o bottiglie di birra naturalmente… vuote. Di arroganti e maleducati nel comportamento ce n'è assai anche fra i giovani... e comunque non vale solo per i giovani. Quando sono persone mature ad avere certi atteggiamenti è anche peggio.