L’ACQUA: quel bene tanto prezioso anelato da tutti i cittadi
L’ACQUA: quel bene tanto prezioso anelato da tutti i cittadini gelesi.
Ricordo a me stesso la diatriba in atto esistente, riguardo l’acqua del “ragoleto”, tra il Comune di Gela e l’ENI.
Tutti sanno che l’ ENI utilizza l’acqua potabile ed abbondante del “ragoleto” per i propri stabilimenti, propinando, invece, a noi gelesi l’acqua del dissalatore che, come accertato, è sicuramente non potabile.
La motivazione che l’Ente fornisce è che l’eventuale utilizzo di acqua dissalata potrebbe recare danno ai macchinari dei propri impianti, per cui si trovano costretti ad utilizzare l’acqua della diga riciclando a noi quella dissalata, come se la macchina umana gelese fosse meno importante di quella meccanica.
In ogni caso, anche se questo braccio di ferro lo dovesse vincere il nostro Sindaco la cosa risulterebbe ininfluente perché l’acqua, che alla fonte è certamente potabile, arriverebbe ai nostri rubinetti inquinata, in quanto attraverserebbe tutta la conduttura arrugginita e perforata esistente nella nostra cittadina oltre che a giungerci mescolata ai liquami che si infiltrerebbero, durante il percorso, attraverso le varie feritoie della conduttura medesima.
Pertanto, sono personalmente del parere che, per avere noi l’acqua potabile, occorreranno ancora diversi anni fin quando non sarà smantellata tutta la rete idrica ferrosa, sostituendola con tubi in polipropilene per uso alimentari; solo così si realizzerà il nostro sogno di avere l’acqua come cinquant’anni fa.
Tutto ciò mi fa ricordare un episodio che mi è accaduto qualche mese fa.
Mentre stavo percorrendo una via della città, mi sono accorto che un bambino, nell’atrio di un condominio, stava riempiendo, da un rubinetto, un bicchiere d’acqua da bere.
Mi precipitai subito dentro il cancello ed, energicamente, strappai dalle mani di quel bambino, alla luce delle mie esperienze in merito di pulizie di vasche, il bicchiere incriminato.
Quel gesto però non risultò gradito al bambino, il quale corse subito dai genitori a riferire il “fattaccio”.
Mi ritrovai in un batter d’occhio di fronte l’energumeno del padre che voleva conto e ragione di quel gesto per lui offensivo.
Per giustificare il mio operato e non sottopormi alle ire del padre, chiesi un istante di pazienza ed andai a recuperare il mezzo che utilizzo per la pulizia delle vasche.
Lo portai subito sul posto e iniziai ad estrarre l’acqua dalla vasca utilizzata dal condominio.
E guardate qui in basso cosa è uscito fuori, non solo da quella vasca ma da tutte le vasche di Gela che di volta in volta vengono pulite dal sottoscritto su commissione dei vari condomini:
A quella vista il padre mi ringraziò e mi chiese scura per il malinteso, recandosi subito dal Capo Condomino per ordinare immediatamente e periodicamente la pulizia della propria vasca condominiale.
Tanto dovevo.
Angelo Gentile