La chiesa dei PP. Cappuccini di Gela, relativamente alla navata centrale, fu edificata nella metà del XIII secolo, mentre le navate laterali di Nord e Sud furono aggiunte rispettivamente nel 1935 e nel 1962.
Nella chiesa si conservano, oltre a diverse antiche statue, un pregiato polittico settecentesco con cornici in legno intarsiato, un'artistica custodia del Divinissimo del XVII secolo, un dipinto su tavola del 1700 raffigurante la Graziosa vergine degli Ammalati , probabilmente opera di Luigi Borremans, e un dipinto attribuito al Paladini (Santa maria della Porziuncola); inoltre, nell'attiguo convento si osserva un dipinto (il Beato Bernardo da Corleone) attribuito ad un pittore della scuola di Guido Reni.
La chiesa dei Cappuccini è dedicata al culto della Madonna delle Grazie la cui festa ricorre il 2 di luglio.
Testo di Nuccio Mulè tratto dalla pubblicazione "Conoscere Gela" |
La chiesa di S. Francesco d'Assisi fu edificata a Gela ad unica navata nel 1659 sui resti di un'altra risalente al 1499; in essa predomina il tardo barocco siciliano ed esistono diverse tele attribuite allo Zoppo di Gangi (la vita di S. Francesco) e al Paladini (il Martirio di Santa Orsola) e al D'Anna (la Deposizione del 1768) oltre ad un'acquasantiera in marmo del XVI secolo probabilmente opera dei Gagini, un gruppo di statue lignee settecentesche e due monumenti marmorei.
Recentemente sono venuti alla luce diversi antichi affreschi e sono stati rimesse in luce le antiche dorature degli altari. La chiesa è dedicata al culto dell'Immacolata Concezione, la cui festa ricorre l'8 di dicembre.
Testo di Nuccio Mulè tratto dalla pubblicazione "Conoscere Gela" |
Nel 1766, sulla superficie prospiciente all'attuale Piazza Umberto I, furono iniziati i lavori per la costruzione della nuova chiesa Madre che fu completata nella prima metà dell'Ottocento; essa si erge a tre navate con cupola e torre campanaria (realizzata nel 1837). Intitolata a Maria Santissima Assunta in Cielo, presenta una pianta a croce latina con schema basilicale.
La facciata principale in stile neo-classico, opera dell'architetto terranovese Giuseppe Di Bartolo Morselli nel 1844, presenta una composizione architettonica articolata in doppio ordine sovrapposto, fortemente rilevato al centro con colonne aggettanti per tre quarti, con ordine dorico alla base e ionico superiormente; nella parte superiore spiccano il frontone adornato di acroteri e la croce oltre ad una placca litica ovoidale con in bassorilievo lo stemma mariano. Due profonde nicchie nel piano superiore, dove sono collocati due vasi, contribuiscono a dare alla facciata stessa una nota di gaiezza.
Nella Madrice si trovano diverse pale dipinte del Settecento e dell'Ottocento (Tresca e Vaccaro sono alcuni degli autori), un notevole dipinto su tavola del 1563 che raffigura il Transito di Maria attribuito a Deodato Guinaccia, alcuni affreschi, tre monumenti (8) e un grande organo del 1939 con 31 canne di facciata, disposte a cuspide; nella canonica, interamente ricostruita nel 1988, sono conservate diverse tele raffiguranti i parroci della chiesa e il Cardinale Panebianco, nonché due pregiate icone, dipinte su tavola con fondo in oro raffiguranti Maria SS. d'Alemanna (o della Manna) con Bambino, patrona di Gela la cui festa ricorre l'8 di settembre, e la Madonna col Bambino attaccato al seno materno.
Infine, nell'archivio sono conservati antichi documenti cartacei, nonchè i registri di morte, battesimo e matrimonio a partire dal 1500.
Testo di Nuccio Mulè tratto dalla pubblicazione "Conoscere Gela" |
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