Lettera aperta sul progetto "Una via, tre piazze" |
Scritto da Nuccio Mulè (Archeoclub d'Italia - Sede di Gela) |
Alla cortese attenzione
del Sig. Commissario Straordinario al Comune di Gela e p.c. ai mass-media Con la presente, nella qualità di responsabili rispettivamente dell’ Associazione H Diversamente Abili, della Confcommercio, dell’Associazione Diversamente Abili Gela Sport, dell’Associazione Senso Civico, dell’Archeoclub d’Italia, del Club Service Kiwanis di Gela e del Comitato di Quartiere del Centro Storico, non possiamo esimerci dal denunziare ai cittadini, all’Amministrazione Comunale e ai mass-media un altro atto di violenza perpetrato nei confronti della città, dei suoi abitanti e dell’indentità storica di Gela frutto di secoli di civiltà; ci riferiamo al progetto “Una via tre piazze” in particolare ai lavori di Piazza Salandra. E nel fare questa denunzia, a parte le nostre opinioni personali, ci hanno convinto le numerose e vibrate proteste pervenuteci non solo dai residenti e dai commercianti della stessa piazza ma anche da diversi strati della città tutta. Proteste che si riferiscono non solo al risultato estetico dei lavori della piazza ma anche alla sua fruibilità che a nostro parere non hanno tenuto conto di diversi fattori che andiamo ad elencare... 1. Per il tipo di selciato ideato dal progettista a quanto sembra non si è dato peso né alle esigenze dei diversamente abili con difficoltà motorie di deambulazione né a quelle delle persone anziane e delle donne; il selciato in rilievo, sia della piazza che peggio ancora dei marcipiedi, rende poco proponibile il loro attraversamento, in particolare alle carrozzine dei disabili. E tutto ciò nonostante le assicurazioni date tempo fa in diverse riunioni dal progettista al Sindaco Crocetta, ai capigruppo del Consiglio Comunale e ai rappresentanti di diverse associazioni, in merito all’impianto di basole al posto dei cubetti;
2. I vari blocchi di pietra bianca, esageratamente numerosi, che sono stati piazzati nell’area di tutta la piazza hanno il difetto di essere di materiale poroso e, cosa peggiore, di avere gli spigoli vivi; quest’ultimo particolare li rende pericolosi per chi malauguratamente, anziani in particolare, dovesse sbatterci durante una caduta o più semplicemente mentre si cammina; 3. La carreggiata al centro della piazza risulta stretta e, pertanto, se non si istituisce un senso unico di percorrenza per gli autoveicoli, diventerà motivo di ingorgo; 4. Moltissimi cubetti dei marciapiedi risultano sporgenti rispetto al piano di superficie così come esistono in tutta la superficie della piazza dei gradini di alcuni centimetri che sfuggono alla vista di chi cammina col rischio di cadute o di storte (così come già è accaduto ad alcune anziane donne); pertanto, questi dislivelli rendono difficile la deambulazione alle donne con i tacchi ed agli anziani in particolare; inoltre, i cubetti in oggetto hanno una resistenza diversa rispetto al materiale che li circonda e quindi l’usura dovuta al calpestio e alla pioggia accentuerà tanti di quei dislivelli nella pavimentazione che a lungo andare risulterà difficile camminarci sopra; 5. A qualche metro a nord dell’ingresso della chiesa di S. Agostino è stato creato un salto di quota di più di 50 cm.; non si riesce a capire come si sia potuto fare questa scelta architettonica in stridente contrasto con il la facciata della chiesa, ma comunque ciò rappresenta un pericolo per quanti, durante le manifestazioni religiose (vedi Santa Rita e San Giuseppe), si accalcheranno all’uscita dei fercoli con i santi dalla chiesa. E’ bene valutare come porre immediatamente rimedio a questa incresciosa situazione. A nostro modesto parere, a parte le suddette considerazioni, bisogna intervenire con sollecitudine per bloccare temporaneamente il progetto del Collovà con una sua revisione che passi attraverso un’attenta valutazione di democrazia partecipativa e che veda presenti da una parte l’Amministrazione comunale committente e il progettista, dall’altra le forze politiche del Consiglio Comunale, il comitato di quartiere, le associazioni dei diversamente abili e quelle dei commercianti oltre alle altre che si occupano dei beni culturali e della vivibilità a misura d’uomo di Gela. Che strano indirizzo architettonico poi ha preso piede a Gela nell’”OCCUPARE” le superfici libere delle piazze e dei vicoli (nate appunto come superfici libere) del centro storico murato con la realizzazione di strutture che spesso nulla hanno a che vedere col contesto urbano che li racchiude e peraltro alieni dalla identità storica della città. Purtroppo per questa piazza, ormai ben poco si può fare, però, almeno si eviti che gli stessi problemi si presentino per il Corso Vittorio Emanuele, di cui già sono stati appaltati i lavori dal Calvario a Via Marconi. Sarebbe una iattura che tutti i marciapiedi del centro storico murato fossero fatti come previsto dal progetto Collovà e cioè cubetti di pietra annegati in un misto di cemento e acciottolato di piccole dimensioni, a voler ostinatamente continuare la sciagurata e fallimentare scelta dell’ex vico Santa Lucia, bocciata a furor di popolo. Senza contare, infine, il fatto che tali marciapiedi così proposti dal Collovà risulterebbero disomogenei rispetto a quelli del Corso di Contrada Molino a Vento e a quelli di Corso S. Aldisio ambedue recentemente realizzati con basolati tradizionali. In attesa di un Suo cortese riscontro si inviano distinti saluti. Associazione H Diversamente Abili Avv. Paolo Capici Associazione Diversamente Abili Gela Sport Rocco Addario Confcommercio Rocco Pardo Club Service Kiwanis di Gela Dott. Orazio Genovese Archeoclub d’Italia Prof. Nuccio Mulè Comitato di Quartiere del Centro Storico Dott. Giuseppe Filetti Associazione Senso Civico Arch. Francesco Salinitro |
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