http://www.sportmediaset.mediaset.it/al ... 8843.shtml"Il rugby è lo sport piu' duro. Io sono un giocatore di rugby. E sono gay". Un outing deciso, netto che diventa persino scioccante se viene da uno come Gareth Thomas, grande ex-capitano del Galles, il primo a collezionare 100 caps con la maglia dei Dragoni. "Non voglio essere identificato come un giocatore omosessuale - ha dichiarato Thomas al Daily Mail - Prima di tutto sono un giocatore di rugby. Sono un uomo"
Fuoriclasse anche nel coraggio, Thomas, nella sfida a un mondo dello sport - e a un ambiente "machista" come quello della palla ovale - che spesso nega l'esistenza di una presenza gay. "E' difficile essere l'unico giocatore di livello internazionale pronto a rompere il tabù - ha confessato - Guardando i numeri, non posso essere l'unico. Ma non ho notizia di altri omosessuali ancora in attività. Sarei felicissimo se, nell'arco di 10 anni, questo non fosse più un argomento da affrontare nello sport. Sarei felice se la gente dicesse: 'E allora?"'
Proprio nell'ambiente della Nazionale gallese, Thomas ha fatto il primo passo per giungere all'accettazione e alla voglia di trasparenza sulle sue tendenze sessuali. "E' merito del tecnico, Scott Johnson - ricorda Thomas - In qualche modo se ne era accorto. Mi ha portato in infermeria, ha chiuso la porta e io gli ho detto tutto. Dopo aver tenuto tutto segreto per tanto tempo, mi sono sentito sollevato". Johnson suggerì a Thomas di rivelare la notizia ai compagni più fidati. "Lo ha detto a Stephen Jones e a Martyn Williams. Ricordo che, mentre li aspettavo in un locale, ero terrorizzato e mi chiedevo cosa mi avrebbero detto. Poi sono arrivati, mi hanno dato una pacca sulla spalla e mi hanno detto: 'Non ci importa. Perche' non ce l'hai detto prima?". I problemi, per il campione gallese, non sono venuti dallo spogliatoio, ma da casa. Il matrimonio con la sua ex moglie, Jemma, è ovviamente naufragato. "Mi sentivo solo e depresso. La mia vita stava andando in pezzi. Io e Jemma ci stavamo separando, avevo paura del futuro e di essere un gay single. Andavo a vedere la spiaggia dalle scogliere vicino al nostro cottage. Pensavo solo a saltare e a farla finita". Non è andata così, per fortuna. La storia di Thomas, per il momento, si conclude con un'altra méta, ai conformismi, ai luoghi comuni, a una certa cultura ancora vigente nello sport maschile. Sarà imitato dai tanti che continuano a nascondersi?