Gela, tra l'incudine e il martello |
Scritto da Diego Livoti |
Lunedì 19 Gennaio 2009 14:05 |
Le notizie riguardanti l'inizio del 2009 non lasciano ben sperare. Dopo la distruzione dolosa di un bar in Via Venezia, qualche auto incendiata qua e la, la diffusione di un articolo apparso su "La Stampa" che tesse lodi su Gela tutt'altro che lusinghiere arrivano altre due belle notizie.
Sto seguendo l'edizione serale del TG10. Inizia con l'arresto di una intera famiglia che si è data al commercio della droga. Con la crisi che c'è, bisogna darsi da fare. Continua, il TG10, con l'arresto di alcuni componenti di una nota famiglia che ha agito in tutt'altro settore: quello finanziario, più specificatamente l'usura. Notizie di ordinaria amministrazione, fatti che succedono regolarmente ovunque, niente di speciale o di straordinario ormai ma che danno lo spunto per denunciare il degrado in cui sta versando Gela. Gela è la piazza commerciale più ambita della Sicilia e in alcuni settori commerciali anche dell'Italia. Pare che i gelesi siano spendaccioni. Alcune marche di articoli da regalo così come si vendono a Gela non si vendono da nessun'altra parte d' Italia. Proviamo ad analizzare più a fondo la situazione... Il mercato settimanale è un'altra nota dolente. Oltre al fatto che si tratta di un salasso settimanale, fatto che non andrebbe sottovalutato, tutti i Martedì il mercato occupa un'arteria stradale che vista la vicinanza con lo stabilimento, il buon senso - se ci fosse - suggerirebbe di non utilizzarla per il mercato e di trovare urgentemente un'area idonea dove far svolgere il mercato settimanale e nello stesso tempo impedire alle centinaia di bancarelle abusive di presentarsi tutti i Martedì in loco arrecando un ulteriore danno ai negozianti gelesi. Sono molte le massaie che raccontano di trovare articoli di marca a prezzi da ricettazione. Di spazi idonei nelle immediate vicinanze da adibire al mercato settimanale ce n'è anche in abbondanza, solo che prima va stabilito chi e come ci deve speculare sopra. Nel frattempo non ci rimane che aspettare. Ristoranti e pizzerie? Il Sabato sera basta fare un giro per ristoranti e pizzerie per vedere che sono tutte piene e bisogna fare la fila per potersi accomodare al tavolo. Negozi. I negozi di abbigliamento e calzature si lamentano come fa ogni buon commerciante ma che le cose non vadano poi così male si può vedere sia dall'affluenza della clientela che dal numero di scontrini emessi e dal fatto che a tutti i gelesi piace molto vestire e soprattutto vestire firmato. Ma allora questa crisi c'è o non c'è? Quali sono quei segnali che ci indicano la crisi? Io non saprei rispondere ma come è mio solito cerco sempre di spiegarmi le cose. Cerchiamo di analizzare alcuni aspetti del contesto sociale in cui si opera a Gela. L'aspetto occupazionale: secondo alcuni illuminati e illuminanti, a Gela stiamo tutti bene perché Gela - cittadina di circa 80.000 abitanti - si regge tutta su quei 2-3 mila posti di lavoro che dà lo stabilimento e su tutte le aziende che vi girano attorno. In pratica è come dire che Gela esiste perché c'è lo stabilimento. Dire le cose è facile ma dimostrarle con fatti concreti è tutt'altra cosa. C'è forse una ricerca che potrebbe dimostrare questa ipotesi? No. Inoltre ammettere che Gela esiste perché c'è lo stabilimento equivale ad ammettere che a Gela non c'è mai stato e mai ci sarà una alternativa allo stabilimento. Le conseguenze sono: niente sviluppo, niente turismo, niente ulteriore occupazione. Vediamo ora l'aspetto ambientale di Gela: E' possibile che ormai i gelesi siano assuefatti a tal punto da non accorgersi in che condizioni è ridotta la città? Forse noi che ci viviamo non ce ne accorgiamo ma basterebbe recarsi in altre città dove le amministrazioni lavorano con coscienza per rendersi conto che a Gela non vengono minimamente rispettate le più elementari regole della civile convivenza: strade sporche e disconnesse, rifiuti cartacei e rifiuti di ogni altro genere gettati ovunque che finiscono con l'autorizzare chiunque a continuare a gettare altri rifiuti dovunque, frigoriferi, lavatrici, televisori, divani per mesi abbandonati dove capita. Lavori di scavi sparsi per la città per riparare l'ennesima rottura della rete idrica lasciati incompleti senza ripristinare il manto stradale, tratti di marciapiedi a pari con la strada, marciapiedi scassati e strade piene di buche aperte e strade piene di buche rattoppate alla meglio. Detto da gente che viene occasionalmente a Gela mi dice che appena entrati in città si avverte un certo odore di uova marce. Sara vero? Io non lo potrò mai verificare. E l'acqua? Altro problema di facile soluzione ma di complicata attuazione. Basterebbe eliminare l'attuale dissalatore ormai buono solo a sottrarre soldi dalle casse regionali per i continui guasti di cui soffre per sostituirlo con uno nuovo a osmosi inversa così come stanno facendo ad Agrigento. Ma fino ad ora non sembra che si sia smosso qualcosa per farlo. Ma la cosa che più preoccupa è l'atteggiamento di molti gelesi che sembrano come quelli a cui non gliene può fregare di meno di vivere in un contesto sociale di giorno in giorno sempre più degradante. Sembra che i gelesi non si siano ancora resi conto che ci troviamo tra l'incudine e il martello. Da una parte l'amministrazione pubblica, locale, provinciale, regionale, nazionale e per finire europea che confermò il vergognoso decreto del governo Berlusconi 2001-06 che dichiarava combustibile il pet-coke. Tali decisioni ci fanno assistere periodicamente a delle vere e proprie messe in scena dal momento che non sono mai state seguite da quei seri provvedimenti che ci permettano di arrivare ad una soluzione che intervenga sulle cause e non sugli effetti. Intervenire solo sugli effetti non ha mai risolto nessun problema. Dall'altra parte abbiamo i capi supremi dell'ENI che spadroneggiano tramite i loro vassalli, i quali continuano a somministrare dei veri e propri palliativi che come ben si sa servono solo ad attenuare i sintomi di un male, senza però agire sulle sue cause. La realtà in cui versiamo fa pensare a una sorta di tacito accordo perchè tutto rimanga così come è sempre stato da quando è nato lo stabilimento, che Gela sia eternamente tra la morte e la vita incapace di reagire. Ma avete fatto male i conti. Con una presa di coscienza generale e tanta volontà di cambiare sarà possibile uscire da questa tragica situazione. Qualcosa già si muove. |
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