Proposta di accordo istituzionale tra comune di Gela ed Eni
Nessun astio nei confronti del mio amico che ha fatto questa proposta, ma arriva un tantino in ritardo.
Penso che è una cosa che vado dicendo dai primi momenti in cui ho cominciato a scrivere in questo forum.
Tutte le città in cui ci sono insediamenti industriali beneficiano di opere di compensazione.
Solo Gela si è sempre rifiutata.
Addirittura il porto per cui l'Eni aveva stanziato diversi milioni, non è mai stato realizzato.
L'unica opera che mi ricordo portata a compimento e abbandonata dal comune fu la piantumazione e la realizzazione del sistema automatico di innaffiamento di tutto il parco di montelungo. Sarebbe bastato che un tecnico del comune, aprisse un rubinetto un giorno si ed uno no, che oggi, dopo 15 anni, avremmo un parco ricco di alberi. Invece, soldi buttati.
Un'altra opera realizzata fu la fontana e poi sentivo slogan ignoranti del tipo:
"non ci vendiamo per una fontana".Ma cosa cavolo c'entra il vendersi ed il non vendersi?
Noi gelesi per avere una testa di cippo ed una visione da muli della realtà, abbiamo perso una grande occasione.
Oggi avremmo potuto avere tantissime strutture donate dall'Eni, come accade in ogni parte d'Italia compresa Priolo e Siracusa, ed in più la prospettiva della chiusura. Le opere restano!!!!!
Oggi, che praticamente sta chiudendo, gli chiediamo le opere di compensazione. Mannaggia che teste che abbiamo.
Proposta di accordo istituzionale tra comune di Gela ed EnidiRedazione TG10 - Pubblicato il 14 Maggio 2012 - 13:38
Se l’Amministrazione comunale di un paesino di 6 mila abitanti, come Sannazzaro de’ Burgundi, in provincia di Pavia riesce ad ottenere dall’Eni 6 milioni di euro per opere di compensazione e mitigazione ambientale, Gela forte dei suoi 80 mila abitanti, ha tutte le condizioni per ottenere questo ed anche altro in termini di rilancio economico. E’ quanto sostiene il segretario regionale della Fillea Cgil, Ignazio Giudice. E’ doveroso – ribadisce Giudice - da parte delle segreterie sindacali che rappresentano i lavoratori dell’indotto condividere un momento di confronto con la Commissione consiliare Annona e Sviluppo economico in merito al progetto preliminare per la realizzazione di un’area attrezzata “yard” per la prefabbricazione e l’imbarco di manufatti di grandi dimensioni, tutto ciò potrebbe facilitare il mantenimento dei livelli occupazionali attuali dell’indotto e probabilmente evitare che metà dello stesso indotto vada avanti attraverso accordi tra imprese e sindacati di categoria per l’attivazione di cassa integrazione e contratti di solidarietà, tutti costi che lo Stato attraverso l’Inps sostiene e che i lavoratori sopportano per evitare nuovi esuberi.