Chiare, fresche et dolci acque |
Scritto da Diego Livoti |
Sabato 20 Dicembre 2008 16:11 |
Mi trovo alle prese con le bollette dell'acqua da pagare. Precisiamo: le bollette in questione emanate da Caltaqua riguardano l'anno 2007. Cosa hanno di particolare? Semplicemente la tariffa, la quale impone un fisso trimestrale pari a € 40,36 per 30 metri cubi di acqua da pagare anche se non si usufruisce del servizio; il tutto moltiplicato per 4 è uguale alla somma di ben € 161,44 annuali. Inoltre non dimentichiamo che l'acqua che giunge nelle nostre case non è potabile!
Che io sappia, la tariffa da applicare viene discussa di comune accordo con l'amministrazione comunale, così mi pongo una domanda: come può un Sindaco comunista accettare una tariffa che sa molto di truffa? Per renderci conto di questa particolarità diamo un occhiata alle tariffe di alcune città italiane, alcune a gestione municipale e quindi pubblica, altre a gestione privata. Con un riferimento di consumo annuo di 192 metri cubi per famiglie di tre persone, Milano paga € 106, Isernia € 110, Benevento € 119, Lecco € 123 (a gestione municipalizzata). Tengo a precisare che la rete idrica di Milano a gestione pubblica è la migliore in Italia. Ad Arezzo, per esempio, città con gestione privata dell'acqua, si pagano annualmente € 363, a Firenze € 362 (la società che gestisce l'acqua è la Publiacqua). Ad Agrigento, una famiglia di tre persone (che consuma in media 192 metri cubi d'acqua / anno) paga e 445 €. Ecco cosa ha risposto il sindaco di quella città in un'intervista su un giornale locale "Cittadinanzattiva" sul perché di queste tariffe: « Bisognerebbe chiederlo a chi ha gestito l'affidamento ai privati del servizio idrico ». Ma perché un sindaco dichiaratosi da sempre comunista sia per discendenza che per ideologia ha permesso che a Gela si privatizzasse la gestione dell'acqua? Questa è una gran bella domanda alla quale posso dare due risposte: una datami durante lo scorso incarico dall'assessore all'agricoltura e mare Giuseppe Fava e una data da tutti i cittadini che rivestono il ruolo di vittime con cui ho avuto occasione di parlare. L'assessore Fava mi disse che la privatizzazione dell'acqua fu messa alla votazione con tutti gli altri comuni della provincia nissena e guarda caso l'unico Comune a opporsi fu proprio quello di Gela. Fatto sta che la privatizzazione avvenne. La risposta delle vittime, invece, consiste nel darsi una spiegazione al misfatto. Tra gli assunti nell'organico di Caltaqua - dicono - c'è di tutto e di più tra parenti, amici, amici degli amici e conoscenti tutti risalenti a vario titolo agli amministratori pubblici comunali e provinciali. Questo è un dato di fatto più volte tirato in ballo sul nostro Forum (vedi Caltaqua, elenco assunti). In poche parole si è permessa la privatizzazione dell'acqua, bene incontrovertibilmente pubblico, per puro interesse privato di un manipolo di affaristi! Ormai la frittata è fatta. È possibile ricomporre il guscio? È di questo che vorrei parlare sia tra di noi, poveri mortali, che con qualche rappresentante dell'amministrazione tipo il consigliere comunale Lucio Greco che ha dato dimostrazione di aver preso veramente a cuore questo argomento. Da Gennaio dovrebbe essere resa attiva la legge che consente la class-action (la quale dovrebbe già essere attiva, rinviata a Gennaio dall'attuale governo). La class-action potrebbe essere un'arma per poter combattere contro la privatizzazione dell'acqua che sarà completata nel 2010, per mandato del super ministro del tesoro Tremonti, quando tutti gli enti locali dovranno cedere la rete idrica al privato. Dichiarazione fatta da Tremonti, a proposito di manovre speculative, al Corriere della Sera il 14 agosto 2008: «L'aspetto orrendo della speculazione è sul grano, sul mais, sugli alimenti. Anche sul petrolio. Nel giro di sei mesi il prezzo è salito vertiginosamente e poi precipitato. È la prova che dietro c'era la speculazione». E dietro l'acqua cosa c'è? Se ci togliete pure l'acqua cosa ci rimane? |
Commenti (2)
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viviamo tutti con la speranza che le cose possano cambiare....e in fretta!
Quanto alla class-action... credo che si possa ricorrere anche a tale strumento, ma è necessario che il processo di privatizzazione sia bloccato prima del 2010. In Lombardia il Consiglio Regionale si è espresso contro: i comuni potranno decidere autonomamente (senza dover rispettare la legge truffa inserita a tradimento, come articolo 23 bis, nella 133/08 in un giorno di agosto). E i nostri consiglieri regionali? Cosa aspettano a far valere la nostra autonomia? Teniamoli sotto pressione. Hai visto cosa è accaduto a Bivona? Si devono convincere che si stanno giocando la loro credibilità. La gente si rende conto che la privatizzazione è un furto perpetrato da marpioni a danno dei cittadini.